Crisi climatica e oceani, l’inquinamento comporterà la perdita di alcuni habitat unici. Come la zona mesopelagica, cioè quella fascia che si trova ad una profondità intermedia, tra i 200 e i 1.000 metri. Una zona che per le sue caratteristiche viene chiamata “Twilight zone” o zona crepuscolare, proprio perchè non è molto illuminata dai raggi del sole. Rappresenta l’habitat di moltissime specie marine, e soprattutto animali che non vengono sfruttati a fini della pesca. Uno studio pubblicato sulla rivista Nature Communications ha lanciato l’allarme sulla probabile scomparsa di questo territorio, e del cambiamento che porterà alla possibile estinzione di alcune forme di vita uniche al mondo.



Katherine Crichton, ricercatrice  dell’Università britannica di Exeter, ha dichiarato in merito che: “Non sappiamo ancora abbastanza della zona crepuscolare oceanica, ma studiando il passato possiamo capire cosa potrebbe accadere nel futuro“. Confrontando i dati sulla presenza della vita in questa zona infatti, si è rilevato che durante alcune ere calde, di 15 milioni e 50 milioni di anni fa, si verificò uno spopolamento.  Perchè non c’era abbastanza cibo proveniente dalle zone più alte. Ora la temperatura media è più calda rispetto alle epoche esaminate e con la crisi climatica sarà sempre più elevata.



Gli effetti della crisi climatica sugli oceani

Lo studio sulla zona mesopelagica degli oceani e delle specie a rischio, ha dimostrato che un innalzamento della teperatura con contemporaneo aumento del livello di anidride carbonica porterà alla scomparsa graduale della vita in percentuale tra il 20 ed il 40%. E con il perdurare delle emissioni, l’habitat potrebbe scomparire del tutto entro i prossimi 150 anni, con effetti devastanti che perdureranno per altri migliaia di anni.

Questa ricerca non solo ha lanciato l’allarme sulle specie ittiche a rischio nella zona crepuscolare, ma ha anche dimostrato l’impatto dell’inquinamento provocato dall’attività umana sugli oceani. Le acque sono sottoposte ad una acidificazione progressiva, e a una deossigenazione. Gli scienziati avvertono che per preservare la vita marina a livello globale occorrerebbe limitare drasticamente l’estrazione mineraria sui fondali e la pesca massiva, o  le conseguenze causate dalla crisi climatica saranno di impatto globale.