ALLARME DEBITO USA, I DATI DELLA CRISI TRA DEFICIT E CRESCITA PIL
Tra processi e attentati contro Donald Trump assieme allo stato confusionale della salute mentale e fisica di Joe Biden, il tema del debito Usa rischia di passare in secondo piano nella delicata campagna elettorale alle Presidenziali americane: eppure, visti gli ultimi dati rilanciati in questi giorni, sottovalutare gli scenari potenzialmente catastrofici che nei prossimi anni si potrebbero produrre con la crisi del deficit Usa è questione tutt’altro che marginale.
Secondo l’ultima analisi presentata a luglio dal “The Kobeissi Letter” (TKL), ad oggi ogni nuovo dollaro di debito pubblico americano genera solo 0,58 dollari di PIL: si tratta del livello più basso mai registrato in era moderna per gli Stati Uniti, confermando una crisi del deficit imponente e strutturale specie negli ultimi 4 anni, ovvero quelli che coincidono con l’amministrazione Biden. Nel confronto diretto con gli anni Sessanta del Novecento, dove ogni nuovo dollaro di debito pubblico Usa generava ben 9,8$, oppure con il 2000 dove si generavano 4$, si è di fatto ben 7 volte sopra i livelli attuali.
LA CRISI DEL DEBITO SOTTO LA PRESIDENZA BIDEN: GLI SCENARI ATTUALI
Secondo le stime mostrate dal TKL – che confermano gli allarmi lanciati da Wall Street negli ultimi mesi – dal 2020 al 2024 il debito nazionale degli Stati Uniti è aumentato della cifra record di 11,6 trilioni di dollari: la pandemia Covid, l’allarme inflazione, le guerre in Ucraina e Medio Oriente e gli investimenti pubblici per provare a recuperare consensi in vista delle Presidenziali, hanno generato un vorticoso aumento del deficit Usa ora in seria difficoltà e ai limiti della crisi.
Se sono stati 11,6 i triclini di dollari di debito, solo 6,6 sono quelli aggiunti di PIL come crescita americana: in altre parole, conclude l’analisi del “The Kobeissi Letter”, «la produttività dell’economia statunitense è diminuita vicino ai livelli peggiori della storia moderna». Al momento dunque la spesa in deficit è ben al di sopra dei livelli di crisi eppure dalla FED (Federal Reserve, la banca centrale americana) non si avvertono contromisure urgenti sul tema: Powell parla di un «atterraggio morbido», come se di fatto nulla fosse avvenuto sul debito. Per il TKL il punto è cruciale: «Perché stiamo spendendo a livelli di crisi se siamo sulla buona strada per un “atterraggio morbido”?».
Secondo Otavio Costa, analista di Crescat Capital, la crisi del debito Usa rischia di portare l’America a vivere una debacle in stile “Banca d’Inghilterra” prima delle Elezioni 2024, con netto aumento dei rendimenti: un rapporto invece ancora più aggiornato dell’Ufficio di Bilancio del Congresso fissa a 34.589 miliardi di dollari il valore attuale del debito pubblico Usa ponendo in forte tensione l’intera economia Usa. Sulla testa di ogni cittadino americano il deficit “pesa” circa 102mila dollari, di fatto più del doppio dell’indebitamento attuale dell’Italia: di fatto gli Stati Uniti sono ad un passo dal superare la soglia del 100% nel rapporto tra debito e PIL eppure nei dibattiti sulla campagna Usa la tematica è spesso colpevolmente rimasta fuori (almeno finora). «Un macigno sul Pil più pesante perfino di quello che la Casa Bianca si ritrovò a dover gestire all’uscita dalla Seconda guerra mondiale», così sentenzia Bloomberg citando i dati del Congresso che puntano ad un deficit al 107% entro il prossimo quinquennio. Il taglio delle tasse invocato da Trump o i continui investimenti invocati da Biden come e dove potranno trovare spazio con tale scenario di rendimento sul debito? Ai posteri (elettori e investitori) l’ardua sentenza…