L’inflazione sta minando i prezzi delle materie prime e il potere d’acquisto di molti paesi occidentali. Anche il mondo della ristorazione e della cucina ha finito per registrare rincari, non soltanto la cucina italiana, anche quella cinese E, immancabilmente l’amatissima cucina giapponese. Gli italiani vanno pazzi per il sushi ma a conti fatti ne compreranno meno.



Crisi del pesce: l’influenza del prezzo del petrolio

E ciò non soltanto per l’aumento dei trasporti, delle materie prime che, per alcuni ristoranti arrivano proprio dal Giappone, ma anche per le difficoltà che proprio questo stato orientale sta attraversando dall’inizio del conflitto internazionale in Ucraina. Infatti dall’inizio del 2022 il Giappone è stato colpito dall’aumento dei prezzi, a causa del blocco dei tassi della banca centrale giapponese, si è assistito ad un crollo dello yen che, in realtà, va avanti da moltissimi anni.



Crisi del pesce: la situazione in Giappone

In Giappone infatti la più importante catena di sushi ha deciso di togliere l’offerta di 100 yen a partire dal settembre prossimo. L’iniziativa è stata presa a causa dell’incremento delle materie prime, non soltanto quelle energetiche, sicuramente legate al caro carburante che anche in Giappone sta facendo danni, ma soprattutto legato al settore del pesce che in tutto il mondo sta incrementando di prezzo. Probabilmente l’aumento del petrolio e dei suoi derivati ed il caro carburante conseguente a questo conflitto internazionale stanno rendendo impraticabile il settore della pesca.



Crisi del pesce: la situazione in Italia

Nei porti i pescherecci scaricano ormai sempre più raramente, perché in certi casi conviene stare fermi. La crisi del pesce è talmente dilagata in tutti i parti del mondo che i governi di molti stati stanno cercando di intervenire con decreti ad hoc. Il governo Draghi ha deciso di stanziare 20 milioni di euro per il settore con l’obiettivo di garantire agli italiani il pesce a tavola.