IL CAMPO “LARGO” È SEMPRE PIÙ STRETTO: CAOS CSX VERSO ELEZIONI 2022
In serata, al più tardi domani, potrebbero vedersi di persona Carlo Calenda ed Enrico Letta per mettere la parola fine una volta per tutte – in qualsiasi direzione vada – alla “telenovela” del Centrosinistra che sta appassionando i media nella campagna elettorale verso le Elezioni 2022. Dopo una giornata di appelli, contro-appelli e risposte al vetriolo, al momento lo strappo all’interno del Centrosinistra sembra sempre più vicino, con il “campo largo” che si ridurrebbe a un Pd con i partiti più di sinistra come Art1, Verdi, Sinistra Italiana e Demos. Ma andiamo con ordine e partiamo dall’appello siglato dal Partito Democratico dopo la Direzione di oggi: «il Pd fa appello a tutte le forze politiche con cui, dopo le dimissioni del governo Draghi, si è lavorato per fare nascere un campo di forze democratiche e civiche: si proceda, senza veti reciproci, a costruire un’alleanza che prosegua nel forte impegno europeista che l’esecutivo guidato da Draghi ha saputo interpretare e che sia in grado di dare all’Italia un governo capace di consolidare la crescita, combattere le diseguaglianze e affrontare con credibilità l’emergenza economica, sociale e ambientale e la difficile situazione internazionale».
Apparentemente una piena apertura alle istanze di Azione e +Europa (e pure a Renzi), ma si rivela subito troppo generale per convincere i centristi: «Enrico Letta sei troppo intelligente per considerare questo appello una risposta. Vediamoci oggi con +Europa e chiudiamo in un senso o nell’altro. Cosi ci facciamo male tutti. A dopo», scrive su Twitter l’ex Ministro Carlo Calenda. Gli contro replica ancora Letta e si fa più netto, «Sono disposto ad incontrarli ma senza preclusioni, no ai veti e no alle sportellate. Io faccio fatica a discutere con le sportellate. Se abbiamo voglia di parlare… bene, sennò è difficile discutere così. Da parte mia c’è la volontà di trovare un’intesa, e farò di tutto per fa sì che l’intesa si raggiunga». Passano poche ore e alla riunione in streaming con i sindaci del Pd, il segretario sembra registrare uno strappo più incisivo: «Io e Calenda tre giorni fa ci siamo stretti la mano e ci siamo messi d’accordo su una strada, ma se tutto salta tre giorni dopo, vuol dire che non serve a niente. Incontriamoci: patti chiari e amicizia lunga. Abbiamo la responsabilità di fare un accordo per un’alternativa alla destra». Qui Calenda sbotta e certifica la massima distanza in questi giorni dall’accordo raggiungibile: «I patti sono chiarissimi. No Bonelli e Fratoianni, che sono contro Draghi, negli uninominali. No Di Maio negli uninominali. Già accettarli in coalizione per noi è problematico, ma ti siamo venuti incontro. D’altro canto ci impegniamo a non candidare negli uninominali personalità divisive per il centrosinistra. Sui temi: agenda Draghi, non tasse e bonus. Risposte nette su rigassificatori e modifica reddito di cittadinanza. Queste cose le hai sul tavolo da giorni. Legittimo dire ‘non riesco’, ma chiudiamo questa partita».
CAMPAGNA VERSO LE ELEZIONI 2022: LA SITUAZIONE NEL CENTROSINISTRA
Inizia con oggi il mese decisivo per la presentazione di liste, simboli e firme a sostegno dei partiti in vista delle Elezioni Politiche 2022: con la crisi di Governo conclamata che ha dato il via alla campagna elettorale lo scorso 20 luglio ormai, gli scenari sulle opposte coalizioni assumono opposte situazioni dettate soprattutto dalla diversa situazione di consenso elettorale accumulato dopo lo scioglimento delle Camere. Il Centrodestra impegnato a non “strapparsi” su programma e candidati, Centrosinistra invece impegnato a trovare un “campo” abbastanza “largo” per poter pensare di impensierire gli avversari nel voto del prossimo 25 settembre. Ieri sera Azione e +Europa hanno presentato un documento che riassume le proposte-richieste di Carlo Calenda al Pd di Letta dopo giorni di tira e molla ancora non conclusi: «Se il PD considera più importante avere Fratoianni, Bonelli e Di Maio negli uninominali che avere noi in coalizione, di che cosa stiamo parlando. Unica punto: se prendiamo così pochi voti almeno non ci accusate di far vincere la Meloni», scrive il leader di Azione che si fa poi più netto poco dopo, «Abbiamo chiesto il minimo sindacale, se la risposta è no è colpa di Letta».
Calenda accusa il Partito Democratico di far entrare i transfughi del M5s – gli ultimi potrebbero essere Crippa e D’Incà con la loro nuova lista “Ambiente 2050”, presentata stamattina – e non concentrarsi invece su politiche riformiste utili al Paese: «Nonostante questo, non chiudiamo la porta al dialogo. Abbiamo chiesto a Letta due cose precise, non chiacchiere e appelli. Primo, non un voto di Azione e +Europa può andare a Di Maio, Fratoianni e Bonelli. Visto che il Pd ci tiene tanto a candidarli lo facesse nel proporzionale e nella lista Democratici e progressisti. Noi non candideremo negli uninominali Mariastella Gelmini e Mara Carfagna, che pure sono ministre in carica del governo Draghi, proprio per trovare tutte le soluzioni che uniscono. Secondo, va bene avere programmi diversi. Ma non contraddittori. Chiediamo un incontro per definire i punti programmatici comuni». Renzi conferma di voler correre da solo e “corteggia” Azione per il terzo polo: «Ho fatto di tutto perché il Pd smettesse di essere il partito delle tasse. Lo scontro tra noi e il Pd oggi sta nelle idee, non sui seggi. Per questo noi lavoriamo a un terzo polo, diverso dalla destra sovranista e dalla sinistra delle tasse. Che parli di lavoro e non di assistenzialismo. Di giustizia e non di giustizialismo. Di ambiente e non di ideologia. Di infrastrutture e non di veti. Di diritti e non di slogan».
CRISI DI GOVERNO, OGGI TAVOLO CENTRODESTRA PER IL PROGRAMMA
Mentre a Roma Luigi Di Maio e Bruno Tabacci ufficializzano l’accordo elettorale di “Impegno civico” (che consentirà al partito del Ministro di partecipare alle Elezioni 2022 senza dover raccogliere le firme), e mentre il “centro” prima ancora delle Elezioni sembra già diviso sul futuro davanti (Tabacci attacca Calenda che attacca Di Maio, che attacca Renzi, che corteggia Azione ma annuncia il Terzo Polo), è il centrodestra che potrebbe approfittarne e volare via, per il momento solo con i sondaggi. A quanto appreso dall’Adnkronos oggi alle ore 18 si terrà un tavolo con i responsabili per i programmi elettorali di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia (ma previsti anche i rappresentanti di Coraggio Italia, Udc e Noi per l’Italia).
Presenti per il partito di Meloni Giovanbattista Fazzolari e l’europarlamentare e co-presidente dell’Ecr Raffaele Fitto, mentre per il Carroccio presente il responsabile dei Dipartimenti Armando Siri e il capogruppo al Senato Massimiliano Romeo; infine, per Forza Italia presente al tavolo sul programma Centrodestra il responsabile dei Dipartimenti Alessandro Cattaneo e il vicepresidente della Camera Andrea Mandelli. «Non voglio sparare nomi di ministri a caso e sicuramente proporrò al centrodestra che prima del voto i nomi di alcuni ministri vengano messi sul tavolo», ha detto stamane il leader della Lega Matteo Salvini parlando con i giornalisti a Milano. «Per me gli italiani dovranno votare sapendo se vince la Lega con il centrodestra chi fa il ministro dell’Economia, degli Esteri, delle Infrastrutture quindi alcuni ministeri importanti dovranno essere messi sul tavolo degli italiani prima del voto», ha chiosato l’ex Ministro degli Interni. E il M5s? Sempre più crisi e non solo di Governo: dopo le ultime uscite di Crippa e D’Incà, si attendono altri addii nelle prossime ore in protesta contro la decisione di Conte e Grillo di mantenere il vincolo del doppio mandato per gli eletti. Il Garante M5s intanto su Twitter ha pubblicato un “album” di foto di Deputati e Senatori fuoriusciti dal M5s durante l’ultima Legislatura con la dicitura, eloquente, di “Zombie”.