Un’altra giornata è passata e di contatti ufficiali tra Italia Viva e Palazzo Chigi non ve ne sono stati: «nessun contatto. Noi abbiamo consegnato a Conte un documento politico prima di Natale. Ci ha detto che per la parte sul Recovery l’avrebbe gestita Gualtieri e sul resto ci saremmo visti ai primi di gennaio. Ora non sappiamo quanto duri ‘l’inizio di gennaio’ per il premier, noi aspettiamo risposte. Forse il presidente del Consiglio è impegnato a fare telefonate ai senatori…», fanno sapere fonti qualificate di Italia Viva all’Adnkronos.



La bozza del Recovery Fund è quasi pronta e con ogni probabilità tra il 7 e l’8 gennaio ci sarà il fatidico Consiglio dei Ministri per la (forse) resa dei conti finale: «trovi un’altra maggioranza e noi andiamo all’opposizione. Se invece non vuole fare a meno di Italia Viva, ci si confronti», rilanciano da Iv mentre Renzi nella Enews attaccava nuovamente il Premier «non vogliamo portone di ministro, siamo pronti a lasciarle». Un senatore della maggioranza che vuole restare anonimo all’Adn fa forse la sintesi più eloquente di tutta questa crisi di Governo: «La verità è che nessuno sa come uscirne…». Sarà un’Epifania caldissima, questo sì, con i renziani tutt’altro che convinti ad un Conte-ter o “mini-rimpasto”.



DI MAIO “NO CRISI, RISCHIAMO DI PERDERE RECOVERY FUND”

Se Renzi spinge per la crisi di Governo, il M5s e Luigi Di Maio fanno di tutto per l’esatto contrario: «deve prevalere la responsabilità. Se ci sono cose da mettere a posto si fa. Siamo un governo che affronta la peggiore situazione dal dopoguerra ad oggi. E oggi è un altro giorno», ha spiegato il Ministro degli Esteri intervistato su Rai1. Il Governo Conte-2 secondo Di Maio deve dunque proseguire senza se e senza ma: «Abbiamo di fronte mesi cruciali in cui ci giochiamo l’Italia dei prossimi 10 anni. Dire che si va a votare tra un mese e mezzo vuol dire che ci abbandoniamo ad un governo che svolgerà l’ordinaria amministrazione quando siamo in una situazione che di ordinario non ha nulla. E rischiamo di perdere i fondi del Recovery Fund».



Pessimista invece sulla conclusione della crisi il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando su Twitter: «Non invidio chi dovrà argomentare la tempestività di una crisi di governo prodotta in questo preciso momento storico». La situazione è sempre più tesa con Italia Viva che prova ad incassare il “massimo” sui punti richiesti nel Recovery Plan, mentre il Centrodestra resta alla finestra e spiega con Matteo Salvini «Osservo, cerco di capire se stavolta fanno sul serio o se ci troviamo di fronte al solito bluff di Renzi. Nel mondo ideale in caso di crisi si andrebbe a elezioni. Ma è evidente che purtroppo in questa fase non sembra una strada praticabile. Se non sono in grado di governare, si facciano da parte. Noi siamo pronti, abbiamo già una squadra pronta».

RENZI SFIDA CONTE: “ALLA CONTA IN PARLAMENTO”

Una nuova Enews con la quale Matteo Renzi torna a tuonare sul Governo ad un passo dalla crisi: «Se qualcuno davvero immagina che abbiamo fatto tutto questo baccano per prendere un ministero in più, quel qualcuno deve farsi vedere. Possibilmente da uno bravo». Crisi pilotata, Conte-ter o rimpasto non vogliono essere le parole chiave di Italia Viva: «Le veline del Palazzo riempiono i giornali di totoministri. Chiacchiere buone solo per far passare il messaggio che si risolve tutto con un rimpastone», scrive ancora l’ex Premier Pd sulla Enews.

Da ultimo, l’appuntamento-ultimatum in merito allo scontro in Parlamento (molto sullo stile Salvini-Conte dell’agosto 2019, ndr): «Il premier ha detto che verrà in Parlamento in modo trasparente. Lo aspettiamo in Senato. E se i responsabili di Lady Mastella sosterranno questo governo al posto nostro noi non grideremo allo scandalo ma rispetteremo la democrazia parlamentare». In serata dovrebbe arrivare sul tavolo dei Ministri la nuova bozza del Recovery Plan alla luce delle modifiche richieste dai singoli partito di Governo: tra domani, o più probabilmente il 7 gennaio, la convocazione del Cdm e la possibile “resa dei conti” per la crisi sempre più intricata.

LA CRISI VICINA O LONTANA?

Nella crisi di Governo più anomala della storia repubblicana le posizioni continuano a cambiare non settimana dopo settimana, ma anche ora dopo ora: se ieri l’ipotesi di un Conte-ter sembrava la più plausibile, l’intervista di ieri sera del leader di Italia Viva Matteo Renzi a Quarta Repubblica ha “allontanato” (almeno per il momento) la possibilità di un “rimpastone” per mantenere comunque Giuseppe Conte a Palazzo Chigi. «Da Conte non abbiamo ottenuto nulla su nessun punto della lettera che gli abbiamo presentato», ha attaccato ieri sera l’ex Premier dem, con lo scontro poi perdurato all’interno del Consiglio dei Ministri notturno tanto sulla scuola quanto sul piano di chiusure del nuovo Decreto legge anti-Covid.

Le Ministre renziane Bellanova e Bonetti sono sempre più sull’uscio e il timing dovrebbe portare tra domani e il 7 gennaio il famoso Cdm “decisivo” sul Recovery Plan per capire se davvero crisi sarà. Retroscena e totonomi impazzano da giorni (qui i focus sulle differenti opzioni, dalle ipotesi Draghi-Cartabia fino ai possibili nuovi Ministri del Conte-3), ma da Pd e M5s non arrivano segnali di crisi imminente: «va evitata una crisi di governo dagli sviluppi davvero imprevedibili […] Serve rilancio dell’azione di Governo, no a posizioni politiche che rischiano di destabilizzare la maggioranza», spiega il segretario del Pd Nicola Zingaretti, gli fanno eco dal M5s Vito Crimi e Alfonso Bonafede «in questo momento i cittadini italiani non vogliono sicuramente vedere una politica che litiga, ma esclusivamente impegnata ad affrontare e risolvere i problemi. Oggi parlare o paventare una crisi di governo sarebbe incomprensibile e irresponsabile».

RENZI ATTACCA CONTE: “TEMPO FINO AL 7 GENNAIO, POI…”

Di contro, Italia Viva è invece convinta che con questa squadra di Governo e con il M5s ancora in sella assieme a Conte sia praticamente impossibile invertire la rotta che funesterà il nostro Paese nei prossimi anni: crisi economica, debito pubblico, investimenti e cultura. Per Renzi nulla al momento viene cambiato da Conte dopo le richieste di cambiamenti sul Recovery Plan fatte prima di Natale, con la clessidra della crisi che dunque per Italia Viva diventa sempre più agli sgoccioli: «Il tema è l’Italia e perché l’Italia funzioni ho messo una serie di punti e Conte finora non ci ha risposto. Non sopporto la solita narrazione per cui dico una cosa e mi devono attaccare tutti, i punti li ho messi nero su bianco e non ce n’è per nessuno. Su questi temi non sto facendo una battaglia personale, non me ne frega dei miei sondaggi, volete odiarmi? Odiatemi ma su questi punti abbiamo ragione», ha spiegato da Nicola Porro a Quarta Repubblica ieri sera. Attacchi ad Arcuri sul piano vaccini («ma chi è superman che dobbiamo affidare tutto a lui?»), ai “ministri più bravi del mondo” e inevitabilmente al Presidente Conte, «io non faccio il presidente del Consiglio, sarà il presidente del Consiglio, che sia Conte o sia un altro, lo vedremo…».

Niente rimpasto e niente Conte-ter, per Renzi la strada si chiama Parlamento (e, senza dirlo apertamente, Governo di unità nazionale): «Conte ha detto che vuole venire in Parlamento? Lo aspettiamo, per uno come me questa non suona come una minaccia, per me è democrazia. Conte doveva essere in Senato quando si approvava la legge di bilancio anziché fare le conferenze stampa con Rocco Casalino a Villa Madama. Se Conte ha i numeri per governare senza di noi, evviva ma io non sarò complice di buttare i soldi, di uno spreco di denaro pubblico».