Il nuovo governo in Francia rischia di cadere per la manovra. Non aveva affatto torto il ministro italiano dell’Economia Giancarlo Giorgetti quando affermava giorni fa che il nostro Paese è più stabile. Lo confermano anche le parole di François Asselin, presidente della Confederazione delle piccole e medie imprese (CPME), la cui analisi a Le Figaro della situazione economica francese e delle difficoltà delle imprese è allarmante. “La situazione è già catastrofica“, ha esordito, precisando che la crisi va ben oltre l’attuale governo e chi vi è al comando.
Dunque, non c’è un problema Michel Barnier per Asselin, ma il rischio che la sfiducia faccia cadere al governo e incrementi l’instabilità, peggiorando la situazione in Francia. “Ritarderebbe la ripresa della nostra economia facendoci precipitare in una ‘terra di nessuno’ di indecisione“. Anche se la manovra può essere migliorata, Asselin auspica che venga adottato un bilancio entro l’anno prossimo per procedere con le riforme fondamentali, di cui la Francia ha estremamente bisogno.
“Chi fosse tentato di votare una mozione di censura si assumerebbe una responsabilità molto pesante per il deterioramento della nostra economia, con un impatto immediato sull’occupazione e sul potere d’acquisto dei francesi“, il monito lanciato da Asselin.
“COSA SERVE ALLA FRANCIA PER NON FALLIRE”
Per l’ex premier Édouard Philippe, una crisi politica porterebbe immediatamente a una crisi finanziaria. Un timore che il numero uno del CPME condivide. “La questione del debito rimane ineludibile. E non dobbiamo pensare che la Francia sia protetta dal principio ‘too big to fail’. È quando si inizia a ignorare il principio di realtà che si iniziano a commettere errori“, ha dichiarato a Le Figaro.
Asselin critica l’eccessiva tassazione e il peso della burocrazia sulle imprese, mentre servono misure per stimolare la crescita economica. “Non possiamo tassare ancora di più le imprese, come propongono il Nuovo Fronte Popolare e altri, quando siamo già i più tassati al mondo. Non possiamo abrogare la riforma delle pensioni, quando tutti i nostri vicini lavorano di più e noi abbiamo guadagnato 8 anni di aspettativa di vita dal 1983“.
Per Asselin serve un piano quinquennale con obiettivi chiari, partendo da una revisione di tutta l’organizzazione amministrativa dello Stato e dei servizi pubblici locali, ma propone anche il ripristino della sussidiarietà nel sistema educativo nazionale, l’alleggerimento del carico degli ospedali, “che soffrono di un eccesso di amministrazione“. Ma va anche rivisto il finanziamento e la spesa dei regimi di sicurezza sociale.
“NON SERVONO NUOVE TASSE”
Nel frattempo, crescono i piani di licenziamento e i fallimenti delle aziende in Francia. Lo stesso accade per le piccole e medie imprese, come denunciato da François Asselin nell’intervista a Le Figaro, spiegando che avviene “in sordina, con persone che vanno in pensione senza essere sostituite, licenziamenti contrattuali e così via, per non parlare dei posti di lavoro distrutti quando un’azienda scompare“. Ora le aziende sono in una fase di attesa: con il rallentamento degli investimenti da giugno, sono state rallentate le assunzioni. “Da allora la situazione non ha fatto che peggiorare, poiché alla mancanza di visibilità si è sostituita la grande paura di nuove tasse“.
La situazione non è complicata solo per le imprese, ma anche per occupazione e finanze pubbliche. “Infatti, per quanto si possano aumentare le aliquote fiscali, se la base imponibile si riduce, non entrerà denaro nelle casse“. Quindi, Asselin manda un messaggio alla classe politica francese: “Non dimentichiamo mai che la ricchezza proviene dal settore commerciale e che dobbiamo prima produrre e poi ridistribuire“.