Nuovo aggiornamento sulla crisi di Governo. Matteo Salvini ha detto che il centrodestra voterà a favore del decreto Ristori e allo Scostamento di Bilancio «perché quelli sono soldi per le famiglie e le imprese». Ma sul futuro del Governo è scettico. Intanto la Lega si dichiara pronta ad «assumersi le sue responsabilità».



«Spero che arrivi presto il voto in aula lunedì e martedì e alla Camera e al Senato – ha detto il leader della Lega Matteo Salvini Se Conte ha i numeri torniamo a occuparci di cose serie, altrimenti da mercoledì noi saremo in grado di prenderci le nostre responsabilità». È terminato poche ore fa il vertice del centro destra per discutere dei possibili sviluppi della crisi di Governo. Presente anche Silvio Berlusconi, che dopo il ricovero all’ospedale di Monaco negli scorsi giorni sembra stare meglio. «Berlusconi era collegato da remoto come Giorgia Meloni e Lorenzo Cesa. Ha partecipato e contribuito come tutti gli altri. Mi sembrava assolutamente tonico e in forma nonostante il pareggio del Monza»ha detto Matteo Salvini. «Stiamo già ragionando di un progetto e squadra alternativi a questa sinistra, che rimetta al centro lo sviluppo e la crescita. È frustrante, deprimente e imbarazzante avere a che fare con un presidente e un Governo che vanno a caccia di voti dalla mattina alla sera, noi ci occupiamo di altro». (Agg. di Silvia Polvere)



CRISI DI GOVERNO. ANCHE ITALIA VIVA SCRICCHIOLA: IL PRIMO FUORIUSCITO È VITO DE FILIPPO

Lo scenario della crisi di Governo aperta da Matteo Renzi cambia di ora in ora. Conte rischia di non avere più una maggioranza che lo sostenga. È possibile che neanche l’apporto dei “costruttori” (o “responsabili”, a piacere) possa essere risolutivo. Nel frattempo anche tra le fila di Italia Viva allargano le crepe. 

«Non hanno i numeri, stiamo uniti» ha detto Matteo Renzi ai suoi. Ma qualche pezzo inizia a perderlo anche Italia Viva. Il primo fuoriuscito è Vito De Filippo: nelle scorse ore ha comunicato di voler tornare nel Partito Democratico. Ma Renzi non vuole mostrarsi preoccupato. «Sono molto fiero di come stiamo lavorando – ha affermato – Al Senato i 18 senatori saranno decisivi visto che la maggioranza al momento è tra 150 e 152. Non rispondiamo alle provocazioni e lavoriamo sui contenuti». (Agg. di Silvia Polvere)



CRISI DI GOVERNO, NEANCHE I COSTRUTTORI POSSONO SBROGLIARE LA SITUAZIONE

Iniziano a scricchiolare le certezze della maggioranza. Neanche i “costruttori” – o “responsabili”, come dir si voglia – potrebbero sbrogliare questa crisi di Governo. Il passo indietro dell’Udc ha minato le sicurezze dei giallorossi e c’è grande apprensione in particolare in casa M5s. «I numeri non ci sono», l’ammissione di un esponente grillino ai microfoni di Adnkronos. «Il premier non può tenerci tutti in ostaggio, deve dimettersi in modo da sbloccare il Conte Ter. E deve far cadere il veto su Italia Viva», l’affondo di un parlamentare pentastellato.
E attenzione ai possibili cambi di casacca a parti invertite. Dopo le ammissioni di Centinaio e di Salvini, anche il forzista Antonio Tajani ha ipotizzato l’approdo di esponenti 5Stelle nelle file del Centrodestra: «Ci sono dei senatori del M5s che soffrono molto nello stare in una maggioranza così litigiosa e divisa, c’è molto malumore. Più di un senatore guarda con attenzione al Cdx. Parliamo di 4-5 persone». Il primo movimento è arrivato pochi minuti fa: il deputato Antonio Zennaro, ex Movimento 5 Stelle, è passato alla Lega. (Aggiornamento di MB)

CRISI DI GOVERNO, PD: “PREOCCUPATO”

La risoluzione della crisi di Governo è nelle mani dei responsabili e nelle ultime ore sono arrivate altre novità. Dopo il no dell’Udc, Conte può contare sull’appoggio del Sudtiroler Volkspartei, partito che rappresenta gli interessi dei gruppi linguistici tedesco-ladino dell’Alto Adige. Intervenuto a Repubblica, il senator Dieter Steger ha spiegato: «Oggi avremo un contatto formale con Conte, solo dopo, la nostra posizione di appoggio al premier diventerà ufficiale. Ma non chiamateci ‘responsabili’, la nostra è sempre stata una storia di responsabilità e costruzione».

Da registrare la preoccupazione in casa Partito Democratico. I dem hanno tentato, senza successo, di far riappacificare Renzi e Conte, ora sono alla ricerca di costruttori che riescano a garantire la maggioranza in Senato. Debora Serracchiani ha rimarcato: «Siamo preoccupati per il Paese perché aprire una crisi al buio è incomprensibile per gli italiani e per tutti. Serve un patto di legislatura ed una maggioranza politica che raggiunga gli obiettivi che ci siamo dati in Europa». Infine, da annotare l’ennesima stoccata di Bersani a Renzi ai microfoni di Sky Tg 24: «C’è chi prima vota la proroga dell’emergenza e poi vuole mettere il governo in sospensione. Inconcepibile. Una roba da stare fuori come un balcone». (Aggiornamento di MB)

CRISI DI GOVERNO, UDC SI SFILA DA RESPONSABILI

Nuovi aggiornamenti sulla crisi di Governo. Non arrivano delle buone notizie per l’esecutivo giallorosso e per Clemente Mastella: il conto dei responsabili dovrà fare a meno dell’Udc. In una stampa, l’ufficio stampa del partito centrista conferma la sua permanenza nell’area di Centrodestra: «Non si può gettare il Paese nella palude e nel caos. Gli italiani sono stanchi e stremati. Non ci prestiamo a giochi di palazzo e stiamo nel Centrodestra. Continueremo a lavorare in questo frangente drammatico per il bene del Paese. I nostri valori non sono in vendita».

Come dicevamo, considerata la crisi di Governo in atto, la via maestra per il Centrodestra restano le elezioni. Intervenuti in conferenza stampa a Milano, gli esponenti di Fratelli d’Italia hanno rimarcato: «Io non escludo che gli irresponsabili, quello che hanno il mutuo da pagare, votino per Conte: FdI non ha alcuna vicinanza a chi pensa che si possa andare avanti con governi raccogliticci. Noi vorremmo che la parola passasse agli italiani». (Aggiornamento di MB)

CRISI DI GOVERNO, ORLANDO APRE A ITALIA VIVA

Giorni roventi per la crisi di Governo. In queste ore il premier Giuseppe Conte sta preparando le comunicazioni al Parlamento della prossima settimana e prosegue la caccia ai “responsabili”, guidati da Clemente Mastella. Il ritiro dei ministri di Italia Viva ha causato la rottura tra l’attuale maggioranza e Italia Viva, Matteo Renzi ha annunciato che il suo partito potrebbe astenersi in caso di “conta” in Aula.

Ma Andrea Orlando lascia ancora una porticina aperta. Intervenuto ai microfoni di Repubblica, l’esponente Pd ha spiegato: «Le parole non bastano e mi pare che i margini siano pressoché esauriti. Iv deve prima spiegare i motivi della rottura, riconoscere l’errore politico e offrire garanzie che evitino recrudescenze». Il vicesegretario dem si è poi rivolto al premier, invocando un nuovo patto di legislatura: «É evidente che si può evitare la crisi avendo un numero in più, ma non pensare di governare. Perciò il tema che si porrà un minuto dopo la fiducia, se ci sarà, è consolidare la maggioranza, siglare un nuovo patto di legislatura e lavorare alla ricostruzione di un campo con le forze che hanno dato segnali ma che non si sono ancora sentite di fare questo passo, pur volendo prendere le distanze dalla destra sovranista».

CRISI DI GOVERNO, NUOVA RIUNIONE DEL CENTRODESTRA

L’evoluzione della crisi di Governo resta ancora tutta da scrivere. Se parte del Pd sembra disponibile a trattare con Renzi, il Movimento 5 Stelle non ha intenzione di riaprire le porte al senatore di Rignano. Sarà un weekend decisivo sotto gli occhi di Sergio Mattarella: come sottolinea Repubblica, il capo dello Stato continua a chiedere numeri sicuri ed una maggioranza omogenea. Condizioni che al momento non ci sono.

Il Centrodestra non resta a guardare. Salvini e Meloni continuano a invocare il ritorno alle urne e nelle prossime ore è previsto un vertice in video collegamento tra i leader della coalizione. Intervenuto a Titolo Quinto, il leader della Lega ha precisato sul possibile asse con Iv: «Ho sentito che Renzi dice “non voglio fare un governo con Salvini”. Non si ponga il problema: il dubbio di fare un esecutivo con lui non mi sfiora».

Il mondo scientifico ha espresso grande preoccupazione per questa crisi di Governo e, dopo l’affondo di Massimo Galli, registriamo la presa di posizione di Agostino Miozzo: «Siamo in battaglia, ma in guerra il comandante in capo non accetterebbe mai di vedere uno dei suoi generali con posizioni differenti da quella che è la strategia decisa. Io sono molto preoccupato di fronte all’incertezza politica di questo momento», le parole del coordinatore del Cts al Gr1.