Gli zombies, i vampiri, gli esseri non vivi ma neppure morti, sono la forma suprema dell’orrore, tormentati e tormentanti, che portano l’inferno sulla terra, molto peggio dei defunti, che come si sa riposano in pace. Così appare oggi il governo italiano: uno zombi mostruoso in attesa solo di un’anima misericordiosa che lo liberi dalla sua tortura.



Il leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini ieri sembra aver dato il benservito al premier Giuseppe Conte, senza nemmeno parlare con il suo co-vicepremier Luigi Di Maio. Ma forse non è così, poiché nessuno è poi salito al Quirinale, come si mormorava, e nel comizio a Sabaudia Salvini è stato vago.

Per vedere cosa accadrà oggi e nei prossimi giorni forse bisogna fare un lieve passo indietro. M5s, partito di maggioranza relativa in Parlamento e partner forte della coalizione di governo, è stato messo in minoranza due volte: lunedì scorso sul decreto sicurezza e ieri sulla Tav, ex grande cavallo di battaglia del movimento.



Il movimento quindi si è spaccato su questi voti, con una parte dei deputati che ha votato a favore (cioè per rimanere al potere a tutti i costi) e un’altra parte che ha votato contro, fedele agli antichi ideali e agli interessi dell’azienda “proprietaria” del movimento, la Casaleggio associati. La Casaleggio sa infatti che se vuole salvare un pezzo di M5s deve andare al voto il prima possibile: più aspetta e più perde consensi.

Molti dei deputati M5s però sanno che oggi con il loro scranno hanno vinto la lotteria: hanno acceso il mutuo per comprarsi la prima casa, sanno che non saranno rieletti e torneranno a fare le sciampiste o i centralinisti, con tutto il rispetto per sciampiste e centralinisti. Costoro hanno votato per Tav e decreto sicurezza insieme a pezzi di Forza Italia e di Pd.



Nei giorni scorsi Massimo Bugani, socio della Casaleggio, si è dimesso dalla segreteria di Di Maio, a sottolineare la spaccatura in atto. Quindi il M5s è spezzato in almeno due grossi tronconi. Perciò la maggioranza di governo non c’è più, e non c’è più neanche una maggioranza alternativa.

Salvini ha annunciato che non ci sarà rimpasto di governo e che qualcosa si è rotto per i troppi no. Cioè il governo non è vivo, neppure è morto, è uno zombie. Inoltre Salvini ha fatto un salto politico importante a Sabaudia: ha rivendicato la strategia di volere riportare la Russia in un’alleanza con l’Occidente per non lasciarla alla Cina. Cioè ha suggerito che l’Italia deve prendere posizione nella guerra fredda che si delinea all’orizzonte tra Usa e Cina, tirando la Russia contro la Cina, come pensano di fare alcuni in America. In questo Salvini ha aggirato le polemiche sul Russiagate inquadrandole in una politica alta, giusta o meno che sia.

Con queste mosse Salvini ha conquistato il centro, che negli scacchi cinesi, più statici e meno mobili degli scacchi occidentali, sono i quattro quadrati centrali. Oggi non c’è alcuno accanto a lui, né sembra ci sarà nel prossimo futuro.

Il M5s è fratturato oltre ogni speranza di redenzione; FI si è sciolta e non si sa se e cosa rinascerà; il Pd è a conduzione mista, diviso tra “gerarchi” vecchi e nuovi, tutti che pensano di essere il capo; Fratelli d’Italia vive degli scarti di estremismo della Lega sognando di farle da stampella di destra.

In queste condizioni la Lega è l’unica formazione che ha una struttura e una forma chiara, che piaccia o meno. Ogni giorno in più che passa, di fatto la Lega aumenta i suoi voti, perché in mezzo al caos circostante – la scacchiera deserta – Salvini appare come l’ancora di stabilità.

Allora, piaccia o meno, forse è opportuno andare al voto il prima possibile e attendere che Salvini vinca e governi, in modo che si veda se lui è l’uomo del destino oppure l’ennesimo fantasma passeggero di questi tempi straordinari.

Del resto ci sono voluti meno di quattro anni per eliminare Renzi, e un anno per far fuori Di Maio. O Salvini allora governa seriamente per tutti gli italiani e non solo quelli che lo avranno votato, o in pochi mesi si dovrà ritornare alle urne.