Italia Viva non chiude le porte alla maggioranza, ma attenzione alle mosse del Movimento 5 Stelle. Ore decisive per la crisi di Governo, registriamo i paletti fissati dalla pentastellata Roberta Lombardi: «No a un governo senza Conte premier, altrimenti la via maestra è il voto». La grillina ha evidenziato ai microfoni di Andkronos: «La gente ci prenderebbe per folli se rimanessimo noi in Parlamento dopo aver scartato un premier molto apprezzato».



Annotiamo anche le nuove dichiarazioni di Vincenzo Amendola, ministro degli Affari europei: «Noi ci auguriamo di lavorare in una maniera chiara, forte, con una maggioranza che si deve allargare in parlamento, altrimenti ci troveremo dinanzi a esiti anche imprevedibili. Il rischio addirittura è di elezione anticipate. Questa è la volontà del governo, in maniera seria, efficace e anche aperta al dialogo», riporta Sky Tg 24. (Aggiornamento di MB)

CRISI GOVERNO: TABACCI A PALAZZO CHIGI

Continuiamo la diretta di questa crisi di Governo con le novità che arrivano direttamente da Palazzo Chigi. Bruno Tabacci, leader di Centro Democratico, ha incontrato il premier Conte ed ha evidenziato ai microfoni dei cronisti presenti: «Io penso che la possibilità di rafforzare la maggioranza ci sia, ma passa attraverso un nuovo Governo. A mio avviso Conte è l’unico punto di equilibrio di questa coalizione».

Nuova presa posizione da casa Pd con il capogruppo al Senato, Andrea Marcucci: «Reputo che tutto il gruppo dirigente del Pd sia consapevole che il ricorso alle elezioni anticipate non sia in alcun modo opportuno ma vista la situazione è un rischio che non si può escludere». Da casa Renzi, invece, è arrivato il monito dell’ex ministro Teresa Bellanova: «A chi insiste con i no ideologici a risorse essenziali per il nostro sistema sanitario, e parlo ovviamente dei 37 miliardi del Mes, consiglio di leggere i dati presentati nell’indagine condotta da mUp Research e Norstat: nel 2020, 3 milioni di italiani hanno rinunciato a curarsi, 32 milioni di visite mediche sono state rinviate, 13 milioni cancellate». (Aggiornamento di MB)

CRISI GOVERNO, CRIMI CHIUDE A RENZI

Nello stallo completo della crisi di Governo, con il M5s che chiude ai “responsabili centristi” e anche a Renzi, e con il Pd che teme il ritorno alle urne, interviene stamane il documento dei parlamentari di Italia Viva: i 17 senatori e 27 deputati che al momento si sono astenuti sulla fiducia al Governo Conte, entrando di fatto all’opposizione, fanno sapere «osserviamo preoccupazione lo stallo istituzionale di questi giorni, la difficile situazione sanitaria e i drammatici dati economici del nostro Paese».

Nel documento di parlamentari guidati da Matteo Renzi ribadiscono con forza «la necessità, già espressa nel dibattito parlamentare, di una soluzione politica che abbia il respiro della legislatura e offra una visione dell’Italia per i prossimi anni»: in tal senso, Italia Viva conferma l’intenzione di muoversi compatta e insieme (allontanando dunque le “voci” su possibile spaccature interne prima della fiducia, ndr) verso un «confronto privo di veti e pregiudizi, da effettuarsi sui contenuti nelle sedi preposte». Il dialogo per un possibile allargamento della maggioranza senza il Premier Conte, un Governo di unità nazionale, un esecutivo tecnico: al momento le ipotesi sembrano essere queste, con però le forti frizioni valutate ancora oggi da Pd e M5s nei confronti dei renziani. Vito Crimi, capo politico pentastellato, fa sapere nettamente «Leggiamo dichiarazioni e interviste di esponenti politici ancora convinti che ci sia spazio per ricucire con Renzi. Questo nonostante le mie e le nostre affermazioni nei giorni precedenti siano state chiarissime in tal senso. Allora lo ribadisco: per il Movimento non ci sono margini per ricucire con Renzi». Per Conte dunque sale la tensione visto che il tempo stringe e i cordoni della maggioranza sembrano non allargarsi come sperato per far fronte all’uscita dei renziani.

CRISI GOVERNO, LE ULTUME NOTIZIE

Dopo il duplice colloquio al Quirinale negli ultimi due giorni – martedì Conte da Mattarella e ieri il Centrodestra (Salvini, Meloni, Berlusconi) – la crisi di Governo viene ‘congelata’ in vista dei prossimi appuntamenti del Presidente del Consiglio sul Recovery Plan: oggi i sindacati, poi le categorie sociali, le Regioni e i Comuni. Ma nel frattempo – seppur con la smentita netta ieri di Palazzo Chigi – non è escuso che dal Colle siano stati dati solo alcuni giorni per definire l’allargamento della maggioranza e il patto di legislatura collegato.

La situazione è però in stallo, con il “caso Cesa” (le indagini per concorso esterno in associazione mafiosa sul leader Udc Lorenzo Cesa, dimissionario dopo l’avviso di garanzia) che incombe tanto sul Centrodestra (ieri salito non compatto da Mattarella) quanto sopratutto sul Governo che guardava (e guarda) ai centristi al Senato come l’opportunità di aumentare i “responsabili”. «Oggi elezioni più vicine? Purtroppo sì», è laconico Andrea Orlando, vicesegretario Pd, stamane a Piazzapulita. La situazione è delicata e la crisi non sembra risolversi in fretta: «Noi crediamo che se si toglie Conte questa maggioranza implode», riflette il leader dem.

LE TRAME SUL GOVERNO CONTE

«Sta succedendo quello che purtroppo noi temevamo. Pensavamo che oltre questo governo tutte le altre ipotesi fossero di molto difficile percorribilità. Purtroppo – ha proseguito Orlando su La7 – le cose ci stanno dando ragione. Noi non vogliamo mischiare i nostri voti con quelli di Salvini e Meloni, quindi un’ipotesi di unità nazionale non esiste»: la crisi di Governo, anche senza le dimissioni formali di Conte, resta una “minaccia” per l’intera maggioranza giallorossa. I numeri al Senato e nelle Commissioni mettono paura per ogni provvedimenti futuro, a cominciare dal passaggio importante mercoledì prossimo sulla relazione giustizia del Ministro Bonafede: Renzi e Italia Viva hanno già fatto sapere che voteranno contro, così come le opposizioni, lasciando al Governo pochissimo spazio per trovare una maggioranza solida.

«Se volete confrontarvi nelle sedi istituzionali, noi ci siamo» è il rilancio del leader di Italia Viva “chiamando” l’opportunità del Governo di larghe intese, finora escluso dal Pd e dal M5s. Paola Binetti, Antonio Saccone e Antonio De Poli sono i tre senatori Udc a cui guarda Palazzo Chigi per rinsaldare l’esecutivo, ma per l’appunto il “caso Cesa” ha congelato tutto rendendo assai complessa la trattativa vista la reazione dei grillini Di Battista e Di Maio, «mai il M5S potrà aprire un dialogo con soggetti condannati o indagati per mafia o reati gravi». Il Centrodestra ieri ha fatto sapere nella stringata nota successiva al vertice col Capo dello Stato «con questo Governo e questo parlamento senza maggioranza è impossibile lavorare. L’unica ipotesi sono le urne». Oggi però Berlusconi nell’intervista a La Verità compie un passo successivo, «una crisi pericolosa, da risolvere in fretta. A questo punto è auspicabile che Matteo Renzi vada avanti nella sua opera, facendo definitivamente cadere il governo Conte».