«Smentisco incontro con Mattarella», così Matteo Salvini sulle voci circolate nelle scorse ore su una possibile salita il Quirinale per la crisi di Governo. Il Colle, interpellato da Il Fatto Quotidiano, ha evidenziato che non c’è stata nessuna richiesta ufficiale di un incontro, ma ciò non significa una smentita totale: fonti parlamentari continuano a sostenere che la volontà del leader della Lega è quella di incontrare il Capo dello Stato. Mattarella, dal canto suo, sta monitorando la situazione con grande preoccupazione e con un certo nervosismo, soprattutto di fronte al rischio «esercizio provvisorio» in relazione alla legge di Bilancio 2020. Presente a Borzago – provincia di Lecco – per un comizio, il ministro dell’Interno ha sottolineato: «Stare al Governo ed essere attaccati ogni giorno da quelli che sono con te è una cosa fastidiosa: se ho la certezza che non vogliono fare le cose, si va a casa e decideranno gli italiani». E il popolo della Lega ha recapitato un messaggio chiaro al segretario federale del Carroccio: un coro “elezioni, elezioni”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
CRISI GOVERNO: SALVINI SALE AL QUIRINALE?
La potenziale quiete prima della tempesta è quella che si sta stagliando sopra i palazzi del potere di Roma dopo il ritorno dalla Finlandia del Ministro dell’Interno: secondo le fonti riportate da Lettera43 da Palazzo Chigi, Salvini sarebbe pronto a salire al Quirinale per un incontro d’urgenza con Mattarella forse già stasera. L’annuncio avrebbe dovuto essere imminente prima del tg delle 20 sulla propria pagina Facebook ma al momento tutto è fermo e per l’appunto in silenzio: Salvini invece ha fatto sapere che interverrà alle 22.35 su Rete 4 durante la trasmissione “Fuori dal Coro” condotta da Mario Giordano e probabilmente potrebbe essere in quella occasione che aggiungerà qualcosa in merito alla potenziale crisi di Governo in atto. In alternativa, sarà domani il giorno della salita al Quirinale per dirimere con il Presidente le possibili alternative in gioco dopo la crisi consumata tra Lega e M5s: il 20 luglio, come abbiamo più volte ribadito in questi giorni, scade l’ultima finestra utile per tornare al voto a settembre o al più tardi ottobre e nelle ipotesi sul tavolo vi è proprio quella della crisi anticipata e il ritorno alle urne gin da subito. La scelta poi sarà tutta di Mattarella che però dovrà convocare in fretta e furia Conte, Di Maio e tutti i leader di partito per le consuete consultazioni prima di prendere una decisione ultimata e definitiva. Insomma, le ipotesi sono ancora tante e in gioco non ci sono solo le Elezioni anticipate. Intanto questa sera il n.2 della Lega è salito al Colle per annunciare di non voler più essere candidato alla nomina di commissario Ue: così ha confermato lo stesso Giancarlo Giorgetti uscendo dal breve colloquio con Mattarella, ribadendo la posizione della Lega sempre più lontana da questa nuova gestione della Commissione Ue con dentro Pd, Forza Italia e per l’appunto Movimento 5 Stelle.
SALVINI “ELEZIONI ANTICIPATE? COLLE GARANTE”
«La trattativa per le nomine Ue l’ha sempre fatta il presidente Conte e continua a farla lui. Io non ho mai dialogato con nessuno. Il premier ha incontrato tutti i leader europei e continuerà a farlo lui. Se qualcuno pensava che in cambio di una poltrona la Lega andasse a braccetto con Macron e Renzi ha sbagliato. E’ tutto un problema interno ai 5 Stelle, è una domanda che dovrebbe essere girata al presidente del Consiglio», Salvini al rientro da Helsinki riaccende lo scontro non più solo con Di Maio ma anche con il Premier Conte, dopo gli attacchi lanciati sullo “strappo” della Lega in merito alla nomina di Ursula Von der Leyen. A domanda posta sull’eventualità di Elezioni anticipate qualora scattasse effettivamente la crisi di Governo, il vicepremier replica «Non mi faccio queste domande, c’è un presidente della Repubblica che fortunatamente è garante del fatto che questo rimanga un Paese democratico, dunque queste domande le dovreste fare a lui. Non mi do scadenza – ha aggiunto ancora Salvini – però se la mattina vedo una sequela di insulti e polemiche da soli non si non si va lontanissimi». Continua intanto il pressing nelle opposizioni per aumentare lo scontro e far concludere l’esperienza di Governo gialloverde, anche se con diversi distinguo: da un lato Zingaretti si fa piuttosto silente in queste ore, mentre Renzi e Boschi chiedono al Partito Democratico l’immediata presentazione della mozione di sfiducia nei confronti del Ministro Salvini in modo da far “scoprire le carte” al Movimento 5 Stelle (e anche allo stesso Segretario dem, come spieghiamo qui) «C’è una cosa da fare, subito: presentare una mozione di sfiducia a Salvini. Se i Cinque Stelle la votano, finisce l’esperienza del peggior governo della storia repubblicana. Se i Cinque Stelle lo salvano di nuovo, la vicenda dei rubli sarà per loro come la vicenda Ruby. E avranno perso ogni residua credibilità. L’opposizione deve fare l’opposizione: che altro deve fare Salvini per meritarsi una mozione di sfiducia?», ha scritto sui social poco l’ex Premier fiorentino.
SALVINI “NON C’È PIÙ FIDUCIA”
Da Helsinki dove è impegnato nella riunione con gli altri Ministri dell’Interno dell’Eurozona, il Ministro Salvini lancia le ultime (forse definitive) dichiarazioni votate verso la crisi di Governo: «Le teorie di Di Maio arrivano lontane, lascio a lui i suoi sfoghi, abbiamo preso atto della svolta storica dei 5 Stelle che hanno votato assieme a Merkel, Macron, Berlusconi e Renzi. Noi andiamo avanti sui fatti». Poi però le frasi più dure sempre davanti ai cronisti assiepati fuori dalla riunione con i Ministri Ue, «Mancanza di fiducia? Sì, purtroppo sì. Anche personale, perché io mi sono fidato per mesi». La rottura tra Salvini e Di Maio viene sempre più sottolineata anche quando il leader della Lega parla di possibile finestra elettorale sempre aperta: «Oltre questo governo ci sono solo le elezioni. La finestra per votare è sempre aperta. Deciderà il Presidente della Repubblica, è una domanda da fare ad altri, non decide Matteo Salvini. Il Viminale continua a lavorare». Nel frattempo a Roma di fretta e furia il leader M5s ha riunito tutto il quartiere generale e con Buffagni e Fraccaro ha fatto sapere tramite fonti grilline «Siamo stati colpiti alle spalle, le offese e le falsità dette nelle ultime 48 ore contro il M5S non hanno precedenti. Anche contro di me. Un mare di fake news solo per screditarci, quel che è accaduto è gravissimo». Durante la riunione con i fedelissimi a Camera e Senato, ancora Di Maio fa sapere «Il governo per noi va avanti perché siamo responsabili e leali, ma da quello che vedo la Lega vuole tornare con Berlusconi e se è così lo dica chiaramente, lo dica agli italiani. Dica la verità a chi gli ha dato il voto». Poco prima di riprendere la via di casa, ancora Salvini annuncia «non sarò al Consiglio dei Ministri domani e neanche al vertice sull’Autonomia».
DI MAIO “SE LA LEGA VUOLE CRISI DI GOVERNO LO DICA”
Lo avevano detto poco fa, la giornata non era per nulla finita, anzi era solo all’inizio: la crisi di Governo si acuisce sempre di più e sebbene in un primo momento tanto Di Maio quanto Conte (tramite una lunga lettera a Repubblica) avevano tentato di abbassare i toni, dopo il post su Facebook di metà mattinata di Salvini lo scenario è decisamente cambiato. In un video lanciato sui social il vicepremier M5s attacca «Se la Lega vuole far cadere il governo lo dica chiaramente e se ne prenda la responsabilità. Io non dico che abbiamo fatto male per l’Italia in questi mesi, ogni giorno cerco di portare a casa i risultati ma con questo clima si fa male al Paese e quando si minaccia di far cadere il governo il risultato è che gli investitori non investono, perché si ritrovano un clima di incertezza e attendono il governo successivo». Per il leader M5s, Salvini deve scegliere tra «l’interesse del suo partito e quello del Paese, ma così non si può andare avanti». In merito alle accuse della Lega sul presunto complotto Pd-M5s, Di Maio ribadisce «Qui si attacca il M5S per fare notizia e coprire il caso dei fondi russi ma questa è una falsità, una falsità volgare che ci ritroviamo ogni giorno. Si deve portare rispetto al M5S e oggi se vogliamo seguire questo schemino di Salvini, chi è al governo con Berlusconi, in tutte le Regioni, è la Lega. Chi sta al governo con Renzi sull’affossamento del salario minimo, sulla Tav, su Radio Radicale, ovvero Radio Soros, è sempre la Lega». Nel merito della nomina di Von der Leyen, Di Maio attacca ancora «C’è Orban che governa con la von der Leyen, alleato della Lega. Ci sono quelli del Pis (partito polacco)… ci sono tutti, i sovranisti l’hanno votata. Perché la Lega si è sfilata? Ci sono conversazioni su Twitter di esponenti dell’Europarlamento della Lega, che ringrazio per la loro sincerità, che dicono ‘abbiamo dissimulato facendo credere al M5S e Conte che avremmo votato la von der Leyen e poi ci siamo sfilati’. Si sono sfilati perché non hanno avuto garanzie sul commissario». Crisi di Governo “parte 3”, la serie continua…
SCONTRO TOTALE SALVINI-DI MAIO
Durissimi i botta e risposta durante tutta la mattinata tra i due vicepremier di un Governo sempre più in fibrillazione e in semi-completa crisi: dopo l’intervista al Corriere della Sera, Di Maio a Uno Mattina mette i punti sulle “I” e lancia i suoi di distinguo. «La crisi di governo non c’è e non ci sarà, perché questo è l’unico governo possibile […] Non faremo mai alleanze con il partito di Bibbiano» attacca il vicepremier M5s, che però poi al collega Salvini ribadisce «francamente non vedo litigi, vedo solo continui attacchi al M5S. Una volta sul salario minimo, un’altra sull’Europa, è un continuo e mi dispiace, ma se si fanno le cose per il Paese il governo va avanti 4 anni». Di Maio parla a ruota libera e affronta ovviamente il tema scottante dei fondi Russia «Se avessi il minimo sospetto che la Lega ha preso soldi dalla Russia non starei al governo con loro. Il tema è che se il Parlamento chiede un’audizione è giusto che quella persona vada in Parlamento. Io sono sicuro dell’esecutivo e ritengo ingiusto che ogni giorno si minacci una crisi di governo. Dal mio punto di vista ci sono delle riforme che si devono fare. Non ci sono tre no». Replica diretta, con tirata d’orecchi anche sulle nomine Ue («Nessuno si è scontrato, noi non ci siamo scontrati, siamo stati attaccati ingiustamente. Dovrebbe chiedere alla Lega perché ha cambiato idea all’ ultimo minuto. La nomina di un commissario europeo italiano spetta alla Lega… se ora sono in grado di farselo nominare un commissario, dopo essersi isolati in Europa, ben venga. Altrimenti gli diamo una mano») prima che però Salvini controreplichi su Facebook con un breve post al vetriolo «5Stelle e PD? Da due giorni sono già al governo insieme, per ora a Bruxelles. Tradendo il voto degli Italiani che volevano il cambiamento, i grillini hanno votato il Presidente della nuova Commissione Europea, proposto da Merkel e Macron, insieme a Renzi e Berlusconi. Una scelta gravissima, altro che democrazia e trasparenza». Allora Di Maio torna alla carica e attacca «C’era un accordo per cui la Lega avrebbe votato Ursula Von der Leyen in cambio di un Commissario. Hanno capito che non avrebbero avuto il Commissario europeo e si sono ritirati. Con queste accuse che lancia al Movimento, la Lega sta mentendo». Chiusura dell’infuocata mattinata col Premier Conte che ammonisce Salvini «col no della Lega a rischio la nostra poltrona in Ue». L’impressione forte è che non finisca qui per oggi..
CRISI DI GOVERNO: FONDI RUSSIA, PD E…
Complotto, “inciucio” e trame dietro le quinte: la “Terza Repubblica” assomiglia sempre di più alla prima e dopo l’ipotesi di una possibile alleanza Pd-M5s per far “fuori” letteralmente il leader della Lega, Salvini oggi replica sul Corriere della Sera con dose massiccia ai retroscena riportati ieri e in queste ultime settimane. Ma lanciando un monito abbastanza chiaro al compagno di Governo mentre ormai si sta esaurendo la finestra utile per andare alle urne a settembre (secondo gli esperti sarebbe il 20 luglio l’ultima data possibile per poi convocare Elezioni Anticipate entro fine settembre). Dopo l’assoluzione ieri del viceministro Garavaglia la reazione dei 5Stelle non è stata esattamente quella dell’alleato di Governo lieto di avere un problema in meno da affrontare, bensì quella di ribadire «bene, ora però convinca Salvini a venire in aula per chiarire sulla vicenda Russiagate». Ecco, oggi il leader della Lega si fa piuttosto chiaro: «non ho notato grande solidarietà dei 5 Stelle, forse erano pronti con i comunicati ciclostilati da mandare in caso di condanna. Per loro siamo tutti presunti colpevoli. Al di là della Russia, che non è niente, il problema è l’atteggiamento in generale». La domanda allora si pone quasi di sola, sarà crisi di Governo? «Lo chiederò a Conte e a Di Maio. Gli attacchi e gli insulti del Pd ci stanno, ma qui ogni giorno due o tre esponenti cinquestelle si alzano e attaccano Salvini. Attilio Fontana e poi Siri, Rixi, Molinari, Romeo, per qualcuno sono tutti colpevoli e ladri a prescindere, atteggiamento poco democratico».
DI MAIO REPLICA A SALVINI “I NO FINORA SOLO DALLA LEGA”
Tante e tante risposte sulla vicenda della Lega, ribadendo di conoscere Savoini e D’Amico e di non avere paura a dire che si fida di persone che lo circondano: poi l’altro affondo, forse decisivo per “immaginare” una crisi di Governo (dopo aver spiegato che ci andrà eccome in Parlamento a rispondere alle domande su “Moscopoli”) «Io non credo alle finestre elettorali e non credo che restino solo due o tre giorni. Dieci? Neanche, non è così stretta. Poi c’è l’autonomia, la riforma della giustizia, la manovra. Con questi tre passi vado avanti, con tre no cambia tutto». Cade il Governo, si chiede l’intervistatore del Corriere della Sera, e Salvini risponde in maniera piuttosto particolare «È una scelta dei 5 Stelle, le cose o si fanno o non si fanno. Mi auguro che il loro voto a Merkel e Macron non significhi una manovra alla Monti. Il buongiorno si vede dal mattino e io non so se Ursula von der Leyen sta lì che aspetta di fare crescere l’Italia. Fra qualche mese chiederemo conto a chi l’ha votata, perché avremmo potuto cambiare la storia». Ieri sera Di Maio aveva idealmente anticipato la sua risposta a Salvini facendo sapere che finora «gli unici no sono stati quelli del Carroccio. Siamo disponibili anche a votare la Flat tax ma ancora non c’è stato mostrato un piano sulle coperture» .