Dopo la telefonata con Matteo Salvini che ha fatto superare indenne la prima giornata di tregua del Governo dopo il rischio di frattura insanabile tra Lega e M5s, il leader pentastellato Luigi Di Maio si è diretto al Quirinale per un colloquio privato con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Al Colle il Ministro del Lavoro ha fatto il punto della situazione sia sul fronte del doppio delicato ministero che ricopre e ovviamente gli aggiornamenti sulla pre-crisi di Governo paventata ieri dal Premier Conte: da fonti del Quirinale all’Ansa, il capo dello Stato «avrebbe espresso la necessità di fare al più presto chiarezza nella maggioranza. Il presidente avrebbe tra l’altro espresso preoccupazione per l’andamento dell’economia e rimarcato la necessità di far quadrare i conti». Di Maio fa sapere dopo il colloquio al Colle che «Il governo deve andare avanti per 4 anni, io l’ho sempre detto. Quando non saremo d’accordo su delle cose lo diremo però per fare il bene di questo paese serve una maggioranza compatta». Lo stesso leader M5s ha raccontato parte della telefonata avuta con Salvini, «dobbiamo necessariamente affrontare il tema della legge di bilancio che non prevede solo accordi di maggioranza ma la compattezza del governo per riuscire ad affrontare una grande sfida. Ora è il momento di dare stabilità al paese e soluzioni ai problemi sul piatto come il salario minimo e le risposte alle famiglie». In giornata ha commentato anche Salvini quel colloquio spiegando «E’ andata bene, ci sentiamo spesso. Con lui ogni tanto abbiamo idee diverse ma c’è un contratto da onorare, la mia parola vale».
L’APPELLO DI CONTE E LA CRISI “RIMANDATA”
È una partita a scacchi, giocata da due giocatori assai diversi tra loro, con “consensi” opposti e con un tempo non infinito per risolvere la propria partita (di Governo): in attesa di capire se la crisi di Governo tra Lega e M5s possa avere una luce in fondo al tunnel o se invece qualche “giocatore” si stancherà prima, la prima mossa di giornata dopo l’ultimatum dell’arbitro-Premier Giuseppe Conte di ieri sera è spettata a Matteo Salvini, in anticipo su Di Maio. Fuori dalla lunga (perdonateci, ndr) metafora ludica, la vicenda della crisi interna alla maggioranza è molto seria: «Non ho alcuna intenzione di far cadere il governo, ma il governo è pagato per fare, i ministri e i presidenti sono pagati per fare», aveva detto il leader della Lega stamane a Rtl 102.5 raccogliendo l’appello del Premier di distendere i toni e rilanciare l’azione di Governo. Subito Dl Crescita e Decreto Sblocca Cantieri hanno rappresentato i primi veri banchi di prova per il Governo, e dalle prime impressioni e dichiarazioni la situazione è tutt’altro che in via di risoluzione: «La mia volontà c’è ma se mi dovessi accorgere che tra 15 giorni ci ritroviamo qui a dirci le stesse cose, con gli stessi ritardi e gli stessi rinvii, allora sarebbe un problema. Noi siamo pronti, vogliamo fare, abbiamo idee e progetti – ha aggiunto Salvini – Conto che assorbiti i voti di questa campagna elettorale tutti partano determinati e compatti».
CRISI DI GOVERNO: DI MAIO ‘SFIDA’ SALVINI
Con un lungo messaggio su Instagram l’altro vicepremier Luigi Di Maio ha invece voluto “tendere” una mano alla Lega: non direttamente (siamo pur sempre in una partita a scacchi!) ma spiegando come non vi sono alternative a questo Governo e il Movimento 5 Stelle è pronto a superare anche questa crisi di Governo. «C‘è un dato, inconfutabile, al di là delle ricostruzioni dei giornali e dei retroscena che ormai non legge più nessuno. E il dato è che, se si lavora insieme, si trova sempre una soluzione. Questo è quello che vuole il MoVimento 5 Stelle: lavorare per il Paese, spediti, col piede sull’acceleratore, perché questo è il solo governo che ha la forza di farlo»; il vicepremier M5s spiega poi come «tanti fanno il tifo per rivedere il Pd e Forza Italia», forse parlando proprio ai gruppi interni di Lega e M5s che desieranno e immagino una maggioranza diversa per poter andare ad elezioni anticipate, smentendo però del tutto tale opzione «Sono i nostalgici della Fornero, degli aiuti alle banche e delle porte aperte a tutti. Mi spiace deluderli, ma noi non abbiamo alcuna intenzione di riconsegnargli nelle mani il Paese». Per questo motivo, conclude Di Maio “sfidando” Salvini «Nessuna intenzione di tornare indietro, ma di andare avanti. Bisogna andare avanti approvando ogni punto del contratto. Questo ci chiedono gli italiani e questo faremo!».
LA TELEFONATA “DISTENSIVA”: IL GOVERNO RIPARTE
La partita a scacchi però all’improvviso, circa verso mezzogiorno, vive di una improvvisa impennata “positiva”: fanno sapere fonti di Lega e M5s che nel corso della tarda mattinata è andata in scena una «lunga e cordiale telefonata tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio». Il tutto all’indomani mattina dell’ultimatum di Conte e nonostante i “distinguo” fatti dai due vicepremier in queste ore post-crisi annunciata: ebbene, le fonti di entrambi i partiti hanno fatto sapere al Messaggero e all’onda che il colloquio telefonico è stato molto lungo, con un clima «positivo», nonostante oggi sia Salvini e che Toninelli per il M5s abbiano lanciato altre “stoccate” all’avversario-alleato. Il Governo riparte? Lo si vedrà dai tanti dossier ancora aperti, in primis lo Sblocca Cantieri e il Decreto Crescita sul quale il Premier Conte è stato categorico anche questa mattina: «Il tempo è poco, serve una condivisione totale» o la partita a scacchi potrebbe anche terminare bruscamente.