DRAGHI AL SENATO ALLE ORE 9.30, VOTO PER LE 19. GIOVEDÌ ALLA CAMERA
Le Comunicazioni del Premier Draghi al Senato cominceranno domani mattina alle ore 9.30: questo emerge dalla conferenza dei capigruppo tenutasi a Palazzo Madama: la crisi di Governo entra nelle ore più decisive, con il discorso del Presidente del Consiglio che sarà depositato alla Camera prima dell’inizio del dibattito a Palazzo Madama (ma discorso e voto a Montecitorio avverranno giovedì). La chiama per il voto di fiducia sulle Comunicazioni è atteso dalle 18.30 in poi: secondo quanto spiegato in queste ore dal Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, «il partito di Conte ha già deciso di non votare la fiducia al governo Draghi. Conte sta scommettendo sul voto anticipato, ma sarebbe un ulteriore crollo nei sondaggi. […] Il direttivo del M5s alla Camera è invece pronto a votare la fiducia a Draghi».
A stretto giro arriva anche la replica piccata del Movimento 5Stelle che contesta le parole del proprio ex leader e capo politico: «Quanto riferito dal ministro Di Maio in riunione col suo gruppo parlamentare, a proposito di una volontà precostituita da parte dei componenti del direttivo del gruppo M5S Camera, non risponde al vero», riportano fonti parlamentari M5s alla Camera. Polemiche anche sull’asse Centrodestra e Partito Democratico dopo l’incontro avvenuto stamane, su richiesta di Enrico Letta, tra il segretario dem e il Premier Draghi: mentre è ancora in corso il vertice del Centrodestra di Governo a Villa Grande, fonti vicine a Salvini e Berlusconi fanno trapelare «Incredulità del centrodestra di governo, che si sta confrontando a Villa Grande, per le provocazioni del Pd: il premier non può gestire una crisi così complessa confrontandosi solo con il campo largo di Pd e 5 Stelle, a maggior ragione dopo una crisi causata dallo strappo di Giuseppe Conte e dalle provocazioni del Partito democratico». Fanno sapere sempre le medesime fonti lo sconcerto manifestato dai vertici di Lega e Forza Italia per l’incontro avvenuto tra Letta e Draghi, prima di salire al Colle: si apprende come con ogni probabilità nelle prossime ore il Centrodestra chiederà un incontro a Palazzo Chigi per discutere della crisi di Governo. Commento caustico arriva dal leader di Azione Carlo Calenda: «Letta ha chiesto, imprudentemente, a Draghi di vederlo. Allora Salvini e Berlusconi si sono offesi e chiedono a Draghi di vedere anche loro, altrimenti il governo è ancora più a rischio. A me sembra tutta una roba da quinta elementare. Dalle gelosie di Conte in poi. Anche basta».
IL PREMIER DRAGHI È SALITO AL QUIRINALE: LA CRISI CONTINUA
Come avvenuto in tutte le precedenti situazioni politiche “molto delicate”, il Presidente del Consiglio Mario Draghi stamane è salito al Quirinale per confrontarsi con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: al temine, uscendo dal retro, il Capo del Governo è tornato a Palazzo Chigi dove continuerà a organizzare il discorso sulla crisi di Governo previsto per domani. Fonti di Governo ribadiscono che l’incontro di stamane al Quirinale, «rientra nelle consuete interlocuzioni, tanto più in fasi delicate come l’attuale, e all’indomani del viaggio in Algeria». Dal Pd intanto prosegue il “pressing” su Draghi affinché rimanga in sella fino al termine della Legislatura: nel confronto durato oltre un’ora tra Enrico Letta e il Premier sarebbe stata ribadita dal dem l’invito alla «continuità» per evitare paralisi e instabilità.
Durante la riunione di stamane tra i vertici della Lega – Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti – con Ministri, viceministri e sottosegretari, è invece emersa con chiarezza il rifiuto del Carroccio di andare avanti con il Governo Draghi qualora vi sia ancora il M5s al suo interno: la parola d’ordine resta “responsabilità”, come spiega dal sottosegretario Freni all’uscita dal vertice. Su Facebook invece è lo stesso stato maggiore del Carroccio a spiegare «Si conferma grande compattezza: il partito è indisponibile a proseguire il lavoro “con gli inaffidabili 5Stelle e senza chiarezza”. L’auspicio è garantire all’Italia soluzioni all’altezza, evitando che provocazioni, liti e figure inadatte blocchino il Paese». Durante la riunione con i gruppi parlamentari di ieri, aggiunge sempre la Lega, «era emersa grande insoddisfazione nei confronti dei ministri Luciana Lamorgese e Roberto Speranza considerati “inadatti a proseguire”». Un nuovo “veto” che rischia a questo punto di mettere in discussione non solo la presenza M5s ma anche i due ministri che Salvini ha contestato fin dai tempi del Conte-bis. È in corso un vertice del Centrodestra di Governo a Villa Grande, residenza romana del leader FI Silvio Berlusconi: presenti, oltre al Cav e a Salvini, anche Toti (Coraggio), Lupi (Noi con l’Italia) e Cesa (Udc).
CRISI DI GOVERNO, DOMANI GIORNO DELLA VERITÀ: IL CRONOPROGRAMMA
48 ore per definire dove e come andrà a finire la crisi di Governo: siamo alla vigilia delle Comunicazioni che il Premier Mario Draghi terrà domani al Senato e alla Camera dopo le dimissioni “congelate” dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. 48 ore per capire se l’Italia avrà ancora un Governo Draghi dopo mercoledì 20 luglio o se invece vi sarà il ricorso estremo alle Elezioni anticipate: 48 ore per capire se il M5s riuscirà a comporre l’ennesima frattura che appare insanabile tra “governisti” e “contiani”. Il “giorno della verità” sta dunque per giungere mentre il Presidente del Consiglio è tornato a Palazzo Chigi per preparare il discorso al Parlamento previsto per domani: oggi la conferenza dei capigruppo di Camera e Senato stabilirà orari e cronoprogramma, mentre ieri i Presidenti Fico e Casellati hanno stabilito che le Comunicazioni partiranno prima da Palazzo Madama e poi seguiranno a Montecitorio.
Alle parole di Draghi seguirà un voto di fiducia, considerato a questo punto cruciale per le sorti del Governo: gli scenari che si aprono davanti sono molteplici ma quasi tutti convergono su quattro principali “sbocchi” per la crisi di Governo iniziata lo scorso giovedì.
1- M5s rientra nei ranghi e vota domani la fiducia a Mario Draghi
2- Strappo interno al M5s, parte vota con la maggioranza: scatta il Governo Draghi-bis (ma il Premier deve essere convinto a farlo)
3- Dimissioni irrevocabili di Draghi, nuovo Governo “balneare” per arrivare ad Elezioni in primavera
4- Dimissioni irrevocabili di Draghi e nessuna possibilità di Governi tecnici: si va al voto anticipato in ottobre.
M5S SPACCATO, LEGA INDECISA, PD “SILENTE”: LA CRISI DI GOVERNO VISTA DAI PARTITI
Al netto di quale scenario potrà giungere domani dopo le Comunicazioni del Presidente del Consiglio in Parlamento, la crisi di Governo giunge al suo apice dopo una giornata fitta di fibrillazioni all’interno di tutti i partiti della maggioranza, a cominciare dal responsabile di questa situazione. Nell’Assemblea congiunta dei parlamentari M5s, ieri si è consumato lo strappo tra il capogruppo alla Camera Davide Crippa e il Presidente Giuseppe Conte, con il primo che accusava il secondo di fare «propaganda» e di voler mettere in difficoltà il Paese strappando e andando alle Elezioni anticipate. Dopo 6 ore di interventi, la nota finale dell’ex Premier Conte rende esplicita la frattura ma rilancia: «Posso sintetizzare che la stragrande maggioranza degli interventi ha colto la forza e la coerenza della nostra posizione. Adesso la decisione non spetta a noi ma spetta al premier Draghi». Non solo, il leader pentastellato ha poi aggiunto che «il Paese è in una condizione davvero drammatica. Di fronte a questo, l’atteggiamento di responsabilità ci impone di chiedere al presidente Draghi che le priorità da noi indicate vengano poste nell’agenda di governo».
Conte non parla di sfiducia ma fa capire che se risposte non arriveranno, la linea resterà quella dell’Aventino: «Rispetto qualche opinione dissenziente espressa al nostro interno, nonostante una linea chiara appoggiata dalla stragrande maggioranza dei colleghi. Se ci sono persone che vogliono lasciare mi dispiace, non sarebbe a cuor leggero per me come leader, ma c’è bisogno di chiarezza. Se qualcuno ritiene di non poter condividere un percorso così partecipato e condiviso, faccia la propria scelta in piena libertà, in maniera chiara, subito e senza ambiguità.», è la conclusione di Giuseppe Conte. A livello internazionale, i costanti appelli da Ue, Bce, Usa, mercati puntano tutti per far rimanere Draghi a Palazzo Chigi in vista della instabilità enorme che provocherebbe a tutto il sistema occidentale la caduta del Governo italiano in questo momento: sfruttando questa linea, tanto Matteo Renzi quanto Enrico Letta insistono per la proposta di un Draghi-bis senza più Conte ma con tutti i grillini che vorranno aderirvi domani in Parlamento. «O Draghi si convince che bisogna andare avanti nell’interesse del Paese o, Crippa o non Crippa, si va alle elezioni a inizio ottobre. Non ci sono altri scenari per me», spiega il leader di Italia Viva nell’intervista a “il Giornale”, «Draghi deve preparare una lista di cose da fare senza ascoltare le paturnie dei partiti e dei partitini: vada, scelga, governi. Draghi faccia Draghi e l’Italia va. Se invece vuole fermarsi, i grillini possono anche fare tre scissioni al giorno ma non cambia nulla». Secondo “il Foglio”, stamane il segretario Pd avrebbe avuto un colloquio di oltre un’ora con il Presidente Draghi, nel tentativo più che probabile di convincerlo per non rassegnare le dimissioni. Lato Centrodestra invece, la situazione vede FdI sul piede di guerra per andare subito al voto; Forza Italia con Berlusconi e Tajani che ribadiscono, «o Draghi bis senza M5s o voto anticipato», mentre infine la Lega di Salvini è quella più sensibile alle “sirene” delle Elezioni ma anche conscia delle profonde conseguenze che avrebbe un voto a ottobre in queste condizioni. Salvini ieri alla riunione dei parlamentari della Lega ha detto di avere «grande stima per Mario Draghi» spiegando poi che nulla è ancora deciso, «Vedremo se si andrà alle urne o no. Questa maggioranza può garantire risultati agli italiani? Datemi la vostra risposta, sono qui per ascoltarvi».