Dobbiamo prepararci ad un inverno rigido e ad un possibile peggioramento della crisi energetica che già stiamo affrontando. Questo vuol dire che nei mesi più freddi dell’anno potrebbe aumentare il rischio di blackout, eventualità su cui gli esperti hanno già lanciato un allarme. Jeremy Weir, amministratore delegato del trader di materie prime Trafigura Group, il mese scorso ha avvertito che l’Europa potrebbe sperimentare blackout in caso di inverno freddo. Il punto di rottura potrebbe avvicinarsi con le continue interruzioni nucleari che si stanno verificando in Francia. Ad esempio, Electricite de France SA sta fermando i reattori che rappresentano il 10% della capacità nucleare della nazione, acuendo le carenze energetiche dell’Europa e lasciando di fatto il Vecchio Continente in balia degli eventi mentre si avvicina il culmine dell’inverno.



A scattare la fotografia della situazione è Bloomberg, che ha evidenziato le preoccupazioni dei Paesi europei con i prezzi di gas ed elettricità che nel frattempo sono volati alle stelle, complicando i piani dei governi che hanno a che fare con l’aumento dell’inflazione. La situazione potrebbe peggiorare con l’aggravarsi delle tensioni geopolitiche tra Russia e Ucraina.



CRISI ENERGETICA, “PROBLEMI PER L’EUROPA”

Emeric de Vigan, CEO della società di analisi energetica COR-e, ha confermato a Bloomberg le preoccupazioni di esperti e addetti ai lavori: «L’Europa avrà molti problemi se farà freddo. Ora basterebbero 2-3 gradi Celsius sotto il normale stagionale per avere problemi». La speranza è di riuscire a scongiurare un aggravamento della crisi, ma il nucleare francese rappresenta una fonte cruciale di energia non solo per la Francia, ma anche per Germania, Gran Bretagna e il nostro Paese. La disponibilità era già bassa a causa della pandemia Covid, che ha ritardato i lavori su alcuni reattori, ora EDF sta fermando due unità e prorogando lo stop ad altre due dopo aver scoperto un guasto ad un impianto durante una regolare manutenzione.



Stando a quanto riportato da Bloomberg, questo vuol dire che un terzo del nucleare francese si fermerà all’inizio di gennaio, costringendo l’Europa a dover bruciare più carbone, persino petrolio in nazioni come Germania e Svezia, ostacolando il piano di riduzione delle emissioni di carbonio. La Francia potrebbe dover fermare le esportazioni verso la Gran Bretagna e l’Italia, secondo Jean-Paul Harreman, analista di Enappsys Ltd. Se ciò accadesse, i prezzi potrebbero salire ulteriormente.