Un’azienda su tre ha chiesto agevolazioni per poter fronteggiare i rincari conseguenti alla crisi energetica. È quanto riporta la testata ItaliaOggi. E proprio per poter andare loro incontro l’Unione Europea ha sdoganato gli aiuti di stato, al passo con gli interventi che sono già stati messi in campo oltreoceano dagli Stati Uniti. Solo infatti garantendo regole più elastiche sarà possibile assicurare alle imprese europee un reale sostegno durante questa fase critica.



Alla luce dei dati della Commissione Europea sono 673 miliardi di euro gli aiuti messi in campo a favore delle imprese, di cui 51 miliardi da parte dell’Italia. Il nostro Paese si è guadagnato così il terzo posto, dopo la Francia con 161 miliardi al secondo posto e la Germania in cima al podio, con 356 miliardi.



Si tratta per ora di stime, che però potrebbero anche essere superiori alle previsioni. Come però ha rilevato la Commissione Europea “le stime sono le migliori basate sui budget approvati nelle decisioni sugli aiuti di stato e su altre cifre disponibili”. Tra l’altro i budget notificati da alcuni stati membri sono solo preliminari, con la possibilità di un futuro adeguamento.

Aiuti di stato per la crisi energetica: il quadro temporaneo di crisi

Il tema degli aiuti di stato fa parte del progetto di proposta di trasformazione del quadro temporaneo di crisi, che a sua volta si inserisce nel piano industriale del Green Deal. Scopo è quello di facilitare un accesso più rapido ai finanziamenti per le imprese che operano in territorio Ue.



Obiettivo centrale è inoltre quello di accompagnare il settore imprenditoriale verso una più rapida diffusione delle energie rinnovabili e verso un processo di decarbonizzazione dell’industria.

Gli aiuti previsti dal quadro temporaneo di crisi potranno essere concessi fino al 31 dicembre 2023. Gli importi sono rapportati al numero di imprese duramente colpite dalla crisi, alla liquidità sufficiente da garantire alle stesse e alle compensazioni legate ai costi aggiuntivi che le imprese hanno dovuto fronteggiare a seguito dei rincari di gas ed energia elettrica.

Previsti infine massimali di 300mila euro per tutte quelle imprese che operano nel settore dell’agricoltura, della pesca e acquacoltura. Massimali invece fino a 2 milioni di euro per utti gli altri settori.