Pochi giorni prima delle elezioni in Italia, in margine a una visita a Berlino del Segretario del Partito democratico italiano Enrico Letta, il Cancelliere della Repubblica Federale, Olaf Scholz, si è espresso a gamba tesa contro la possibile vittoria del centrodestra. Parole, peraltro, che non hanno avuto alcuna conseguenza pratica, ma che hanno sollevato ancora un volta i temi, intrecciati, della solidarietà comunitaria e del diritto di interferenza nei problemi interni di uno o più Stati membri.
Al tempo della crisi finanziaria del 2008-2009, le autorità comunitarie si mossero tardi, e non molto bene. Impararono la lezione. Di fronte alla pandemia, si mossero speditamente ed efficacemente con il Next Generation Eu che ha impedito il collasso dei Paesi più fragili (tra cui l’Italia) e li ha avviati sulla strada di riforme strutturali mirate ad aumentare la produttività dei loro sistemi economici.
Che risposta si sta dando di fronte alla crisi energetica, soprattutto del gas naturale, provocata, in gran misura, dall’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina? Sinora molte parole ma pochi fatti concreti. Alla fine della settimana scorsa si è tenuta una riunione del Consiglio dei ministri dell’energia dell’Unione europea: i risultati sono impalpabili. Una nuova riunione è in programma per l’11-12 ottobre.
Si pensava che Berlino prendesse la leadership dell’operazione. È il Paese a più alto reddito medio dell’Ue. È il maggiore importatore di gas russo. Gerhard Schröder, 77 anni, ex Cancelliere tedesco socialdemocratico (1998-2005), consulente del colosso Gazprom, è ora parte del Consiglio di sorveglianza della mega-azienda. Con queste credenziali, Berlino aveva tutti i titoli per negoziare per conto dell’ Ue. Invece, ha preferito far da sé, varando un programma di 200 miliardi di euro (l’Italia ne ha sinora stanziati 60) di aiuti a famiglie e imprese più colpite dal caro gas.
Ha anche nazionalizzato il più grande importatore di gas tedesco, la Uniper, nel tentativo di affrontare la crisi energetica causata dalla decisione della Russia di interrompere tutte le forniture di gas. Dopo il completamento di un aumento di capitale e l’acquisizione di azioni Uniper da Fortum, il precedente azionista di maggioranza, Berlino avrà circa il 98,5% dell’azienda aggiungendo altri 8 miliardi al piano di salvataggio concordato a luglio. Berlino afferma che Uniper ha dovuto affrontare gravi problemi finanziari, poiché i suoi clienti si aspettano ancora il carburante, anche se le forniture russe si sono esaurite, e l’azienda ha quindi dovuto spendere molto più del previsto per acquistare gas sul mercato aperto per adempiere ai suoi obblighi contrattuali.
La solidarietà comunitaria è chiaramente messa in questione.
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