Il Consiglio dei Capi di Stato e di Governo tenuto a Bruxelles il 20 e il 21 ottobre sui temi dell’energia (in particolare del gas e dei suoi prezzi), corona, indubbiamente, un successo dell’Italia e del Governo Draghi dato che, pur se con qualche riserva, gran parte delle proposte di Roma sono state accolte dal consesso. Inoltre, c’è la prospettiva che il prossimo documento della Commissione non sia un’analisi propositiva ma un documento di decisione.
Ci sono volute ben 10 ore filate di negoziati prima che il Consiglio europeo trovasse un accordo sull’energia. Ma il risultato mostra tutte le difficoltà del momento e, com’era intuibile, prende ancora tempo su un eventuale tetto massimo al prezzo del gas. Un lavoro serrato che, almeno per il capitolo energia, si è chiuso alle 2 del mattino del 21 ottobre con un’intesa condivisa, come spiega il presidente Charles Michel. “Abbiamo concluso un accordo sul tema dell’energia”, ha dichiarato Michel al termine della prima sessione di lavoro. “Per molti mesi, comprese le ultime settimane, abbiamo lavorato molto, discusso, fatto progressi sull’argomento. […] In questi giorni, partendo dalle proposte della Commissione abbiamo lavorato per conciliare i diversi punti di vista”.
Sul tavolo c’erano le misure di sicurezza e solidarietà energetica pubblicate dall’esecutivo Ue solo qualche giorno fa, a cui si sono aggiunte alcune proposte elaborate direttamente dal Consiglio europeo. Un pacchetto di interventi “che costituiscono di fatto il quadro per il quale, in maniera urgente, la Commissione e il Consiglio dei ministri dell’Energia, hanno il mandato di lavoro”. In breve, c’è l’indirizzo politico, ma il lavoro è ancora tutto all’inizio. E non solo perché i no di Paesi come Germania e Ungheria all’istituzione di un price cap sul gas renderanno probabilmente lunghe le future discussioni sul tema. Molti degli interventi immaginati richiedono, infatti, un complesso lavoro tecnico e normativo anche in caso di completo assenso.
I punti forte dell’accordo sono acquisti congiunti di gas, un nuovo benchmark per il GNL (Gas naturale liquefatto), un corridoio di prezzi per il gas, e la separazione tra prezzo del gas e prezzo dell’elettricità. Ma nella maratona di 10 ore i leader europei hanno portato alla luce anche altre indicazioni chiave. E cercato di offrire una visione di Europa unita e compatta. Il testo uscito dall’incontro chiede al Consiglio Ue dell’energia e alla Commissione di “presentare con urgenza decisioni concrete” su nuove misure aggiuntive. A partire dall’acquisto congiunto volontario di gas e dall’aggregazione vincolante della domanda per un volume equivalente al 15% delle esigenze in termini di riempimento.
Dentro le misure da definire anche un nuovo parametro di riferimento per il GNL da attivare all’inizio del 2023, un corridoio di prezzo dinamico temporaneo sulle transazioni di gas naturale e un quadro Ue temporaneo per fissare un tetto al prezzo del gas nella produzione elettrica. Quest’ultimo da applicare senza modificare l’ordine di merito e solo in seguito ad un’analisi costi-benefici.
I Ventisette chiedono di velocizzare la semplificazione delle procedure autorizzative per le rinnovabili, anche “con misure di emergenza”. E di studiare interventi di solidarietà energetica in caso di interruzioni dell’approvvigionamento di gas a livello nazionale, regionale o dell’Unione.
Le conclusioni del vertice aprono le porte anche all’idea di uno strumento economico contro la crisi energetica. Nel dettaglio il Consiglio chiede di discutere della “mobilitazione degli strumenti pertinenti a livello nazionale e dell’Ue […]. Tutti gli strumenti pertinenti a livello nazionale e dell’Ue dovrebbero essere mobilitati per rafforzare la resilienza delle nostre economie, preservando nel contempo la competitività globale dell’Europa e mantenendo le condizioni di parità e l’integrità del mercato unico. Il Consiglio europeo è determinato ad assicurare uno stretto coordinamento delle risposte strategiche. Sottolinea l’importanza di uno stretto coordinamento e di soluzioni comuni a livello europeo, ove opportuno, e si impegna a conseguire i nostri obiettivi strategici in maniera unitaria”.
“Attorno al tavolo del Consiglio europeo c’è quella che chiamo clausola di fiducia”, ha aggiunto Michel. “È la determinazione di istruire i nostri ministri dell’Energia a lavorare sodo, a lavorare lealmente per garantire che vi sia il più ampio sostegno possibile per l’attuazione delle varie misure necessarie”.
In breve, molto si è fatto, ma molto ancora resta da fare.
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