Perchè la crisi della Germania ha riflessi anche sull’economia italiana? La Germania è tra i principali partner commerciali del nostro Paese, ed è quindi evidente come la frenata tedesca, la cui economia è entrata ufficialmente in recessione nel 2023, comporti ripercussioni anche sull’export made in Italy.



La discesa, in termini assoluti, vale oltre 2,5 miliardi di euro. Una riduzione su base annua del 4,4% dell’export italiano che certifica il trend di rallentamento dei mercati internazionali, con la Germania a fare da capofila nel raffreddamento globale. Questo è quanto apprendiamo dal Sole 24 ore sulla base dei dati Istat, che denotano un andamento omogeno in termini di calo di vendite. A novembre infatti si è assistito ad una discesa del 3,4% nei mercati extra-Ue e del 5,4% in Europa, con punte più alte proprio a Berlino, primo mercato di sbocco, che riduce nel mese gli acquisti del 6,4% approfondendo così il “rosso” dall’inizio dell’anno, ora superiore al 3%.



CRISI GERMANIA: COINVOLTI GRAN PARTE DEI SETTORI NELL’EXPORT MADE IN ITALY

La crisi sta attraversando sostanzialmente gran parte del mondo. Ma se in mercati come quello degli Stati Uniti e della Cina si sta assistendo a qualche segnale di crescita, o almeno di tenuta, non può dirsi la stessa cosa sul fronte europeo. In UE il calo è praticamente corale, coinvolgendo con poche eccezioni i maggiori mercati: non solo la Germania ma anche Francia e Spagna.

Il calo medio registrato dall’Istat (-4,4%), è in realtà più elevato guardando ai soli volumi esportati, giù del 6,4%, con le medie sostenute da un aumento di due punti dei valori unitari, dunque dei listini. Così, nel bilancio dei primi 11 mesi dell’anno, l’export italiano si trova quasi sulle stesse posizioni dell’anno precedente (che aveva comunque rappresentato il nuovo record), in progresso di appena lo 0,7 per cento. Alimentari, macchinari e autoveicoli sono tra le poche eccezioni positive in termini settoriali, mentre altrove si vedono soltanto segnali di riduzione. I cali si registrano anche dal lato delle importazioni (-8,9%) per effetto della frenata dei prezzi dell’energia, mentre negli altri comparti si registrano lievi progressi.