Decreti Ristori, Dpcm, Manovra di Bilancio e riforma del Mes: le prossime settimane per il Governo Conte-2 potrebbero non essere semplici da gestire, tenendo conto che parallelamente resta l’emergenza sanitaria alla vigilia di una campagna di vaccini che impegnerà l’Italia per tutto il 2021. Gli scontri nella maggioranza di questi giorni sulle regole del Dpcm Natale potrebbero essere solo l’inizio di un periodo di “feste” tutt’altro che semplice da gestire per Palazzo Chigi: se ci si mette anche il nodo Mes, con il voto in Parlamento del prossimo 9 dicembre sulla ratifica della riforma in area Ue, le acque tra Pd, M5s, renziani e Leu si fanno via via sempre più mosse. La persona cardine di questi giorni potrebbe allora essere davvero l’84enne Silvio Berlusconi: prima fa votare il Centrodestra col Governo per lo scostamento di bilancio, dando l’impressione di una rinnovata volontà di “collaborazione” con Conte e il Pd, poi però torna sui propri passi e annuncia come Forza Italia non voterà la riforma del Mes, unico partito che sostiene la maggioranza della Commissione Europea a farlo. I retroscena parlano di “ricatto” di Salvini che avrebbe per l’appunto annunciato la fine della coalizione qualora FI appoggiasse il Governo sul Mes il prossimo 9 dicembre, andando così in soccorso dell’esecutivo in potenziale minoranza al Senato dopo le minacce della fronda M5s anti-Salva Stati. «Da qui al 9 dicembre sicuramente gli arriverà una telefonata di Angela Merkel, che in questi mesi si era convinta della sua trasformazione nell’alfiere dell’europeismo senza se e senza ma», riporta la “voce” di Dagospia informata dei palazzi romani.
LE TAPPE DEL GOVERNO FINO ALL’EPIFANIA
Conte vuole in ogni modo allontanare una crisi di Governo che comunque in pieno Natale, tra Manovra e Dpcm, sarebbe difficile da profilarsi: ma la riforma del Mes non fa dormire sonni tranquilli a Palazzo Chigi, dunque si cerca di capire come evitare di scatenare una “bomba politica” laddove il M5s continuasse nella sua divisione interna sul Meccanismo Europeo di Stabilità. Ancora Dagonews aggiunge come l’idea di Forza Italia – su stretto invito giunto addirittura dalla Cancelliera Angela Merkel – sarebbe quella di lascia l’aula prima del voto, «così da lasciare la maggioranza votare sì e la Lega e Fratelli d’Italia votare no, garantendo (salvo grillini imbizzarriti) la ratifica della riforma del Mes». Anche l’indicente di percorso, che avverrebbe se Forza Italia risultasse – come sembra al momento – unita a Salvini e Meloni nel votare contro, non dovrebbe portare subito alla crisi di Governo: esiste però sempre un “ma” ed è quello che agita le consultazioni tra Conte e il Quirinale. A rivelare quel “ma” ci pensa ancora Dagospia: «Se a metà gennaio l’indice Rt dovesse scendere a 0,5 come sperano gli scienziati, con il vaccino in arrivo nelle settimane seguenti, potremmo davvero essere alla fine della fase acuta della crisi sanitaria. E quindi la defenestrazione del premier non sarebbe più un tabù per nessuno». Ed è dunque a quel punto il nome di Marta Cartabia – l’ex Presidente della Corte Costituzionale, il cui nome avanza sempre più negli ambienti del Parlamento – a risultare in “pole position” per diventare la prima Presidente del Consiglio donna della storia d’Italia in un potenziale “governo istituzionale” che si concentri su Recovery Fund e gestione dell’emergenza sanitaria. Fantapolitica? Staremo a vedere, ma di certo dopo il 9 dicembre qualcosa si saprà di più