Tira aria di crisi di Governo, tensione altissima tra Lega e Movimento 5 Stelle. Ultimo fronte dello scontro perpetuo tra le forze di maggioranza è la lettera inviata dal ministro dell’Economia Giovanni Tria alla Commissione Ue dopo il richiamo degli scorsi giorni. «Tagli a politiche welfare», si legge nel testo riportato dai colleghi di Adnkronos, indiscrezioni che hanno mandato su tutte le furie Luigi Di Maio. Pochi minuti fa è arrivato l’attacco diretto dei grillini sul Blog delle Stelle: «Secondo le prime indiscrezioni nella lettera da inviare alla UE, che Tria e la Lega hanno scritto, sono previsti tagli allo stato sociale per il triennio 2020 – 2022. Questa scelta è incomprensibile e sono necessarie delle spiegazioni. La linea che, d’accordo con la Lega, abbiamo seguito come governo è stata quella della lotta all’austerità. Posizione confermata dai risultati elettorali delle europee in cui è stato detto che è necessario fare la flat tax per i redditi bassi anche sforando il deficit. Gli italiani si aspettano da questo governo lotta all’austerità europea e questo è quello che dobbiamo fare, non i tagli al welfare». Elezioni anticipate in vista? Non ci resta che aspettare… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



CRISI GOVERNO CONTE, ELEZIONI ANTICIPATE?

C’è aria di crisi e il Governo Conte potrebbe non avere tutte le carte in regola per arrivare a fine anno: chi parla di tregua fin dopo la Manovra (scelta preferita da Mattarella), chi di scontro subito per elezioni anticipate nell’ultima settimana di settembre, chi di sconvolgimenti interni alla maggioranza con l’ingresso di Fratelli d’Italia e la probabile uscita del Movimento 5 Stelle (ipotesi però poco gradita allo stesso Salvini che ha già fatto sapere di non voler andare a “contrattare” singoli parlamentari come avvenuto nelle legislature passate). Insomma, un gran caos con il Premier Conte che ieri ha provato ad offrire garanzie al Colle affermando «moderato ottimismo per la conclusione della legislatura. Il governo del cambiamento deve ancora completare buona parte del suo programma. Ho elaborato un’agenda fitta di misure e provvedimenti da attuare che ci impegnerà per il resto della legislatura». I problemi sul tavolo sono molteplici, per non dire infiniti: il caso Di Maio, con oggi il voto Rousseau che lo confermerà o detronizzerà da leader M5s, la scoppola presa dal Movimento 5 Stelle e il ribaltamento completo delle forze elettorali interne al Governo. La Lega oggi vale quel 35% preso da Di Maio un anno fa (e viceversa) ed è evidente che sarebbe alquanto strano se il Governo da oggi continuasse con le stesse dinamiche e gli stessi equilibri del pre-26 maggio.



CRISI GOVERNO, M5S OFFRE RIMPASTO ALLA LEGA

Vi è poi, e pesa tanto, la minaccia europea della procedura d’infrazione con multa per il debito italiano troppo alto: la lettera di ieri della Commissione Ue prevede una risposta decisa, forte e immediata di Tria, Conte, Salvini e Di Maio ma al momento la crisi interna tra Lega e M5s vede di difficile risoluzione la possibilità di trovare un accordo sulle risorse da destinare per evitare la maxi multa di Bruxelles. C’è poi anche la partita europea, con la Lega che intende produrre un gruppo nel Parlamento Ue che possa invertire la rotta dell’austerità, dei bilanci controllati e delle procedure d’infrazione contro chi si spande sul debito. Si shakera il tutto e si scopre come i venti di crisi sono parecchi e le possibilità che il Governo gialloverde arrivi a vedere il 2020 sono sempre più in discussione. Salvini si è detto pronto ad attendere anche qualche giorno affinché i 5Stelle sistemino i loro problemi interni, ma a Conte ieri ha chiesto lealtà, «Non sei tu il problema, ma i 5 Stelle la devono smettere di insultarci quotidianamente». Se poi Di Maio da stasera non sarà più (assai poco probabile) leader M5s, allora tutto potrebbe prendere una piega assai più urgente: Salvini l’ha confidato ieri ai parlamentari leghisti, non si potrebbe andare avanti nel Governo con i M5s se prevalesse la linea di Alessandro Di Battista con annessi attacchi e insulti: «Io maggioranze con gli Scilipoti o i cambia-bandiera di turno non ne faccio. La maggioranza se c’è è questa. Per me c’è. Poi non commento le scelte degli altri partiti ma mi rifiuto di andare a pensare, di andare a raccattare tre senatori qui e dieci deputati là, non ci penso proprio…». Alcuni parlano anche di possibili rimpasti di Governo, con qualche ministro offerto alla Lega (il Tesoro? I Trasporti? La Giustizia?, ndr) per convincerli a rimanere in sella: chi vivrà, vedrà (e forse prima o poi rivoterà).

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