E dopo Di Maio arriva la conferma anche dall’altro vicepremier Matteo Salvini: la crisi di Governo è stata frenata, forse non del tutto scardinata, vedendo quanto ancora resta sul tavolo delle frizioni nel Governo gialloverde. Il leader leghista ha fatto sapere in una nota che oggi vedrà Di Maio, smentendo ogni possibile voce di caduta del Governo imminente: ha però aggiunto subito dopo «il problema non è Di Maio, ma i Ministri del M5s e i loro no». Ancora Salvini ribadisce che «c’è un evidente e totale blocco sulle proposte, iniziative, opere, infrastrutture da parte alcuni ministri 5Stelle che fa male all’Italia. Niente di personale, Luigi Di Maio è persona corretta e perbene, ma sono inaccettabili i ‘no’ e i blocchi quotidiani di opere e riforme da parte dei 5Stelle. Ieri Toninelli (con centinaia di cantieri fermi) che blocca la Gronda di Genova, che toglierebbe migliaia di auto e di tir dalle strade genovesi; oggi il ministro Trenta che propone di mettere in mare altre navi della Marina, rischiando di attrarre nuove partenze e affari per gli scafisti». Insomma la crisi viene frenata ma non del tutto eliminata: in tutto questo, nelle ultime 24 ore pesa come un macigno il “silenzio” tombale del Premier Conte, dopo quella lettera a Repubblica di ieri con la quale aveva fatto andare su tutte le furie il suo vice Matteo Salvini.
CRISI DI GOVERNO, LA RETROMARCIA DI LEGA E M5S
La crisi di Governo è stata ad un passo e forse è ancora latente nelle azioni e nelle menti di Matteo Salvini e Luigi Di Maio, ma dopo la tempesta di ieri oggi sembra calata la quiete che da più parti si attendeva: le provocazioni da Lega e M5s sono continuate fino a tarda sera, quando sembrava imminente la salita al Quirinale di Salvini per concordare una strategia di uscita dal Governo. Poi l’intervento a “Fuori dal Coro”, le parole di fuoco contro i Ministri M5s ma la rassicurazione che con Di Maio il rapporto è buono e lui «è una persona seria». Un po’ questo un po’ la netta sensazione che andare ad elezioni anticipate a settembre sarebbe davvero difficilissimo, con il rischio alto di un esercizio provvisorio laddove non si trovi il Governo per iniziare la legislatura: a questo Mattarella non metterà mai il suo ok e sebbene sul ritorno alle urne, come sondato da Lega e M5s proprio presso il Colle, non c’è il veto del Presidente è altrettanto vero che bisogna essere sicuri di una maggioranza. E al momento quella maggioranza, anche “grazie” al lavoro di Renzi che nel Pd naviga al contrario di Zingaretti per evitare il più possibile un accordo con i 5Stelle di Fico, manca su tutti i fronti. Si intuisce dunque che la quiete scesa nella nottata sia davvero effettiva dalle parole di Di Maio stamani ad Agorà Estate: «Escludo che possa esserci una crisi mi hanno sempre insegnato male non fare paura non avere: abbiamo da realizzare riforme importanti».
SALVINI “DI MAIO È UNA PERSONA ONESTA E SERIA, I MINISTRI M5S..”
Niente rottura, solo un fortissimo braccio di ferro nato per incomprensioni e forti divisioni su Autonomia, Flat Tax, Manovra e poi ancora Russiagate e l’elezione di Von der Leyen alla Commissione Ue: Salvini era ad un passo dal rompere ma poi ha cambiato idea, e anche i toni del M5s si sono smorzati. «l’unica cosa che dico è che è meglio vedersi, anzichè parlarsi, è giusto che ci incontriamo, chi chiariamo e andiamo avanti, oggi, perchè oggi c’e’ il consiglio dei ministri ed il tavolo autonomia». Di Maio poi sentenzia, «tra persone mature è meglio vedersi, non parlarsi a mezzo stampa. Oggi spostiamo qualche appuntamento, troviamo come sempre un punto per continuare. Non è una questione di scuse, altrimenti si alimenta un problema tra me e lui. Perché in questo anno siamo stati noi due a mandare avanti questo governo. Anche nei momenti di massima tensione abbiamo trovato un punto. Qui bisogna mettere al centro i cittadini italiani. Anche io ho delle critiche da fare ad alcuni ministri della Lega, ma non vado in televisione: li chiamo e ci mettiamo d’accordo». Il riferimento è alle parole di Salvini ieri sera alla trasmissione di Mario Giordano su Rete4, ovvero quando disse «Io stimo e rispetto Di Maio, ritengo che alcuni ministri dei M5S non sono all’altezza. Lui è persona seria onesta e preparata. […] Io penso che o questo governo ha la forza di andare avanti o ai torna a votare, una terza opzione non è possibile, esperimenti strani raccattando qualche ‘poltronaro’ sarebbero inaccettabili, questo è il mio pensiero. Poi decide il presidente della Repubblica, ma sarebbe un insulto se in Parlamento venissero fuori ammucchiate. O c’è questo governo o ci sono elezioni con un nuovo, altre soluzioni non ci sono». Il Governo continua, il bailamme mediatico e politico sul Russiagate sarà però la vera spina nel fianco per i prossimi giorni: per ora la posizione di Di Maio è ribadita, «Se avessi sospetti su Salvini non sarei al governo». Ma qui le posizioni, come visto, possono cambiare da una notte col giorno dunque nulla è stabilito e certo ancora in casa gialloverde..