COSA HA DETTO MACRON NEL DISCORSO ALLA FRANCIA: “RIMANGO FINO A FINE MANDATO”. NUOVO GOVERNO NEI PROSSIMI GIORNI E…

Emmanuel Macron rimarrà in carica all’Eliseo fino alla fine del suo mandato, ovvero nel 2027: questo forse il sunto più importante del breve discorso alla Francia tenuto questa sera dal Presidente della Repubblica dopo la caduta del Governo Barnier. Un nome nuovo, come anticipato, non è stato nominato ma verrà fatto nei prossimi giorni non appena le interlocuzioni coi partiti porteranno ad una figura in grado di «unire le forze politiche per un Governo di interesse generale». Macron si dà la colpa per la gestione dello scioglimento del Parlamento lo scorso giugno, mentre lancia stilettata a destra e sinistra, «non mi assumo responsabilità di fallimenti altrui».



Il riferimento è sulla mancanza di approvazione della Manovra 2025, tanto che il primo (se non forse l’unico) punto all’ordine del giorno del nuovo Premier sarà la “legge speciale temporanea di bilancio”, da approvare già prima di Natale. Tale Manovra “lampo” servirà a garantire «la continuità dei servizi pubblici e la vita del Paese», aggiunge Macron nel suo discorso alla Francia dopo le fortissime polemiche politiche e sociali di queste ore. Il nuovo Governo con la Manovra temporanea dovrà applicare le scelte per il futuro del Paese, augurandosi e aspettandosi che «possa emergere una maggioranza per adottarlo in Parlamento».



Tra i primissimi commenti al discorso di Macron interviene in serata la leader del Rassemblement National assieme a Jordan Bardell: «pronti a collaborare con il nuovo governo», così Marine Le Pen nel dimostrarsi più costruttiva sul nuovo prossimo Governo dopo aver contribuito all’uscita di scena dell’ex Premier Barnier. La sfiducia è tutt’altro che una “vittoria”, conclude Le Pen, bensì l’unica «soluzione degna per la Francia», anche se a differenza di Melenchon non richiede affatto le dimissioni di Macron, «sono pronta a dialogare e collaborare con l’Eliseo».

A BREVE IL DISCORSO IN DIRETTA VIDEO DALL’ELISEO: “MACRON NON FARÀ IL NOME DEL NUOVO PREMIER OGGI”

Mentre ancora oggi per tutta la giornata sono proseguiti gli scioperi di diverse sigle di lavoratori per tutta Parigi, dal discorso del Presidente Macron alle ore 20 in diretta tv e video streaming (qui a fondo articolo, ndr) un unico elemento certo sembra essere che non vi sarà un nuovo nome per il Presidente del Consiglio, almeno non questa sera. Lo hanno riferito fonti dell’Eliseo ai media parigini, nell’attesa del discorso alla nazione sull’ennesimo stato di crisi del Governo di Francia.



Dopo le dimissioni di Barnier, Macron ha annunciato di aver preso atto dell’uscita di scena dopo la sfiducia in Parlamento, sottolineando però come Michel Barnier rimarrà per la gestione degli affari correnti «fino alla nomina di un nuovo Governo». Socialisti e Repubblicani sembrano più favorevoli ad un dialogo con il Presidente della Repubblica, mentre Le Pen e Melenchon preferiscono far valere le proprie istanze, accusando la gestione pessima dell’Eliseo lungo tutto l’anno elettorale 2024. Secondo un sondaggio uscito oggi da Odoxa-Backbone Consulting per Le Figaro, i francesi per il 46% degli intervistati ritiene Macron il vero responsabile dello stallo politico attuale, compreso dell’instabilità che ne consegue: solo l’11% se la prende con Le Pen, il 10% con il Nuovo Fronte Popolare. L’impressione intanto è che in vista delle celebrazioni per la riapertura di Notre Dame a Parigi il prossimo weekend, il Governo francese rimarrà quello Barnier-Macron con il peso però grave di una caduta fragorosa in Parlamento.

LE DIMISSIONI DEL GOVERNO BARNIER, LE CONSULTAZIONI E IL DISCORSO ALLA FRANCIA: TUTTO IN 24 ORE PER MACRON

La Francia dopo neanche tre mesi dalla nascita del Governo è nuovamente con un vuoto di potere non da poco in Parlamento: la mozione di censura ieri in Assemblea Nazionale ha fatto cadere Michel Barnier, sfiduciato con l’esecutivo per la prima volta dal 1962. La sfiducia proposta dalla sinistra di Melenchon ha visto il “soccorso” della destra di Marine Le Pen, che ha rotto il patto di non belligeranza con il Governo Barnier dopo i continui stalli sulla Manovra e dopo il tentativo (poi abortito dalle dimissioni) di far passare la Finanziaria con un colpo di mano senza passare dal Parlamento.

Stamane correttamente Barnier ha presentato le proprie dimissioni all’Eliseo, dove si vive ore febbrili in attesa del discorso annunciato alla nazione francese questa sera alle ore 20 con il Presidente Macron: evitare una ulteriore crisi finanziaria e il caos di stabilità sociale è l’obiettivo n.1 dell’Eliseo che porta con sé però una gestione alquanto “spericolata” fin dallo scioglimento del Parlamento l’indomani dei risultati delle Europee (con la vittoria larghissima del Rassemblement National). Le Pen e Melenchon chiedono le dimissioni del Presidente anche perché dopo la caduta del Governo Barnier non è possibile per legge indire nuove Elezioni Legislative, fino almeno al giugno 2025 quando sarà passato un anno dall’ultimo voto parlamentare: lo sblocco sarebbe infatti l’uscita di scena di Emmanuel Macron, il quale però coltiva ancora l’ambizione di mantenere la guida della Repubblica in vista delle Presidenziali del 2027.

L’idea di Macron è dunque di presentare un nuovo nome alla guida del Governo che possa rappresentare una garanzia per i tre blocchi ben distinti in questo momento in Assemblea: la destra lepenista, il centro macroniano e la sinistra radicale (con l’anomalia Glucksmann, il leader socialista che galleggia tra Macron e il Nuovo Fronte Popolare). Il partito di Melenchon annuncia che una fiducia al nuovo Governo ordinato da Macron vi sarebbe solo in caso di guida affidata al Nuovo Fronte Popolare, di contro Bardella e Marine Le Pen puntano ad un Governo di Centrodestra in cui la sinistra rimanga all’opposizione, in alternativa le dimissioni immediate del capo dell’Eliseo. Si gioca dunque tutto nelle prossime ore, con il nome che Macron questa sera dovrebbe presentare alla Francia da cui si comprenderà quale indirizzo (e quale coalizione) intende coprire, con qualche possibilità maggiore in più sul campo a sinistra secondo i più attenti osservatori della politica francese.

TUTTE LE OPZIONI DI MACRON PER UN NUOVO GOVERNO “LAMPO”: PRANZO ALL’ELISEO CON BAYROU E…

I Repubblicani a Macron hanno spiegato che un nuovo Governo non verrà fatto cadere come ha fatto Marine Le Pen votando la sfiducia con Melenchon, ma occorre puntare su un programma spedito e pragmatico per arrivare poi a nuove Elezioni il prossimo anno: per i socialisti di Glucksmann serve una “piattaforma minima” tra le forze repubblicane, escludendo le ali “estreme” in particolare modo punterebbero sull’accordo di “desistenza” valso la vittoria al ballottaggio delle Elezioni contro l’avanzata di Bardella.

Allo stato attuale, restano ancora 3-4 strade aperte per Macron, chiamato all’ennesimo “sbrogliare” la matassa ingarbugliata (da lui stesso) con davanti uno scenario europeo che già vede in fortissima crisi la Germania del socialista Scholz: in primo luogo la strada maestra è quella di nominare un nuovo Premier che guidi una maggioranza più spostata verso Le Pen e Bardella così da sostenerlo in maniera più convinta rispetto a Barnier. In secondo luogo, rivolgersi dall’altro versante con il blocco di sinistra ripetendo però l’opzione esclusa dallo stesso Macron alle trattative in luglio per il nuovo Governo. Un possibile ma meno probabile terzo “punto” sarebbe il Governo tecnico senza partiti che trovi l’accordo sulle varie riforme e leggi ad ogni voto in Parlamento: strada molto complessa che metterebbe a forte rischio la stabilità nazionale, tanto politicamente quanto socialmente (con mondo del lavoro, sindacati e imprese sul piede di guerra).

La quarta ipotesi, piuttosto spericolata, è quella di mantenere in carica il Governo Barnier per gli affari correnti, puntando all’approvazione della Manovra e trascinando la gestione statale fino alle Elezioni di giugno 2025. Per Macron resta il problema di un nuovo Governo, a prescindere della destra o della sinistra, in quanto la probabilità di una nuova sfiducia sulla scia di Barnier resterebbe molto alta. In attesa di capire dunque che strada intraprenderà il Presidente francese, un piccolo indizio sul prossimo futuro arriva dalla segnalazione di François Bayrou giunto per un pranzo d’urgenza all’Eliseo: leader del MoDem, macroniano con però legami abbastanza stretti anche con Le Pen, la sua potenziale candidatura a Matignon si fa sempre più vicina secondo alcune fonti “anonime” ai media francesi.