CHIUSO ITER CRISI DI GOVERNO: SI VOTA IL 25 SETTEMBRE

Ora c’è anche la data: le Elezioni anticipate per rinnovare Governo e Parlamento si terranno il 25 settembre 2022, per effetto della decisione del Premier Mario Draghi consultato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L’iter della crisi di Governo si compie così con l’ultimo tassello dopo le dimissioni dell’esecutivo, lo scioglimento delle Camere e per l’appunto l’annuncio per il ritorno alle urne. Tutto in una giornata che passerà alla storia come quella che sancisce la fine della Legislatura forse più “pazza” della storia repubblicana.



«Come ufficialmente comunicato – ha detto il capo dello Stato nel discorso alla nazione – ho firmato il decreto di scioglimento per indire nuove elezioni entro 70 giorni come previsto. Lo scioglimento anticipato del Parlamento è sempre l’ultimo atto. La situazione politica ha condotto a questa decisione. La discussione il voto e la modalità hanno reso evidente l’assenza di prospettive per una nuova maggioranza». Il Governo Draghi decade anche se fino al prossimo insediamento del Parlamento rimarrà in sella per il disbrigo gli affari correnti: proprio nel perimetro individuato da Mattarella per questi “affari correnti” sorge la novità di queste ultime ore. «Dobbiamo far fronte alle emergenze legate alla pandemia, alla guerra in Ucraina, all’inflazione e al costo dell’energia», ha spiegato in CdM il Presidente Draghi recependo l’invito del Colle, «dobbiamo portare avanti all’implementazione del PNRR anche per favorire il lavoro del Governo che ci succederà». Covid, crisi derivanti dalla guerra in Ucraina e Recovery Plan saranno i tre assi portanti del Governo dimissionario in attesa che dal voto del 25 settembre possa emergere una maggioranza chiara per il successivo Governo e Presidente del Consiglio.



FIRMATO DECRETO SCIOGLIMENTO DELLE CAMERE: SI VOTA A SETTEMBRE

Dopo le 17.30 il Premier dimissionario Mario Draghi si è recato al Quirinale per controfirmare il Decreto di scioglimento delle Camere indetto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: a seguire, l’iter istituzionale della crisi di Governo prevede il ritorno a Palazzo Chigi in Consiglio dei Ministri per annunciare lo scioglimento delle Camere e discutere di quali “affari correnti” si dovrà occupare l’esecutivo nei prossimi mesi di Governo ancora in carica. Allo stesso tempo, il Presidente del Consiglio assieme al Ministro degli Interni Lamorgese stileranno e approveranno il Decreto per l’indizione delle Elezioni anticipate: in ultima analisi, il ritorno al Colle dove il Capo dello Stato controfirmerà tale Decreto con cui si “chiude” la crisi di Governo e si apre ufficialmente la campagna elettorale.



Secondo le anticipazioni emerse in questi minuti da fonti del Quirinale presso la Rai, la data per le Elezioni Politiche 2022 anticipate sarà il 25 settembre: con un breve intervento davanti alla nazione, il Presidente della Repubblica Mattarella ha ricordato gli impegni prossimi del Paese dopo lo scioglimento delle Camere annunciato in calce. «Ho firmato il Decreto di scioglimento delle Camere affinché vengano indette nuove Elezioni in 70 giorni come indicato dalla Costituzione: è sempre questa l’ultima scelta da compiere», ha detto il Presidente della Repubblica Mattarella aprendo il suo discorso alla nazione. La situazione politica determinata, spiega ancora il Capo dello Stato, ha di fatto obbligato la scelta delle Elezioni anticipate: «quanto avvenuto al Senato ha resto evidente il venir meno del sostegno vitale al Governo, come pure la possibilità di una nuova maggioranza. Questa decisione ha portato lo scioglimento delle Camere e le dimissioni del Governo Draghi». Non solo, Mattarella ha ricordato come il Governo dimissionario avrà comunque i poteri per affrontare tutte le emergenze presenti e future «fino all’insediamento del nuovo Governo»: il periodo che attraversiamo, conclude il Presidente, «non prevede pause per gli effetti della crisi economica, dell’inflazione, del costo dell’energia e i costi in aumento per famiglie e imprese». Servono «interventi indispensabili per far fronte alle difficoltà economiche» e quesi provvedimenti saranno fattibili dal Governo Draghi seppur dimissionario: «indispensabile intervenire sulla guerra in Ucraina, ma anche l’attuazione nei tempi concordati del PNRR cui sono condizionati i necessari e consistenti fondi europei di sostegno». Il Capo dello Stato cita poi anche il pericolo della pandemia: «per queste ragioni mi auguro che, nonostante la campagna elettorale, ci sia un atteggiamento costruttivo dell’interesse superiore dell’Italia».

SCATTA L’ITER PER SCIOGLIERE LE CAMERE: CRISI DI GOVERNO “BREVE”?

Convocando nel pomeriggio i Presidenti di Camera e Senato, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha non solo accettato le dimissioni del Governo Draghi ma ha lasciato l’indizio principale per il prossimo passo, ovvero lo scioglimento delle Camere (con l’iter dell’articolo 88 della Costituzione avviato, qui tutte le info). Probabilmente in serata sarà lo stesso Capo dello Stato a rivolgersi in un discorso alla nazione per spiegare i motivi di questa crisi di Governo e soprattutto le conseguenze di ciò che avverrà nei prossimi mesi. Tra gli ambienti del Quirinale circolano tre date come possibili per il voto anticipato di fine estate: 18 settembre (ma solo se avvenisse lo scioglimento delle Camere già oggi); 25 settembre (superato l’impasse con il capodanno ebraico dopo il via libera dell’UCEI alla possibilità di votare in quella domenica); 2 ottobre, considerato però rischioso per i tempi tecnici della scrittura della Manovra di Bilancio. Dopo le convulse trattative tra i palazzi della politica in questa piena crisi di Governo, emergerebbe però una nota dal Colle che ancora deve essere confermata: secondo questa fonte, sarebbe saltata l’ipotesi di elezioni il 18 settembre in quanto «non ci sarebbero i tempi tecnici per far votare gli italiani all’estero. Dopo l’ok della comunità ebraica, torna in campo la data 25 settembre».

La campagna elettorale, nel frattempo, è iniziata in maniera veemente: il “tutto contro tutti” era prevedibile, il livello della acredine politica anche. Apre le danze il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio che accusa Salvini e Conte di aver «strizzato l’occhio a Putin» e «fatto cadere per vantaggi personali il Governo riformatore del Premier Draghi». Dal Pd, dopo l’annuncio della fine del campo largo è ancora il Segretario Enrico Letta a parlare dal Nazareno: «Discuteremo e decideremo della conformazione della nostra proposta, sul nostro progetto e programma partendo dal fatto che abbiamo questa legge elettorale. Compagni di strada e modalità con cui questo avverrà, lo decideremo insieme, collegialmente. E’ evidente che il voto di ieri impatta molto fortemente». Per il leader di Italia Viva Matteo Renzi, giunge un appello: «Dicono: sono tutti uguali. Eh no! Noi abbiamo voluto e sostenuto Mario Draghi. Invece Conte, Salvini e Berlusconi lo hanno mandato a casa. Altro che tutti uguali: ricordiamocelo ai seggi, grazie». Fronte Centrodestra, il leader della Lega Matteo Salvini si limita ad un tweet, «Basta con la follia dei 5Stelle e con i giochini di potere del Pd: ora scelgano gli italiani», mentre da Silvio Berlusconi giunge l’appello per una nuova campagna elettorale unitaria del Centrodestra, così come Giorgia Meloni «La volontà del popolo si esprime in un solo modo: con il voto. Ridiamo speranza e forza all’Italia. Elezioni subito». Infine il fronte M5s con la rivendicazione di Conte: «Puntavamo sull’appoggio esterno, c’erano state anche interlocuzioni in questa direzione. Poi Draghi è intervenuto in Aula ed è saltato tutto. È stato il centrodestra a rompere. Anche se eravamo propensi a dare l’appoggio esterno, ieri nemmeno questo è stato possibile. Ci prendiamo la responsabilità delle nostre azioni. Ieri ci sono stati toni di disprezzo verso di noi, ci è sembrato più coerente togliere il disturbo piuttosto che votare contro».

CRISI DI GOVERNO APERTA: MATTARELLA ACCETTA DIMISSIONI DRAGHI

La crisi di Governo ora è ufficialmente aperta: «Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto al Palazzo del Quirinale il Presidente del Consiglio dei Ministri, Prof. Mario Draghi, il quale, dopo aver riferito in merito alla discussione e al voto di ieri presso il Senato, ha reiterato le dimissioni sue e del Governo da lui presieduto. Il Presidente della Repubblica ne ha preso atto. Il Governo rimane in carica per il disbrigo degli affari correnti», questo il breve comunicato del Quirinale letto dal Segretario generale della Presidenza della Repubblica Ugo Zampetti.

Le dimissioni il Presidente del Consiglio Mario Draghi le ha comunicate ufficialmente stamattina alla Camera con un brevissimo discorso in cui si è anche commosso: «Prima di tutto grazie, Certe volte – ha spiegato Draghi dopo lungo applauso dell’Aula – anche il cuore dei banchieri centrali viene usato, grazie per questo e per tutto il lavoro fatto in questo periodo». Annunciando la sospensione della seduta, che a questo punto potrebbe essere stata l’ultima di questa Legislatura, Draghi ha sottolineato «Alla luce del voto espresso ieri sera dal Senato chiedo di sospendere la seduta per recarmi dal presidente della Repubblica per comunicare le mie determinazioni».

AVVIATO ITER SCIOGLIMENTO CAMERE DOPO CRISI DI GOVERNO: QUANDO LE ELEZIONI?

Nel breve colloquio avvenuto con il Capo dello Stato, Draghi ha confermato la sua intenzione di rompere qui il patto di Governo in quanto non vi sono gli estremi per proseguire: l’elemento più importante però, che fa capire l’indirizzo preso ora dal Quirinale, è la nota successiva alle dimissioni accettate da Mattarella. «Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, riceverà nel pomeriggio al Palazzo del Quirinale i Presidenti delle Camere (Casellati alle 16.30, Fico alle 17, ndr), ai sensi dell’art. 88 della Costituzione»: quell’articolo infatti contiene l’iter per lo scioglimento delle Camere. Si apre a questo punto ufficialmente la campagna elettorale verso Elezioni anticipate, salvo sorprese in extremis in arrivo dal Colle con ipotesi come Governo tecnico di fine Legislatura o simili (che comunque Mattarella comunicherà in un discorso alla nazione nelle prossime ore/prossimi giorni). Lo “strappo” del Movimento 5Stelle sul Decreto Aiuti ha dato il via alla crisi di Governo, con una turbolenza che durava da mesi ormai ma che nel giro di una settimana ha visto sfaldarsi completamente la maggioranza di Governo tenuta insieme dal Presidente Mario Draghi dal 3 febbraio 2021 scorso.

Il “congelamento” delle dimissioni presentate dal Premier il 14 luglio ha visto realizzarsi la parlamentarizzazione della crisi di Governo: punto più cruciale è stato raggiunto ieri al Senato, dove un “nuovo patto di fiducia” è stato proposto da Draghi per concludere la Legislatura. Dal discorso tenuto però dal Presidente del Consiglio – considerato dal Centrodestra ostile in alcuni tratti – i partiti facenti capo a Matteo Salvini, Silvio Berlusconi, Lorenzo Cesa e Maurizio Lupi hanno presentato una risoluzione da votare in cui esprimevano pieno appoggio al Presidente Draghi per un nuovo Governo di fine legislatura in completa discontinuità con quello precedente, esplicitamente «senza il M5s che questa crisi l’ha causata». Il Premier era a quel punto davanti ad una scelta: far porre la fiducia su quella risoluzione, oppure su quella presentata dal senatore del Centrosinistra Pierferdinando Casini in cui semplicemente si «prendeva atto della Comunicazioni di Draghi» e le si approvava. Draghi ha scelto la seconda, in quanto probabilmente non intendeva voler creare un Governo nuovo di maggioranza “politica”: la frattura è divenuta insanabile e così il Centrodestra non ha votato la fiducia al Governo Draghi e nemmeno il Movimento 5Stelle, rimasto fino all’ultimo “ondivago” sulla scelta da prendere. Per il Pd di Letta «il campo largo è finito, ognuno per », in Forza Italia le spaccature veementi hanno portato l’addio dei Ministri Gelmini e Brunetta; la Lega con Salvini punta alla campagna elettorale con Fdi di Giorgia Meloni, ma i mugugni interni al Carroccio per l’ala più “governista” potrebbero pesare in futuro; il M5s ne esce distrutto, con nuove defezioni in queste ore e con diverse anime ormai separate sia dentro che fuori da quello che fu il Movimento 5Stelle. Insomma, la campagna elettorale è cominciata e le Elezioni anticipate – che potrebbero tenersi il 25 settembre o il 2 ottobre, le date più gettonate – sembrano ormai ad un passo: la palla ora in mano al Presidente della Repubblica. Per l’ennesima volta.