«Se non arrivano risposte alle proposte di Iv siete ancora pronte a dimettervi? Assolutamente sì. E non è tutto risolvibile con il Recovery»: così ha ribadito la Ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova in vista delle prossime 24 ore decisive prima del Consiglio dei Ministri. Per la renziana capodelegazione al Governo il Recovery Plan «significa più di 200 da impegnare non per operazioni come quelle della manovra, dove si sono fatte mancette. Dopodiché c’è il problema complessivo che è l’azione di governo fino a fine legislatura: il Cdm sta gestendo solo l’emergenza ma chi lo pensa il dopo?». Al momento – serata di lunedì – il testo in bozza di cui si discute da settimane ancora manca e per i renziani questo è inaccettabile: «Noi non abbiamo il documento e non l’hanno neanche gli altri: tutti hanno avanzato proposte».
Questo però non porterà alcuna crisi prima quantomeno del passaggio in Cdm, per senso di «responsabilità istituzionale» e ponendo fede all’impegno richiesto dal Quirinale. Serve però un “metodo corretto”, conclude la Bellanova contestando l’operato di Conte ancora in questi ultimi giorni: «noi non bloccheremo il Recovery ma non possiamo dire come voteremo perché non abbiamo ancora il testo e questo, me lo lasci dire, è anche un problema di democrazia […] O si cercano i responsabili, è questa allora è un’altra strada, o si cerca di costruire una nuova fiducia all’interno della stessa maggioranza».
ITALIA VIVA: “PRONTI A DIMISSIONI”
Il senatore del Pd Tommaso Nannicini – tra i più vicini al suo ex leader Matteo Renzi – lo scrive chiaramente sui social: “Recovery Not Found” e viene subito retwittato dall’attuale n.1 di Italia Viva. Sta qui il senso del nuovo mini-strappo in questa infinito sali-scendi della crisi di Governo: con le parole di Conte sull’approvazione del Recovery Plan di domani sera in Consiglio dei Ministri sembrava quantomeno congelata la crisi, con Renzi ‘convinto’ dal Quirinale a far slittare le discussioni dopo il via libera al piano per i fondi europei.
Ma il problema sta proprio qui, quel piano ancora manca e le tempistiche si fanno strette: «Quando arriva il documento? Vorrei leggerlo prima del consiglio dei ministri», spiega la Ministra renziana Elena Bonetti a “Un giorno da Pecora” su Rai Radio 1, mentre gli fa eco la collega Teresa Bellanova «Siamo all’11 gennaio e il Recovery non ci e’ ancora stato consegnato. Io sono stufa degli appelli a fare presto, ma sulla base di che? Dalle tabelle comunque posso dire che ancora non ci siamo». Fuori da Montecitorio interviene anche il presidente di Italia Viva Ettore Rosato che non lancia messaggi distensivi alla maggioranza, come del resto conferma anche il n.2 del Pd Orlando («un accordo ancora non c’è»): «I problemi non stanno tanto in Conte, ma sul fatto che questo governo si sta caratterizzando da mesi per l’immobilismo. Se ci consegnano il Recovery plan, speriamo di poterlo approvare e che i contenuti corrispondano agli accordi. Ma il piano di investimenti dei fondi Ue è un pezzo dei problemi, non si può continuare con un governo che non decide, l’immobilismo non paga». Le discussioni proseguono ma il Cdm è domani sera e la possibilità di uno “strappo” torna ad essere quantomeno non esclusa…
CONTE “DOMANI RECOVERY PLAN IN CDM”
«Il Recovery plan dovremmo approvarlo domani, abbiamo il Cdm domani in serata. Dobbiamo correre»: torna a parlare in pubblico il Premier Conte e lo fa nell’intervista al Tg3 dove fa scorgere qualche segnale di una lieve “distensione” della crisi di Governo con Italia Viva. «Lavoriamo per costruire, il momento è così difficile che dobbiamo mettercela tutta per offrire risposte ai cittadini», ha detto il Presidente del Consiglio ribadendo la necessità di fare “quadrato” perché davanti potrebbero arrivare tempi ancora più duri per il contagio da Covid-19, «Sta arrivando una impennata dei contagi anche da noi, è partita dall’Inghilterra, poi si è spostata in Germania e sta arrivando. Non sarà facile, dobbiamo fare ancora dei sacrifici».
Poco prima era invece il suo “rivale” Matteo Renzi a tornare a parlare in diretta tv nel programma di La7 “L’Aria Che Tira”: «Conte può restare al suo posto quanto gli pare, il punto è se restiamo noi…», è il messaggio tutt’altro che “sereno” lanciato dal leader di Italia Viva, che poi aggiunge «Non possiamo buttare nel… bagno i soldi delle prossime generazioni, stavo per dire una cosa che non devo dire ma ho ricevuto un’occhiataccia da mia moglie. L’idea che noi facciamo tutta questa battaglia sui contenuti per accontentarci di una poltrona sarebbe profondamente sbagliata». A Renzi non è andata giù la scena del Presidente del Consiglio andato in Conferenza stampa per dire ‘sfido Italia Viva in Aula’: «Questo atteggiamento proprio lungimirante non è ma se vuole farlo è un suo diritto. Oggi il suo portavoce, Rocco Casalino, ha detto ‘Andiamo in Aula così do un’asfaltata a Renzi’. Farsi asfaltare da Rocco Casalino non è uno dei miei sogni». Secondo il capogruppo alla Camera per il Pd Andrea Marcucci – ospite di “Un giorno da Pecora” su Rai Radio 1 – spiega che il rimpasto di Governo potrebbe essere vicino: «far cadere il governo e che il Paese rimanga senza governo, mi sembra folle. Mi auguro che tutti lavorino seriamente per trovare una soluzione. Che poi la soluzione sia un patto di legislatura, un rimpasto o meno – cosa che mi sembra plausibile – l’importante è che il governo riparta con un nuovo collante perché come siamo andati avanti negli ultimi mesi è stato un po’ troppo faticoso».
MONITO MATTARELLA A ITALIA VIVA
Se ieri sera il “termometro” della crisi di Governo segnava una febbre altissima quasi vicino al “ricovero” (per il Presidente del Consiglio), il giorno dopo sembra tutto tornano in una pseudo normalità. Cosa è successo nel mezzo? Al netto delle discussioni sul nuovo Dpcm e in vista del prossimo Decreto Ristori, pare che la “frenata” sostanziale della crisi – confermata dalla intervista più conciliante di Matteo Renzi stamani a Rtl 102.5 – provenga direttamente dal Quirinale: come spiegano i diversi quirinalisti oggi sui quotidiani, il “monito” di Mattarella è risuonato pressapoco così, «approvate prima il Recovery Plan, poi via libera all’eventuale crisi».
Ieri sera Renzi pare fosse pronto a far dimettere Bellanova e Bonetti dopo l’ennesimo tira a molla sul Piano nazionale di resilienza e ripresa con Palazzo Chigi, ma dal Colle è risuonata la “campanella di allarme” e qualcosa in effetti sembra essere essere mutata anche radicalmente. «A me del cambio di governo interessa zero, il problema non è come si cambia il governo ma come si affronta la pandemia. A me non importa nulla delle poltrone, ma che non si buttino i soldi in arrivo dall’Europa», spiega Renzi su Rtl.
RENZI ‘PLACA’ LA CRISI: “MA CONTE ORA CORRA”
Il messaggio di Mattarella viene così spiegato oggi su La Stampa su fonti interne al Quirinale: «per almeno una intera settimana, il governo dovrà rimanere con i ranghi al completo. Perché appena si dovessero dimettere le ministre di Iv, si aprirebbe formalmente la crisi e anche il premier sarebbe costretto a dimettersi: e il Parlamento dovrebbe bloccare i suoi lavori». Il planning dunque vede al momento Cdm tra martedì e mercoledì sul Recovery Plan, poi di corsa in Parlamento per all’approvazione in settimana e poi possibilità dalla prossima di vedere le “carte” sulla crisi di Governo a che punto saranno: Conte-ter, crisi pilotata, rimpasto, governo istituzionale o di “scopo”.
Le ipotesi sono tutte aperte, con Pd-M5s che spingono per non far cadere il Presidente del Consiglio e che potrebbero essere anche disposti ad un “Conte-ter” piuttosto che non rassegnare dimissioni e andare al voto. Su questo, potrebbe anche esserci un “gentleman agreement” tra Chigi e Renzi che però non lascia tranquillo il Premier davanti alle continue “bizze” dei renziani che a parole proseguono nel considerare finita l’esperienza di questo Governo. «Approviamo questo benedetto Recovery – ha ribadito in radio il leader di Italia Viva -. Ma mettiamo questi soldi per le cose utili. Anzi a Conte diciamo: ‘corri, presenta il Recovery, presenta i ristori». La conta in aula potrebbe esserci nelle prossime settimane, ma non per volontà di Renzi: «ho proposto dei contenuti e se la reazione di Conte e dei suoi collaboratori è ‘andiamo in aula e li asfaltiamo’, io spero soltanto che hanno fatto bene il conto dei numeri. Se danno queste veline ai giornali, sapete che c’è? Ci vediamo in Senato. Si vedrà che noi difendiamo gli interessi degli italiani, loro che vogliono mantenere la poltrona».