Luigi Di Maio tira dritto: dopo l’apertura della crisi di governo da parte della Lega si aspetta il taglio dei parlamentari. «Ci affidiamo alle decisioni del Presidente della Repubblica. L’unica apertura da fare è al buon senso», il messaggio scritto su Facebook. Poco fa è poi tornato a ribadire la sua posizione: «Volevo dirvi che domattina sarò a Roma con tutti i parlamentari del MoVimento 5 Stelle. Se ce ne sarà bisogno staremo lì anche a Ferragosto». E quindi ha rilanciato: «Dobbiamo tagliare i 345 parlamentari. Siamo ad un passo. Bastano due ore! L’unica apertura che ci interessa è questa, la chiediamo a tutte le forze politiche. A domani!». Invece Matteo Salvini è pronto a incontrare Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni. «Conto di vedere gli alleati (del centrodestra) già la prossima settimana in vista delle elezioni regionali che ci aspettano e scegliere i candidati migliori, ovviamente parleremo anche di altro». (agg. di Silvana Palazzo)
CRISI GOVERNO, RENZI SFIDA SALVINI: “NO AL VOTO SUBITO”
Proseguono le prove di dialogo tra Matteo Renzi e Movimento 5 Stelle dopo la crisi di Governo. Pochi minuti fa l’ex premier dem ha sottolineato su Facebook: «Davanti alla forzatura istituzionale di Matteo Salvini, il Parlamento ha due strade: assecondare Capitan Fracassa e andare al voto, come vuole lui e quando vuole lui, oppure creare un Governo NoTax che eviti l’aumento dell’IVA e scongiuri il rischio dell’uscita dall’Euro. Io non ho dubbi». Caos nel Partito Democratico per la mossa del senatore di Rignano, finito nel mirino anche di Giorgia Meloni: la leader di Fratelli d’Italia ha invitato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a «fermare la vergogna del ‘governo di salvezza renziana’». Fari puntati su Piazza Affari dopo il pronunciamento di Fitch sull’Italia e le reazioni della Borsa dopo la caduta dell’esecutivo gialloverde. Ricordiamo che venerdì Piazza Affari è crollata del 2,48%: in fumo 15 miliardi di capitalizzazione. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
CRISI GOVERNO, ZINGARETTI: “NO AD ACCORDICCHI”
«Il Governo ha fallito, noi non temiamo il voto. Proponiamo una visione alternativa per l’Italia e vogliamo parlare di lavoro, scuola, sanità, investimenti e non di accordicchi»: così Nicola Zingaretti sul possibile asse tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico dopo l’apertura di Matteo Renzi. La crisi di Governo imperversa ma in casa dem c’è grande divisione sul da farsi, con il segretario che si schiera inavvertitamente al fianco di Matteo Salvini, chiedendo elezioni anticipate subito. Lo stesso Renzi ha tenuto a precisare in un’intervista rilasciata ai microfoni del Tg5: «Dopo aver messo i conti a posto, si vada a votare e le assicuro che noi e i Cinque Stelle staremo da due parti diverse». Infine, la nota sul tema di Salvini: «Tasse ridotte al 15% per milioni di lavoratori italiani, pace fiscale con Equitalia per milioni di Italiani, nessun aumento dell’Iva ma riduzione delle tasse sulla casa. La nostra manovra economica è già pronta, a Renzi interessa solo perder tempo per salvare la poltrona», riporta Sky Tg 24. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
CRISI GOVERNO, CALENDA: “IDEA RENZI-M5S FOLLE”
Crisi Governo, è tutti contro tutti tra alleanze a sorpresa e obiettivi diversi. L’asse Renzi-M5s ha acceso il dibattito in casa Partito Democratico: Dario Franceschini ha invitato i dem a non dividersi «in un momento così rischioso», mentre Carlo Calenda non usa mezzi termini. «Idea folle e ridicola» quella di Matteo Renzi di fare una manovra lacrime e sangue con i grillini e Forza Italia: così l’ex ministro dello Sviluppo Economico ai microfoni di Radio Capital, che sottolinea che in questo modo «Salvini arriverebbe al 60%». Giorgia Meloni sposa la linea della Lega di un ritorno immediato alle urne, scagliandosi contro «patti del Nazareno allargati al Movimento 5 Stelle», mentre i pentastellati vanno in pressing sugli ormai ex alleati: il sottosegretario Manlio Di Stefano spinge per votare il taglio dei parlamentari, mentre Carlo Sibilia invoca «le dimissioni immediate dei ministri del Carroccio». Infine, il nuovo messaggio social del ministro dell’Interno: «Inciuci, giochetti di palazzo, governi tecnici o “di scopo” (?) non fermeranno la voglia degli Italiani di un governo finalmente forte, chiaro, libero, per tornare a correre, per l’Italia dei SÍ». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
CRISI GOVERNO, RENZI APRE AL M5S: “FOLLE TORNARE AL VOTO”
Crisi Governo, aggiornamenti di ora in ora dopo la rottura definitiva tra Lega e Movimento 5 Stelle. Nonostante le smentite di ieri, Matteo Renzi e il M5s sono sempre più vicini: entrambi non vogliono tornare alle urne subito a differenza di Matteo Salvini, che spinge per elezioni anticipate il più presto possibile. Attaccato anche da Beppe Grillo, il segretario federale della Lega ha affermato ai microfoni di Repubblica che «un nuovo esecutivo Pd-M5s sarebbe un film dell’orrore: è il potere della poltrona. Solo e unicamente questo. Ditemi una cosa su cui sono d’accordo Renzi e Di Maio», ma attenzione alle parole dell’ex premier di Rignano. Intervistato dal Corriere della Sera, Renzi ha spiegato: «Andremo in Senato e ci confronteremo. E qui è in gioco l’Italia, non le correnti dei partiti. Chiederò di parlare e dirò che votare subito è folle per tre motivi», citando la priorità di evitare l’aumento dell’Iva, le situazioni di Salvini e Conte, nonchè il taglio dei parlamentari da votare.
CRISI GOVERNO, INTESA RENZI-M5S? LE PAROLE DELLA LOMBARDI
«Si può votare anche prima di fine ottobre. E poi, se le elezioni danno un risultato chiaro, noi la Manovra ce l’abbiamo già pronta in testa», ha evidenziato Matteo Salvini ai microfoni di Repubblica, ma si moltiplicano le voci su un asse tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. Antonio Fanna parla di un Governo Fico-M5s con l’appoggio di Pd e FI, mentre la grillina Roberta Lombardi si spinge anche oltre: «Possibile un governo istituzionale a partire dal taglio dei parlamentari? Sì. Per fare, dopo quella riforma, la legge elettorale. Quando c’è la volontà politica ci vuole pochissimo tempo. Poi una manovra che sterilizzi le clausole di salvaguardia e metta il Paese al riparo dai mercati». No al voto, ma sì ad un accordo con Pd, Leu e con l’appoggio esterno di Forza Italia, con la Lombardi che ha ricordato anche il secco no a Bersani del 2013: «Eravamo molto più schizzinosi».