Dai diversi retroscena raccolti in questa ennesima convulsa giornata di crisi nel Governo Conte-2 l’ipotesi che “l’avvocato del popolo” resti a Palazzo Chigi ancora per molto è sempre più risicata: stando agli “spifferi” di Dagospia, Conte avrebbe “offerto” quasi tutto quello che poteva ad Italia Viva togliendo la delega ai servizi, cambiando il Recovery Plan (arrivata in questi minuti la bozza ai partiti, ancora niente Mes e non sciolto il nodo sulla governance) ed essendo pronto ad un rimpasto corposo della squadra di Governo. Renzi punta a indurre il Premier alla “crisi pilotata” portando diverse dimissioni nel CdM, ben sapendo che è quasi improbabile che i vari Ministri “coinvolti” si facciano da parte senza colpo ferire.
«Se i ministri non si dimettono volontariamente, si va verso la crisi formale: dimissioni di Conte, nuovo governo e fiducia in Parlamento. E chi vivrà, vedrà…», spiega Dagospia. Tra le stanze del Palazzo si vocifera poi sulla possibilità concreta che Mattarella – dato da quasi tutti i quirinalisti “che contano” piuttosto irritato per la situazione della crisi – possa alla fine optare per un Governo di unità nazionale supportato da quasi tutte le forze politiche con un Premier di fiducia come Carlo Cottarelli o Marta Cartabia, mentre si fa più complessa per Draghi nonostante i renziani abbiano decisamente fatto intendere che non sarebbe un’opzione sgradita.
RENZI FA SALTARE CONTE?
Le probabilità che Matteo Renzi e Giuseppe Conte arrivino ad un accordo per tenere insieme il Governo giallorosso scendono di ora in ora: dopo le tentate “aperture” di ieri del Presidente del Consiglio con il post su Facebook che annuncia le novità del Recovery Plan (e l’accenno a «rinforzare la squadra di Governo»), in serata l’intervista del leader di Italia Viva ai Tg Rai ha rimandato al mittente tutte le mediazioni sulla crisi di Governo. «Non esistono governi di scopo. Gli esecutivi sono fatti per governare e se Conte è in grado di farlo, lo faccia. Altrimenti toccherà ad altri», ha reagito Renzi confermando che l’ipotesi delle Elezioni non è in gioco al momento, «la legislatura finisce nel 2023. Parliamo di contenuti, non di giochi vecchio stile». Non si tratta di una questione personale secondo l’ex Premier Pd, «si risolvono, del resto abbiamo indicato anche noi Conte quando volevamo mandare a casa Salvini. Ma non si può governare solo ‘contro’. Adesso vanno date risposte alla crisi economica, ai soldi del Recovery: se il governo è in grado di fare, faccia. Conte ha detto ‘veniamo in Senato’, quasi sfidandoci. Lo aspettiamo lì». Ed è proprio il “duello” in Senato che potrebbe a questo punto essere l’ipotesi principale di questa infinta fase di pre-crisi di Governo: in attesa del Cdm sul Recovery Fund, le Ministre di Italia Viva potrebbero dimettersi portando lo scontro in Parlamento per la “conta” finale, sulla falsa riga di quanto visto nell’estate 2019 tra Salvini e Conte.
I 5 SCENARI IN CAMPO
Secondo il retroscena de “La Repubblica” gli scenari per far concludere la crisi del Governo Conte-2 sono sostanzialmente cinque: un rimpasto sostanzioso, un nuovo Governo sempre con lo stesso Premier (il Conte-ter), lo stesso esecutivo ma con un Presidente cambiato (Franceschini o Di Maio), un Governo tecnico (Cartabia o Cottarelli le ipotesi) o comunque un esecutivo con appoggio trasversale delle altre forze politiche (un Governo Draghi di “unità nazionale”) e ovviamente le Elezioni anticipate. Secondo il renzianissimo Ettore Rosato, intervistato da Sky Tg24, ad oggi non v’è alcun rischio di voto anticipato «Le elezioni con ci saranno. Non riusciamo a votare in Calabria, nel collegio di Siena, teniamo chiuse le scuole e le riapriamo per i seggi? Abbiamo delle regole, se c’è una maggioranza parlamentare non ci sono elezioni e non decide Rosato ma il presidente della Repubblica che affida un incarico».
Per il coordinatore dei renziani, in attesa del testo riscritto del Recovery Plan in arrivo in giornata sul tavolo dei singoli partiti di maggioranza, il nodo della crisi va affrontato in Aula: «Il presidente del Consiglio ci ha anticipato che andremo in aula, che abbiamo senatori, che qualcuno arriverà. A noi non risulta. Ma facciamo finta che sia vero, lo vedo molto impegnato sul fronte responsabili, noi vorremo usare responsabilità nei confronti del Paese. Andiamo in aula, ci confronteremo sulle idee, non sui numeri».
IL ‘PIANO’ DI RENZI PER IL GOVERNO DRAGHI
È però un altro renziano doc come Michele Anzaldi a svelare sul Manifesto il vero “piano” di Matteo Renzi per far cadere il Governo Conte, senza cedere ad ipotesi di rimpasti o Conte-ter: «Tutti, anche dentro la maggioranza, aspettano che Matteo sfondi la porta e lui lo farà», spiega il deputato di Italia Viva ai colleghi del Manifesto, «Lo farà perché Conte non è in grado di gestire la fase di emergenza e i 209 miliardi del Recovery e lo ha dimostrato. E ora bisogna mettere in salvo l’Italia». Il vero piano riguarda il dare il Paese ad un Governo che possa fare “debito buono”, citazione non a caso usata da Anzaldi guardando all’ex Presidente della Bce: l’ipotesi è quella di coinvolgere tutti, da Forza Italia alla Lega fino al possibile appoggio “esterno” anche di FdI. Al di là delle dichiarazioni di rito nel Centrodestra, Berlusconi-Salvini-Meloni da tempo triangolano con Italia Viva per trovare un modo per “mandare a casa” Conte e Casalino da Palazzo Chigi: «Alla guida serve una figura come Mario Draghi, se tutto l’arco politico, economico e sociale lo chiamasse non potrebbe dire di no», conclude netto e diretto Anzaldi. Prossimi step dunque la riunione sul Recovery Plan e la possibile “conta” al Senato per sancire, forse definitivamente, una crisi irreversibile del Governo Pd-M5s.