Arriva immediata e strutturata la replica di Matteo Salvini alle richieste di chiarimento pervenute dall’alleata Giorgia Meloni: «Io non voglio andare al governo con Conte, con il M5S, con il Pd, con Renzi. Ho mandato un whatsapp a Conte dicendo semplicemente ‘siamo a disposizione’. Siamo preoccupati in particolare per la scuola, non vorrei che il 7 gennaio si tornasse ai problemi di settembre. Mi ha risposto ‘troverò il modo, vediamoci’», ha spiegato il leader della Lega a “L’aria di domenica” in merito alle possibili novità su crisi di Governo, larghe intese ed eventuali rimpasti della maggioranza. Insomma, niente Conte-ter con la Lega in maggioranza ma uno scenario decisamente diverso: «C’è un governo in carica? Sì. E’ in grado di risolvere i problemi? No. Cosa facciamo? Tiriamo a campare? No. O questo governo si mette in riga, ascolta il paese e scriviamo insieme le regole, oppure si facciano da parte. Non si può votare a San Valentino, nel pieno della vaccinazione. Prima si vota e meglio è. Se per qualche mese ci fosse un altro governo, magari di centrodestra, perché no? Tanti in Parlamento sono stufi delle chiacchiere e delle promesse, darebbero una mano ad un governo di centrodestra». Da Conte ci andrà il Centrodestra compatto e unito, spiega Salvini riferendosi alle domande della Meloni, «Abbiamo il dovere di dialogare con Conte che è il presidente del Consiglio, poi speriamo che cambi il governo. Intanto abbiamo ottenuto 8 miliardi dal governo per partite Iva, precari, artigiani. Stiamo ottenendo aiuti per le associazioni di volontariato».



CENTRODESTRA E GOVERNO: È CAOS

Sulla possibilità, remota ma possibile, di una crisi di Governo nelle prossime settimane non è solo la maggioranza a trovare fratture al proprio interno: Giorgia Meloni non vede di buon occhio le semi-aperture fatte da Salvini venerdì scorso dopo l’intervista-bomba di Renzi a “El Pais (che ha evocato la caduta del Governo Conte-2). E così dopo Forza Italia anche la Lega si scopre “tentata” al proprio interno di lanciare un’ancora a Palazzo Chigi per formare però un esecutivo di “larghe intese” a tempo (un anno?) prima delle nuove Elezioni: insomma, tutto fuorché far continuare l’esperienza del Governo Conte-2 considerato, qui sì in piena condivisione da tutto il Centrodestra, come una “sciagura” da far terminare al più presto. «Dare una mano agli italiani sempre e comunque. Accompagnare il Paese a nuove elezioni con un governo serio, noi ci siamo, se serve per Paese», spiegava Salvini venerdì, smentendo un accordo con Renzi («Gli ultimatum di Renzi per me valgono più o meno zero») ma di fatto lasciando intendere che con qualche membro Cdx nella squadra di Governo ‘di unità nazionale’ si potesse tentare l’operazione verso le nuove Elezioni. Ieri a Catania dopo l’udienza per il processo Gregoretti, è lo stesso Salvini a spiegarsi meglio: «la strada maestra sono le Elezioni, l’attuale compagine di governo è dannosa per l’Italia, priva della capacità di rilanciare questo Paese. Prima si vota meglio è… usciti dal Covid perché non si può votare con gli ospedali pieni, non sarebbe una cosa intelligente […]. Invece di Conte, Azzolina, Renzi e Bellanova ci fosse una squadra più seria e coerente, sarebbe meglio per gli italiani».

CRISI GOVERNO, MELONI ‘AVVISA’ SALVINI

E così mentre proseguono le “trame” tra Pd, Italia Viva, M5s, Forza Italia e a questo punto anche Lega dopo l’ultimatum lanciato da Renzi sul Recovery Plan, sono diversi gli interventi dei leader di partito in questa domenica interlocutoria per la diatriba politica: «Cercare di migliorare l’azione del governo Conte, al quale abbiamo creduto e continuiamo a credere, non è una mina posta sotto la stabilità del quadro politico, ma è la condizione stessa per andare avanti […] Crisi di Governo al buio no, ma serve rilancio» spiega il segretario Pd Nicola Zingaretti al Corriere della Sera. Ancora più roboante invece l’intervento di Giorgia Meloni, l’unica a tenere la barra “dritta” contro il Governo di unità nazionale: «Sono abbastanza stupita. È un momento troppo grave per potersi permettere tatticismi esasperati o fughe in avanti. Serve grande responsabilità, da parte di tutti», spiega la leader di Fratelli d’Italia sempre al Corriere della Sera, «Trovo un po’ anomalo che – nello stesso giorno in cui noi leader del centrodestra ci sediamo a un tavolo per coordinare le posizioni – senza avvertirci, prima si facciano aperture a un governo nel quale si prende in considerazione l’ipotesi di siglare un nuovo patto con Pd o M5S con l’obiettivo di far fuori Conte». Il ragionamento della Lega – che per domani ha convocato la segretaria politica sui prossimi step da affrontare in Parlamento – è quello confermato da Salvini nei giorni scorsi, «L’apertura a un governo di transizione è una presa d’atto, non si può votare all’inizio del 2021, causa piano di vaccinazioni e pandemia». Per la Meloni però questo resta un passo indietro e così conclude «perché nel momento in cui il centrodestra mostra compattezza sul Mes, supera divisioni interne, si presenta compatta per ottenere ascolto e risultati su proprie proposte nella lotta contro il Coronavirus, perché aprire a un colloquio in solitaria con Conte, facendo il gioco della maggioranza […] Chiederò magari già domani a Matteo, quando ci vedremo per presentare le proposte unitarie del centrodestra sulla legge di Bilancio, cosa intendesse. E confido che ci chiariremo».

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