Crisi delle imprese in Italia, dal 2013 sono state registrate più di 100mila chiusure di aziende in tutta Italia, e tra le regioni più colpite ci sono ai primi posti in classifica Piemonte e Marche, specialmente nelle aree più spopolate. Tuttavia, ci sono piccoli segnali di crescita nel tessuto imprenditoriale, specialmente al Sud, dove il tasso è salito a +3,2% grazie soprattutto ai settori della ristorazione e dell’edilizia. Il Sole 24 Ore ha pubblicato i dati di Infocamere sui registri delle imprese, che mostrano una significativa perdita, di circa la metà di tutte le realtà nelle due regioni segnalate. Si tratta di un numero elevato, 54mila imprese perse, principalmente nelle province di Biella, Ancona e Fermo.



Un fenomeno di spopolamento imprenditoriale che è stato aggravato negli anni da vari fattori, dalla pandemia all’aumento dei prezzi, che hanno portato alla crisi finanziaria e al successivo collasso di molte realtà. Uniche eccezioni nelle zone più penalizzate sono Torino e Novara. Il trend resta comunque negativo se si analizzano le differenze tra nuove aziende e chiusure.



Crisi imprese, penalizzati i territori più colpiti dal calo demografico per mancanza di consumatori

Le numerose cancellazioni delle attività dal registro imprese, che si sono verificate nell’ultimo decennio, sono la dimostrazione che in alcuni territori sono venuti a mancare alcuni fattori fondamentali per l’esistenza stessa del tessuto imprenditoriale. In particolare la mancanza di potenziali consumatori che ha contribuito alla chiusura soprattutto delle piccole attività di vendita al dettaglio. Conseguenza causata anche dallo spopolamento delle aree più colpite, come ad esempio è accaduto in provincia di Biella. Un calo demografico sostanziale che ha costretto le aziende al saldo negativo. I settori più colpiti quelli dell’agricoltura e allevamento oltre al commercio.



Così come nelle Marche, penalizzate specialmente nel comparto manifatturiero, con la perdita del 13% di imprese ad Ancona il 28% a Fermo e il 22% a Pesaro. In controtendenza invece alcuni territori più a Sud, nei quali si sta registrando una lieve crescita che sta trainando il totale a livello nazionale. Tra le grandi città che restano in positivo Milano e Napoli, seguite dalle province di Frosinone, Bolzano, Caserta, Crotone e Taranto. Tra le tipologie aziendali maggiormente iscritte ci sono imprese di costruzioni, servizi di alloggio e ristorazione.