La crisi del latte artificiale lascia il 30% delle famiglie senza forniture
Negli USA continua ininterrottamente da 10 mesi circa la crisi del latte artificiale, dopo che a luglio la Food and Drugs Administration ha chiuso uno degli stabilimenti di produzione più importanti sul suolo americano. Contestualmente, messo al corrente della situazione critica, Joe Biden ha cercato, con la sua amministrazione, di porre una pezza, riuscendo a migliore leggermente la situazione, che tuttavia sembra essere piuttosto grave secondo una recente inchiesta del quotidiano USA Today.
Ed è lo stesso quotidiano a parlare anche dell’attuale entità della crisi del latte artificialeun terzo delle famiglie con neonati faticava a trovare il latte artificiale. Nel 2020, invece, si era registrato un dato analogo, espresso con una percentuale del 34%, segno che probabilmente l’intervento dell’amministrazione Biden non è stato affatto sufficiente. Le scorte dei supermercati stanno migliorando, ma analogamente chi lo trova sembra anche acquistarlo in grandi quantità (il tasso di esaurimento del prodotto è passato dal 10% di febbraio al 30% a luglio).
Cosa sta succedendo al latte artificiale?
Sembra, insomma, che la crisi del latte artificiale in America sia ancora un grosso problema, come sottolineano alcuni intervistati da USA Today. C’è chi approfitta di parenti o amici che viaggiano tra gli stati per farselo acquistare e chi, quando lo trova, riempie la cantina di casa. Ma c’è anche chi è disperato, perché alcuni bambini hanno esigenze nutrizionali specifiche, che li costringono ad acquistare un determinato prodotto irreperibile.
Le radici della crisi del latte, invece, affondano in una decisione, forse avventata, presa dalla Food and Drugs Administration americana che a febbraio aveva disposto la chiusura dell’impianto di produzione di Sturgis (Michigan) della Abbott Nutrition. Scelta presa in seguito a numerose segnalazioni di bambini che avevano consumato il loro latte artificiale e si erano ammalati di cronobacter (grave infezione batterica che ha portato anche alla morte di due bambini). La chiusura dello stabilimento (che forniva 1/4 del latte artificiale prodotto dalla Abbott, che a sua volta ha il 40% del mercato nazionale del latte artificiale).
Alla fine, specificatamente a luglio, si è scoperto che il cronobacter di cui si erano ammalati i bambini non aveva a che fare con il latte artificiale della Abbott, permettendo la riapertura dello stabilimento. La produzione sarebbe calata, anche in virtù delle spese che ha comportato la chiusura temporanea ed ora si starebbe ancora faticando a rifornire gli scaffali. Dal conto suo, Biden ha utilizzato i “poteri di guerra”, conferiti al presidente in virtù delle crisi, per accelerare la produzione, mentre in molti chiedono, da un lato, una revisione dei poteri della FDA e, dall’altro, che il mercato del latte artificiale si espanda, includendo altri attori (attualmente sono solamente 4 aziende a controllare il 90% del mercato).