Negli Stati Uniti l’acquisto di azioni non è più considerato una forma di investimento redditizia, almeno non come ai tempi del boom della web economy quando grazie alla cosiddetta “Bolla dot-com” i titoli in borsa delle compagnie tecnologiche ed informatiche registravano rialzi clamorosi quotidiani spingendo anche chi non aveva mai comprato pacchetti azionari a tentare questo tipo di investimenti. Tutto poi è finito quando la maggior parte delle società ha dichiarato fallimento, portando al crollo dei valori dei titoli, e alla perdita di miliardi di dollari per gli investitori. Successivamente i mercati finanziari non hanno più rappresentato un’offerta così attraente, non crescendo come forma di investimento, ma anzi, scendendo dal 62 al 58% come percentuale degli americani che dichiara di possedere titoli.



Le cose non sono cambiate neanche dopo l’avvento del trading online, e delle App di acquisto titoli che dovevano invogliare i cittadini a tentare l’accesso ai mercati di borsa. Dall’analisi del quotidiano online Quartz emerge anche che attualmente il modello di investitore medio in Usa, cioè chi può permettersi di comprare titoli azionari,  è rappresentato quasi esclusivamente da maschi, bianchi, benestanti e con età media dai 50 ai 64 anni.



L’identikit dell’investitore medio in Usa

I dati emersi da un’indagine statistica condotta dalla compagnia di sondaggi Gallup, dimostrano che gli investimenti in borsa non godono più di popolarità in America, dopo il crollo della web economy. Non solo, a rimanere fedeli all’acquisto titoli come forma aggiuntiva di reddito, sono rimasti solo i più ricchi. Ha dichiarato di possedere azioni l’89% di cittadini che guadagna più di 100mila dollari l’anno, contro il 25% di coloro che invece ne guadagnano meno di 40mila.

Inoltre sono più propense all’investimento in borsa le persone con istruzione universitaria o post laurea, circa il 79% di tutti gli intervistati ha detto di aver acquistato azioni. Notevoli poi le differenze per sesso, età ed etnia di coloro che investono di più, tra le persone di colore, solo il 46% rispetto al 64% dei bianchi non ispanici.  Si investe poco anche sotto i 30 anni, con una percentuale del 41%, contro il 67% di soloro che invece hanno tra i 50 e i 65 anni.