Crisi nascite, l’Italia si trova ad affrontare una situazione grave, che il governo sta cercando di affrontare con leggi e proposte per favorire la natalità. In un articolo del Corriere della Sera, l’editorialista Federico Fubini ha approfondito il tema, soprattutto in merito alle cause del problema. Attraverso l’analisi di alcuni dati storici e statistiche, emerge che la denatalità non sarebbe un fenomeno solo recente, caratterizzato soprattutto da una mancata volontà dei potenziali genitori, dettata ad esempio da scarse risorse economiche o da desideri individuali che prevalgono rispetto alla creazione di una famiglia.
Piuttosto potrebbero mancare proprio le risorse umane, cioè uomini e donne in età fertile, e che hanno la capacità biologica di far nascere figli. Una conseguenza della crisi demografica che progressivamente ha provocato un invecchiamento generale della popolazione, che è iniziata in realtà a partire dal 1862. Il tasso di fertilità, soprattutto relativo alle donne in fascia che va dai 15 ai 44 anni di età si è progressivamente ridotto, dopo un picco raggiunto solo in concomitanza con la proclamazione del Regno d’Italia nel 1861 quando si registrarono 833mila nuovi nati da 5,04 milioni di donne.
Crisi nascite, in Italia ridotto di 3milioni il numero di potenziali madri dai 15 ai 44 anni a causa dell’invecchiamento della popolazione
Tra le cause della crisi nascite che ha colpito l’Italia potrebbe esserci proprio la riduzione del numero di donne in età fertile, un rapporto che complessivamente rispetto al totale degli abitanti si è ridotto sempre di più già dal periodo post proclamazione del Regno d’Italia nel 1861. COme evidenzia l’articolo del Corriere infatti, i dati sono chiari, e mostrano una perdita progressiva delle potenziali madri, ridotte di quasi 3 milioni.
Questo spiegherebbe che il fenomeno della denatalità non sarebbe influenzato solo dalla mancanza di desiderio delle coppie di avere figli, visto che secondo le statistiche i livelli di propensione individuale sono quasi pari a quelli registrati nel 1991. Quindi a mancare potrebbe essere proprio l'”offerta”, scesa a causa dell’invecchiamento della popolazione. Un fattore che si è aggiunto ad altri che furono già causa del calo della fertilità individuale nel periodo della Grande Guerra, dovuta ai drastici cambiamenti del periodo. A questo punto l’autore si chiede, alla luce di questi dati: “Basteranno gli incentivi economici messi in campo dal governo per superare la crisi?“, forse l’approccio politico potrebbe guardare anche al problema demografico.