Potrebbe essere vicina la svolta nelle indagini sulla morte di Cristian Martinelli, il 35enne picchiato a Casale Monferrato, in provincia di Alessandria, da una baby gang la settimana sorsa e morto due giorni dopo il ricovero in ospedale. Dall’autopsia svolta nelle scorse ore dai medici legali arrivati da Pavia sono emersi nuovi e inquietanti dettagli sui colpi che sono stati inferti alla vittima. Non solo pugni e calci, sarebbe stata usata anche una spranga. Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, l’esame autoptico parla di fegato e milza spappolati. Ci sono lividi, dovuti ai colpi inferti dalla spranga che hanno causato due emorragie interne. Poi i pugni al volto e una mano tumefatta, segno che probabilmente Cristian Martinelli prima di cadere a terra potrebbe aver provato a difendersi.



Domani il corpo potrebbe essere restituito ai familiari per consentire lo svolgimento dei funerali, ma è ancora atteso il nullaosta. Nel frattempo, prosegue il lavoro dei carabinieri di Alessandria che nelle prossime ore potrebbero iscrivere altri nomi nel registro degli indagati. Per ora a Vercelli resta in carcere Nicolae Capstrimb, 20enne originario della Moldavia che avrebbe fornito la sua versione nel corso dell’interrogatorio di garanzia, ma senza denunciare i complici. Inoltre, quell’aggressione non sarebbe stata la prima. Cristian Martinelli era stato già preso di mira un’altra volta per il cellulare, che volevano rubargli. Nel caso della seconda aggressione, quella mortale, l’oggetto del contendere sarebbe stato un paio di occhiali da sole di marca.



NEL MIRINO DEI CARABINIERI BABY GANG “IRON HANDS”

Le indagini, che proseguono nel più stretto riserbo, stanno strigando il cerchio attorno alle persone che una settimana fa si sarebbero macchiate dell’omicidio di Cristian Martinelli. Si tratta del resto della baby gang, nota come Iron hands, sarebbe composta da almeno una quindicina di persone, maggiorenni e minorenni, quasi tutti di Casale Monferrato, ma ci sono anche abitanti delle frazioni. Tra questi una coppia che avrebbe guidato e istigato gli altri a scegliere le potenziali vittime a cui rubare cellulari e altri oggetti.



Come accaduto a Cristian Martinelli, che aveva avuto qualche problema di droga in passato, ma ne era uscito e, infatti, stava riprendendo in mano la sua vita. Ne parlano alcuni giovani seduti sulle panchine alla stazione, così pure la sorella Valentina. «Ora era a posto. Era una persona buona. Non meritava di morire così. E chi è stato deve pagare. Soprattutto perché si vantavano di essere stati loro gli artefici di quella aggressione. Lo hanno detto a tutti. Almeno fino a domenica mattina quando poi hanno scoperto che Cristian non c’era più», le parole riportate dal Corriere della Sera.