Cristiana Ciacci, figlia di Little Tony, è intervenuta ai microfoni di “Trends&Celebrities”, trasmissione in onda su Rtl 102.5 News e condotta da Francesco Fredella e Simone Palmieri. La donna ha ricordato la figura paterna con un velo di commozione: “Manca a tutti, è stato un grande papà. Ho anche scritto un libro sul nostro rapporto. Lui era un Babbo Natale perenne, un eterno ragazzo col ciuffo che, più che un papà, si è sentito un fratello maggiore. Era poco presente, doveva dare priorità alla sua carriera: i festival, gli spettacoli, le tournée, i film lo portavano spesso lontano da casa. Quando c’era, però, cercava di farsi perdonare con tanti regali o portandoci a mangiare fuori. Non era proprio in grado di sgridare o di prendere una posizione netta”.



I brani di Little Tony sono ancora profondamente attuali e permeano la cultura musicale anche delle nuove generazioni, tanto che, pochi mesi fa, una studentessa all’esame di terza media ha scelto di incentrare la sua tesina proprio sul cantante: “Una notizia che mi ha colto di sorpresa, ma che mi ha fatto un piacere enorme. Lui accomuna tantissime persone, nonostante sia morto da otto anni. Lo amano profondamente in tanti e io e Angelo Petruccetti portiamo avanti la sua eredità musicale. Oggi davvero tutti cantano in coro le sue canzoni e alcuni suoi filmati vengono proiettati sul maxischermo nei nostri spettacoli, concedendoci la possibilità di fare dei duetti altrimenti impossibili”.



LITTLE TONY, LA FIGLIA CRISTIANA CIACCI: “MIO PADRE AMAVA ‘RIDERÀ'”

Nel prosieguo dell’intervista su Rtl 102.5 News, Cristiana Ciacci ha svelato che la canzone che più piaceva a suo padre, Little Tony, era “Riderà”, che all’inizio non voleva neppure incidere, perché aveva poco a che fare con il rock. Poi, però, il suo produttore ha insistito ed è diventato da subito il suo singolo preferito, che lui usava per concedere i bis al suo pubblico.

Cristiana, però, ha vissuto un periodo di incomprensioni con i suoi genitori: “I miei hanno cresciuto una bambina prima e un’adolescente poi parecchio arrabbiata, in quanto il loro lavoro spesso li portava lontano da me. È mancata la comunicazione tra di noi. Mia mamma è morta quando io avevo 17 anni e ha avuto il rimpianto di non avere costruito un rapporto con me. Con mio padre, invece, ho provato tutta la vita a riavvicinarmi, ma abbiamo avuto tante incomprensioni, fino a quando, una quindicina di anni fa, abbiamo deciso di lasciarle da parte e di costruire bei ricordi”. Fra questi, ve ne è anche uno materiale, una chitarra acustica che suo papà ha regalato al nipote Mirko: “La tiene come una reliquia. Anche lui ha preso lezioni di chitarra per un po’ e ha scritto qualche canzone rap, poi ha virato su altri percorsi. Nel rapporto con i miei cinque figli ho cercato di prendere ciò che di buono c’era tra me e i miei genitori, aggiungendoci del mio per poter colmare le mancanze e le carenze”.