CRISTIANESIMO, IL PERCHÈ DEL RISCHIO DECLINO: TRA RUSSIA E DOGMATICI OCCIDENTALI…

Dal discorso alla nazione russa del Presidente Vladimir Putin, oltre alle inquietanti conseguenze che si potrà avere nei prossimi mesi con una recrudescenza del conflitto internazionale sull’Ucraina (il rischio di terza guerra mondiale è sempre dietro l’angolo purtroppo), una piccola ma significativa parte è stata dedicata dal tiranno russo sul cristianesimo e il declino della cultura-fede occidentale. Non è una prima volta in quanto Putin da tempo ribadisce la sua linea, saldamente legata alla Chiesa Ortodossa russa, di attacco al cristianesimo occidentale: nel 2013 già attaccava, «Vediamo che molti paesi euro-atlantici stanno effettivamente rifiutando le loro radici, compresi i valori cristiani che costituiscono la base della civiltà occidentale. Stanno negando i principi morali e tutte le identità tradizionali: nazionali, culturali, religiose e persino sessuali». Ebbene, nel discorso degli scorsi giorni, il n.1 del Cremlino ha rincarato la dose dichiarando «l’Occidente sta compiendo la distruzione della famiglia, dell’identità culturale e nazionale, la perversione e l’abuso dei bambini, compresa la pedofilia, tutte cose che sono dichiarate normali nella loro vita… Milioni di persone in Occidente si rendono conto che sono condotti a un disastro spirituale. Francamente, sembra che l’élite sia impazzita».



Sul “Telegraph” inglese un lungo editoriale del conservatore Charles Moore ha preso spunto da questo deliberato attacco di Putin per provare a fare qualcosa di non particolarmente usuale nel dibattito culturale del nostro Paese, o quantomeno non nelle “élite” che contano (media, politica, opinione pubblica). Moore infatti se da un lato condanna come brutale e indegno il ruolo della Russia di Putin nel confitto in Ucraina (e non solo, lo chiama apertamente dittatore e reputa pessima la conduzione della Federazione Russa in ogni suo ambito), coglie un interessante parallelo rispetto ai tanti tiranni del passato, da Hitler a Stalin in merito al rapporto-sfruttamento del tema religioso (ma anche l’Iran, l’Afghanistan e la Nord Corea di oggi). «Perché un conservatore dovrebbe persino giocare con simpatia per Putin? Data la sua depravazione, non riesco a pensare a una buona ragione, ma posso capire perché c’è una certa risonanza nella retorica che dispiega, proprio come c’era nelle denunce di Hitler delle minacce bolsceviche e delle democrazie decadenti negli anni ’30», si chiede ancora il lungo editoriale del Telegraph tutt’altro che banale o “piegato” al politicamente corretto di puro stampo neo-british.



CONSERVATORE UK: “PUTIN CI ODIA COME GLI INTOLLERANTI DELLA SOCIETÀ OCCIDENTALE”

Moore dice qualcosa di simile al “Re è nudo”: l’Occidente e la sua cultura saldamente nata sulle radici giudaico-cristiane, in questo XXI secolo è in declino: fondamento della cultura, della legge, della scuola, dell’accoglienza, dei diritti (proprio così, «il perseguimento dei diritti delle donne e, più recentemente, dei diritti LGBT+, ha radici cristiane, attraverso la preoccupazione del cristianesimo per la dignità di ogni persona umana e l’obbligo imperativo della compassione», scrive il conservatore Uk), la cristianità è inesorabilmente alla base della cultura occidentale. Eppure oggi la si mette in crisi, in discussione, la si vuole perfino “cancellare” (vedi cultura woke e cancel culture): «Il più alto dovere religioso è passato dall’amare Dio e il prossimo (e mettere in relazione i due) all’amare te stesso e qualsiasi identità per quel sé tu scelga di selezionare. Questo è distruttivo per la pace sociale», scrive in maniera illuminante Charles Moore.



Il tema delle ultime settimane in Inghilterra è la spaccatura della Chiesa anglicana sul tema dei matrimoni gay: «anche se non sono d’accordo – la maggior parte delle argomentazioni a favore del matrimonio tra persone dello stesso sesso, ma trovo sconcertante che le persone che si oppongono al principio alla base di tali matrimoni siano di fatto bloccate dalle cariche pubbliche. Come editorialista di un giornale sulla sessantina, probabilmente posso farla franca scrivendo questo, ma sono consapevole che una persona ambiziosa di una generazione più giovane non sarebbe saggia a correre il rischio», scrive l’editorialista. Politici che “impongono” la linea della Chiesa, dibattiti culturali e appelli “laici” che hanno la pretesa di riscrivere i testi sacri e imporre i dettami e i “nuovi valori”: il declino si legge in questi termini, parer nostro (e pure del buon Moore ci sembra, ndr). «C’è un altro aspetto, purtroppo, in cui Putin ha ragione. La nuova religione risvegliata è ostile alla civiltà occidentale, che vede come razzista, avida e intrappolata nella sua mentalità “colonialista”. I conservatori cristiani sono sicuramente ben posizionati dalle loro convinzioni per orientarsi tra la Russia reazionaria e il narcisismo risvegliato. Entrambi, sebbene in modi molto diversi, odiano il nostro stile di vita occidentale», conclude il conservatore inglese a cui ci sentiamo di condividere quantomeno in toto la “provocazione” per la nostra cultura, per la nostra Chiesa, per il nostro destino di occidentali.