Alcuni cristiani evangelici sono stati aggrediti da ebrei sionisti in Cisgiordania. L’attacco è avvenuto davanti al Muro Occidentale di Gerusalemme. La situazione, dopo alcuni vetri rotti, è stata riportata alla calma dalla Polizia locale, che ha anche arrestato uno dei colpevoli. Le tensioni, come ricostruito da La Croix, si stanno però facendo sempre più alte.



L’animosità verso altri culti è profonda tra i sionisti religiosi. Essi temono infatti più di ogni altra cosa le conversioni, il che li pone in diretta opposizione con gli evangelici, per i quali l’annuncio della salvezza in Gesù Cristo è una ragion d’essere. Lo scontro, ad ogni modo, è del tutto incongruo, in quanto i cristiani evangelici presi di mira si sono trovati quel giorno davanti al Muro del Pianto proprio al termine di un digiuno simbolico di ventuno giorni a sostegno di Israele. A organizzarlo è stato Mike Bickle, fondatore della Casa Internazionale di Preghiera di Kansas City (IHOPKC).



Cristiani evangelici attaccati da ebrei sionisti in Cisgiordania: la situazione

Il pastore Mike Bickle, nell’annunciare il digiuno a mare scorso, è tornato più volte su ciò che sta al centro del rapporto tra i cristiani evangelici e Gerusalemme, ovvero la fine dei tempi. Per loro, come per gli ebrei sionisti, il ristabilimento del popolo ebraico sulla loro terra è un prerequisito essenziale per il ritorno del Messia, per alcuni, o per la sua venuta, per altri. In molti, tuttavia, credono anche che la Terra Santa sarà l’epicentro di una guerra violenta e totale, che precederà la perdizione di tutte le anime che non hanno accolto il messaggio del Vangelo.



I presupposti in questione non bastano dunque ad evitare le tensioni tra cristiani evangelici e ebrei sionisti. “Gerusalemme è la capitale di Israele e del popolo ebraico e devono rispettarlo, non possono venire a pregare qui”, affermano senza fare distinzioni tra cattolici ed evangelici.