Nonostante i recenti accordi tra Vaticano e stato cinese, continua la discriminazione fra appartenenti alla Chiesa cattolica cosiddetta “sotterranea”, quella che professa fedeltà a Roma, e la Chiesa ufficiale, che riconosce come autorità ultima il governo di Pechino. E’ il caso della recente scomparsa del vescovo di Tianjin, Esteban Li Side, come riporta l’agenzia AsiaNews, riconosciuto dalla Santa Sede e che ha scontato anche diversi anni di carcere. Al vescovo L’Associazione patriottica, quella della Chiesa di stato, ha negato il funerale pubblico in chiesa e anche la sepoltura in un cimitero cristiano. Morto lo scorso 8 giugno dopo lunga malattia a 92 anni di età, il corpo è stato posto in una camera funeraria del locale obitorio e non nella cattedrale di San Giuseppe a Tianjin. I sacerdoti hanno avuto il permesso di rendere omaggio con una preghiera di soli dieci minuti nella camera ardente.
UNA VITA IN CARCERE
Monsignor Li Side era nato nel 1927 a Zunhua in una famiglia cattolica con sei tra fratelli e sorelle. Neil 1940 entra nel seminario locale e nel nel 1949 nel seminario di Pechino. E’ ordinato sacerdote solo nel 1955. Quando viene fondata l’associazione patriottica, viene arrestato tre anni dopo. Nel 1962, scarcerato, torna alla cattedrale di San Giuseppe a Tajin ma viene di nuovo arrestato nel 1963 e condannato ai lavori forzati. Riesce a tornare alla cattedrale e nel 1985 viene ordinato vescovo segretamente. Nel 1989 dopo che l’assemblea della Conferenza episcopale cinese chiede maggiore libertà, è arrestato per la terza volta, rilasciato nel 1991 e costretto a trasferirsi a Liang Zhuang Zi, in montagna dove è rimasto agli arresti domiciliari sino alla morte. Nella sua vita, il vescovo aveva sempre detto ai suoi fedeli di non disobbedire allo stato cinese, ma la sua fedeltà alla Chiesa di Roma gli è costato lo stesso una vita di martirio. La diocesi di Tianjin conta su 100mila fedeli cristiani, serviti da 20 sacerdoti della Chiesa sotterranea e 20 della chiesa ufficiale.