I cristiani sono sempre più perseguitati in tutto il mondo, una condizione critica che è emersa dall’ultimo rapporto presentato dall’Ong Open Doors/Porte Aperte, e discusso all’Europarlamento, che ha preso in analisi la situazione in 100 paesi negli ultimi dieci anni. I dati sono preoccupanti, si parla infatti di un numero molto significativo: 365 milioni di persone. Pari a un cristiano su sette nel mondo che è stato attaccato, aggredito o perseguitato per motivi religiosi. Gli omicidi sono stati 4998, e le persone arrestate a causa della loro fede sono stati 4125. Oltre a questo ci sono le azioni compiute contro luoghi sacri: 14,766, tra gli episodi più gravi proprio quello più recente, avvenuto a Istanbul con l’irruzione in una chiesa cattolica di un gruppo di terroristi affiliati all’Isis che hanno sparato uccidendo un uomo.



Uno dei problemi principali, per i quali l’Unione Europea è ora chiamata a rispondere è anche quello dei mancati processi ai colpevoli, specialmente quando le aggressioni avvengono nei paesi dove i cristiani sono considerati una minoranza. Ci sono infatti alcuni paesi nei quali è lo stesso stato a perseguitare i fedeli, come ad esempio in Corea del Nord, che nel 2023 è risultata prima in classifica per arresti e chiusure forzate di chiese e luoghi di culto.



Persecuzione cristiani nel mondo, Ceccardi (Lega): “Vergognoso atteggiamento di menefreghismo dell’Europa”

La persecuzione dei cristiani nel mondo è un problema del quale l’Unione Europea si dovrà occupare. Perchè come, afferma al quotidiano Libero l’esponente della Lega Susanna Ceccardi, troppo spesso questo fenomeno viene sottovalutato e si fa poco per combatterlo. Un vero e proprio atteggiamento “di menefreghismo” che rappresenta una vergogna per la nostra Nazione e per i valori dell’intera civiltà occidentale.

Un tema che meriterebbe maggiore attenzione e soprattutto ha bisogno di azioni concrete, come suggerisce l’europarlamentare: “Basterebbe aderire alla proposta di risoluzione sulla persecuzione delle minoranze sulla base della religione o del credo“.  Dovrebbe essere una priorità, “Soprattutto in una Europa, che vuole essere multiculturale ed inclusiva, da sempre così attenta ai diritti delle minoranze, sia etniche che religiose. Che però poi non ha fretta di denunciare gli orrori commessi ai danni della fede più professata in tutto il continente“, conclude Ceccardi.