Storie Italiane ha parlato stamane del caso di Cristiano Iovino, nome finito nella lite fra Francesco Totti e Ilary Blasi. In collegamento vi era Roberto Alessi, direttore di Novella 2000 e noto giornalista, che ha commentato “Lui ha rilasciato un’intervista in cui lui parlava di un’amicizia intima con la Ilary anche se lei ha smentito, qualcuno ha scritto che potrebbe essere chiamato come testimone nel processo di separazione. Sul caso di cronaca non ti posso dare notizia certa, lui non ha fatto denuncia, stava tornando a casa, erano le 3:00 di notte, in un quartiere periferico di Milano”.
E ancora: “Molto strana questa cosa della mancata della denuncia quindi non ci sono notizie certe. Qui si dice che è stato raggiunto alle 3:30 di notte da una Panda, non da un SUV, sono scesi dei ragazzi e lo hanno aggredito in maniera ignobile, pare che lui fosse stato prima in un locale ad una festa e pare ci sia stato un alterco con un rapper, e da lì potrebbe essere partita questa cosa, ma è solo un si dice quindi non è materiale giornalistico ne tanto meno per Storie Italiane, ma è una cosa molto strana visto che una volta che si viene aggrediti ci si rivolge alle forze dell’ordine che sanno come reagire visto che stiamo parlando di reati gravi”.
CRISTIANO IOVINO AGGREDITO A MILANO, ALESSI: “UNA PERSONA MOLTO CONOSCIUTA”
Roberto Alessi ha proseguito: “Sembra che Cristiano Iovino sia stato soccorso e medicato e non ha sporto denuncia, così è venuta fuori la notizia, non dai social. Iovino è molto famoso al di là del fatto Blasi-Totti perchè è un imprenditore famoso, un personal trainer molto quotato, vive fra Milano e Roma, è un grande viaggiatore, è molto molto seguito sui social ed è anche un bellissimo uomo per cui è diventato una specie di sex symbol, è quindi di per se molto conosciuto soprattutto negli ambienti sportivi perchè è molto tifoso della Lazio, non è che fosse un signor nessun prima di Ilary, anzi…”.
Roberto Alessi ha aggiunto: “Qui a Milano siamo abituati a questo genere di aggressioni e raramente ci sono denunce, avvengono più in centro che fuori, la spedizione punitiva è un modus operandi e dobbiamo correre ai ripari prima o poi”.