La polizia indaga sulla mancata partecipazione di Cristiano Ronaldo all’amichevole tra la Juventus e una selezione della lega sudcoreana. Lo rivela il quotidiano “The Chosun Ilbo”, secondo cui è stata aperta una «investigazione internazionale» sulla base di una ipotesi di «frode». La vicenda verte sulla mancata presenza in campo del fuoriclasse portoghese, lasciato a riposo dall’allenatore Maurizio Sarri. CR7 ha seguito la partita dalla panchina e questo non è piaciuto ai sudcoreani che non vedevano l’ora di osservare dal vivo il talento del campione bianconero. Al malumore è seguito un esposto. L’avvocato Oh Seok-hyun, che rappresenta ben duemila tifosi, ha sporto denuncia e quindi la polizia di Seul ha aperto un’indagine. L’indagine riguarda anche “The Fasta Inc.”, agenzia che aveva organizzato la partita assicurando la presenza di Cristiano Ronaldo in campo. Per questi i tifosi sudocoreani si sono sentiti truffati.
CRISTIANO RONALDO OUT IN COREA: POLIZIA INDAGA, MA LA JUVENTUS…
La stessa dirigenza della Lega calcistica sudcoreana dopo l’amichevole aveva diffuso un comunicato esprimendo «profonda indignazione e delusione per il comportamento della Juventus, da cui pretendiamo delle scuse sincere e la spiegazione del motivo per il quale Ronaldo non è stato utilizzato». Inoltre, si faceva riferimento ad un contratto che «prevedeva la sua presenza in campo per almeno 45 minuti». Si parla anche di una richiesta di risarcimento danni che si aggirerebbe sui 50 milioni di euro. La Juventus comunque è pronta a difendersi. Secondo quanto riportato da Tuttosport, mister Sarri e la Juventus erano a conoscenza di questa clausola, ma – secondo quanto avrebbe risposto la società bianconera – Cristiano Ronaldo non poteva scendere in campo a causa di un problema fisico. Di fatto dunque c’è il rischio per la Juventus che la vicenda finisca in tribunale.