Grande successo per l’esibizione di Simone Cristicchi in quel della piazza del Duomo di San Miniato, nel comune di Pisa. Il cantautore romano ha debuttato con il suo nuovo lavoro “Paradiso – Dalle tenebre alla luce” e il pubblico ha particolarmente gradito. «La nostra vita è un grande mistero che un giorno ci sarà rivelato – le parole dello stesso artista, riportate dall’edizione online del quotidiano Avvenire – è questo che sembra dirci con la forza immutata delle sue parole Dante. In questo mistero io mi sono calato, mettendomi a nudo e cercando di raccontare l’inconsueto e rendere testimonianza di ciò che di misterioso è accaduto nella mia vita».
Cristicchi ha affrontato il Paradiso di Dante come se fosse un viaggio nella propria selva oscura, utilizzando come mezzo il teatro/canzone. Lo spettacolo, patrocinato dal Comitato Nazionale per le celebrazioni dantesche, resterà a San Miniato fino a domani, mercoledì 28 luglio, momento culminante della 75ª edizione della Festa del Teatro organizzata dalla Fondazione Istituto Dramma Popolare presieduta da Marzio Gabbanini. «Mi sono sentito preso per mano – ha raccontato il vescovo di San Miniato, monsignor Andrea Migliavacca, che ha consegnato proprio a Cristicchi il premio “San Matteo d’oro” dell’associazione Arco di Castruccio – in questo spettacolo dalle tenebre alla luce e sono rimasto colpito dalla ricerca sincera di un artista che pone delle domande in un momento in cui nessuno se le pone più».
SIMONE CRISTICCHI SI ESIBISCE IN DANTE: APPLAUSI A SCENA APERTA
Applausi a scena aperta quindi per il lavoro del cantautore romano la cui arma vincente, come scrive ancora l’Avvenire, è stata quella di “essere se stesso, ovvero uno di noi, nell’affrontare il cuore del lavoro dantesco, il nostro destino dopo la morte”. E ancora: “Il cantautore romano è capace di toccare gli spettatori conducendoli con semplicità a confrontarsi con il pensiero di teologi come Guidalberto Bordolini, Vito Mancuso, don Luigi Verdi, anche se non mancano le provocazioni del benedettino Willigis Jäger”.
Cristicchi ha raccontato e spiegato “con sorprendente densità” l’ultimo canto del Paradiso preceduto dalla preghiera di San Bernardo alla Vergine Maria, trasformata in un “dolce inno”. A conclusione, è arrivata la standing ovation: «In questa selva oscura – spiega – io credo che alla fine riprenderà il sopravvento quello che è già codificato in noi, quella unione fra noi e il Tutto. Perché proprio quando tutto sembra perduto è possibile ritrovare la coordinata di origine, e comprendere che il vero “peccato mortale” è l’incapacità di vivere in sintonia con l’universo».