Cristina Golinucci è scomparsa 31 anni fa da Cesena e ancora oggi non c’è traccia della verità nel giallo che avvolge la sua sorte. La madre della ragazzaMarisa Degli Angeli, chiede che l’inchiesta non venga archiviata ora che il caso è a un bivio e si deve decidere se andare avanti o no nel complesso percorso per l’accertamento dei fatti che hanno portato alla sparizione. Lo riporta Il Resto del Carlino, secondo cui sarebbe scaduta la proroga di 3 mesi nelle indagini per omicidio a carico di ignoti che il giudice aveva concesso.



Nell’ambito delle recenti attività svolte dagli inquirenti sono stati svolti anch nuovi sopralluoghi nel convento dei Frati Cappuccini dove Cristina Golinucci avrebbe parcheggiato l’auto prima di sparire. La giovane non è stata mai ritrovata da quel 1° settembre 1992 in cui persero misteriosamente le sue tracce. Il pm dovrà decidere se chiedere nuovamente l’archivazione o se siano sussistenti elementi per iscrivere un nome nel registro degli indagati. Poi l’ultima parola spetterà ancora al giudice.



La madre di Cristina Golinucci: “Il dolore di una madre non si archivia”

Da tre decenni, la madre di Cristina Golinucci combatte una battaglia durissima per cercare la verità sulla sorte della figlia. “Il dolore di una madre non si archivia – è il suo commento riportato dal Resto del Carlino, e anche se il giudice disporrà nuovamente, per l’ennesima volta, l’archiviazione del procedimento, io e i miei legali andremo avanti per scoprire la verità. Perché la verità non si può negare ad una mamma“.

Cristina Golinucci aveva 21 anni all’epoca della scomparsa e non è mai stata ritrovata. Quel pomeriggio di 31 anni fa si era recata al convento dei Frati Cappuccini di Cesena, dove avrebbe avuto un appuntamento con il suo padre spirituale, ma non si sarebbe mai presentata. La sua macchina, una Fiat 500 azzurra, sarebbe stata trovata nel parcheggio. Oltre questo, il buio totale. La madre della giovane, Marisa, non si arrende: “Non smetterò di oppormi all’archiviazione. Continuerò a lottare assieme ai miei legali dell’Associazione Penelope che aiuta le famiglie degli scomparsi. Voglio la verità su mia figlia, andrò avanti finché sarò in vita. Cristina era una ragazza solare e allegra, aveva tanti interessi e tanti amici, non aveva alcun motivo di voler morire. Voglio trovare le sue ossa e metterle accanto a quelle di suo padre“.