Il giallo di Cristina Golinucci è iniziato il 1° settembre 1992 con la scomparsa a Cesena, in un pomeriggio come tanti dopo essere uscita di casa per recarsi al Convento dei Cappuccini. 21 anni al momento dei fatti, non è mai stata ritrovata e ora spunta una nuova lettera anonima indirizzata alla madre, Marisa Degli Angeli, impegnata da decenni in una serrata battaglia per avere verità e giustizia.



Fate pressione sui frati” sarebbe una delle frasi contenute nella missiva recapitata alla chiesa di Ronta e poi consegnata alla donna. A scrivere sarebbe un anonimo oggi 60enne che invita la famiglia a non demordere. Il Resto del Carlino parla di due fogli scritti a mano in cui, in estrema sintesi, si indicherebbero i religiosi come soggetti a conoscenza dei fatti. All’interno vi sarebbero anche parolacce e un riferimento all’autore del crimine: “È uno che sfrutta le conoscenze”. Il misterioso mittente esorterebbe poi a cercare nei boschi“.



Cristina Golinucci, la famiglia: “Dateci informazioni!”

La mamma di Cristina Golinucci spera che emerga la verità sulla sorte della giovane figlia, scomparsa ormai 32 anni fa. “Chiunque abbia informazioni da riferirci lo faccia di persona – ha sottolineato l’avvocato Barbara Iannuccelli, che assiste la famiglia”.

Nella missiva anonima più recente, ci sarebbero anche diversi nomi noti ai familiari della ragazza, compresi quelli di alcune amiche. Ma l’anonimato e la nebuolosità dei contenuti, ancora una volta, tengono Marisa Degli Angeli in un limbo senza via d’uscita, come riporta Il Resto del Carlino: “Queste cose non mi aiutano, mi fanno soffrire. Se qualcuno vuole aiutarmi, venga a parlarmi di persona. Così è un continuo sussulto”. Dopo diverse riaperture e archiviazioni del caso, i parenti non si fermano e a gennaio dovrebbe essere depositata una nuova istanza alla luce di indizi a carico del principale sospettato, Emmanuel Boke, all’epoca tra i giovani che frequentavano il convento proprio come Cristina Golinucci e ritenuto irreperibile. Secondo l’avvocato Iannuccelli, si troverebbe però in Francia sotto falsa identità e sarebbe rintracciabile per un preciso motivo: “Abbiamo trovato un rullino di foto risalenti al 1994 appartenenti a Boke”.