Sulle pagine del Corriere l’influencer – nota soprattutto per la partecipazione a ‘Uomini e Donne’ e ‘Temptation Island‘ – Cristina Incorvaia è tornata a parlare dello stalker che per anni l’ha tormenta facendola cadere in un baratro di paura e disperazione, prima di decidere di reagire con una denuncia che – fino ad ora – è costata una condanna a 2 anni e mezzo per l’uomo, immediatamente impugnata davanti alla corte d’Appello: una sentenza che per quanto abbia restituito un minimo di fiducia a Cristina Incorvaia, apre anche al potenzialmente tragico epilogo per cui lui “in attesa dell’appello, da venerdì sarà libero“, neppure più sottoposto ai “domiciliari”.
“In parte – commenta la stessa Cristina Incorvaia al Corriere – [la sentenza] è stata una liberazione, ma dall’altra resta la paura” perché la fine naturale del termine della custodia cautelare il timore più grande è che “possa tornare a cercarmi” dato che entrambi vivono a Novara e lui – peraltro – è perfettamente al corrente della posizione della sua abitazione; ricordando in particolare che lui ora “non ha nulla da perdere” e potrebbe tranquillamente arrivare a compiere l’ennesimo femminicidio cisto che “non accetta il rifiuto”.
Cristina Incorvaia: “A causa del mio stalker non mangiavo e non dormivo più”
Tornando indietro con la mente, Cristina Incorvaia ricorda di aver conosciuto il suo (futuro) stalker “in un bar di un’amica a Novara” con lui che si avvicinò con la scusa del “mio cagnolino”: l’errore fu dargli da subito fiducia, al punto che arrivò anche a “tenermi il cane [per] qualche giorno” mentre lei era via per lavoro; descrivendolo peraltro come “la persona più gentile del mondo” e precisando che “tra noi non c’è mai stata una relazione” dato che fu lei stessa a metterlo in chiaro fin da subito.
“Ha iniziato – racconta e ricorda Cristina Incorvaia – a fare delle scenate [e] mi scriveva di notte”, portandola all’ovvia decisione di allontanarlo; almeno fino a quando “un giorno è arrivato molto arrabbiato minacciandomi di far vedere dei video che aveva girato con un cellulare nascosto” dando il via ad un vera e propria escalation di “minacce e pedinamenti” che sono culminati con la decisione di denunciarlo perché “me lo trovavo sotto casa” al punto che “ero arrivata a non mangiare e dormire (..), a uscire solo nel mio cortile” con la costante convinzione che prima o poi “mi avrebbe uccisa“.