Cristina Marino e Luca Argentero sono sempre più affiatati, anche dopo il matrimonio…

Luca Argentero e Cristina Marino sono marito e moglie dal giugno del 2021 e, ancora oggi, vivono con grande freschezza ed entusiasmo il loro amore, iniziato in realtà diverso tempo prima. Al settimanale Oggi l’attrice, compagna di vita di Luca Argentero ha raccontato la sua quotidianità, che ruota attorno ai figli Nina Speranza, Noè Roberto e, naturalmente, all’uomo che le ha cambiato la vita: Luca Argentero. “Mio marito vorrebbe avere una squadra di calcio ma cercherò di fargli cambiare idea. Piano piano lo sto convincendo”, ha raccontato Cristina Marino, che sembra volersi “accontentare” di due figli.



“In famiglia abbiamo questa regola: non lasciare da soli i bambini. Così a casa con loro c’è sempre uno di noi”, dice la moglie di Luca Argentero. “L’amore tra noi si manifesta quotidianamente. Anche attraverso piccoli gesti: un mazzo di fiori inatteso, un weekend speciale organizzato a sorpresa, la tavola ben preparata per una cena. Luca è sempre molto attento”, ha raccontato.



La moglie di Luca Argentero: “Siamo diventati famiglia prima della nascita dei bambini”

Cristina Marino spende parole al miele per Luca Argentero, definendolo un compagno di vita e, soprattutto, un padre eccezione. “E’ davvero super, non potevo dare ai miei figli un padre migliore. È affettuoso, giocoso, felice di questo ruolo”, spiega l’attrice. Come coppia hanno affrontato momenti molto intensi, a volte anche dolorosi. Come la morte del padre di Cristina, un dramma difficilmente digeribile per l’attrice. “Penso di aver superato quel periodo difficile perché il mio nido familiare è fortissimo”.



“Se il tuo compagno di vita è veramente tale, diventa il tuo valore aggiunto, il tuo sostegno nelle difficoltà e nei dolori che la vita ti offre perché sennò non si chiamerebbe vita e si chiamerebbe felicità”, ha affermato convinta la moglie di Argentero. “Io e Luca siamo diventati famiglia prima che nascessero i bambini. Ci siamo conosciuti e innamorati forse nella peggiore versione di noi stessi perché eravamo più giovani”.