Bergamo è la città al mondo più colpita da Coronavirus, lo certifica anche il New York Times: a raccontarne il dramma è Cristina Parodi, che da giornalista, residente a Bergamo e moglie del sindaco Giorgio Gori, può sicuramente fare un quadro molto preciso della situazione. In lungo articolo per Oggi, Cristina Parodi dunque racconta della sua Bergamo, che nemmeno le statistiche possono rendere con esattezza, dal momento che i morti per Coronavirus potrebbero essere molti di più rispetto a quelli ufficiali – ad esempio “i tantissimi anziani che in ospedale non ci sono mai arrivati”.
Il dramma dunque di una città che possiede tante meraviglie dell’arte, della musica, della gastronomia e del paesaggio, ma che ora è sulla bocca di tutto il mondo a causa del Coronavirus: Parodi vorrebbe riuscire a capire perché proprio nella “operosa, produttiva, moderna ed efficiente Bergamo sia esploso un simile inferno, però non ho una risposta”.
Davanti agli occhi di Cristina Parodi resta dunque da settimane “una città deserta, immobile e straziata dal dolore“, nella quale il silenzio è spezzato solo dal suono delle ambiulanze oppure dal rintocco delle campane che suonano a lutto. Non si può cantare sui balconi: “A Bergamo si piange in silenzio, per non disturbare. Ognuno di noi conosce almeno una persona che sta male, è ricoverata in ospedale o è morta. Bergamo prega invece di cantare e si stringe intorno al proprio dolore”.
CRISTINA PARODI RACCONTA: IL DRAMMA E LA SOLIDARIETA’
Cristina Parodi ricorda l’inizio dell’incubo, chiusa in casa ma sempre informata tramite il marito, logicamente molto impegnato. Il 9 marzo la situazione precipita, i posti in terapia intensiva all’ospedale Giovanni XXIII non bastano più e si scatena la solidarietà. Parodi dal canto suo si attiva con Cesvi (Ong di Bergamo della quale è ambasciatrice) per una raccolta fondi alla quale si dedica anima e corpo: “Un lavoro che dà un senso alla mia impossibilità di uscire e rendermi utile in altro modo”.
Così oltre all’ansia per una situazione sempre più grave può respirare grazie “all’ondata di affetto e generosità che continua ad arrivare”. Tre milioni e mezzo di euro da persone e aziende, in buona parte già investiti per l’acquisto sia di dispositivi di sicurezza per i medici d’ospedale e per quelli di famiglia, a loro volta in prima linea sul territorio, sia di macchinari, anche per il nuovo ospedale degli Alpini.
Resta però l’enorme amarezza per l’elenco infinito di morti, in particolare un’intera generazione di anziani, “figure preziose per la nostra comunità“. Sono loro soprattutto da ricordare: “Una Spoon River ben più triste, perché intessuta di persone che nessuno canterà o ricorderà”. Così è cominciata una vita ben diversa da prima, che ha stravolto le abitudini imponendo a Parodi “un esercizio utile di organizzazione, di impegno per gli altri e anche di lavoro su me stessa”.
CRISTINA PARODI RACCONTA: LA FAMIGLIA E PAPA FRANCESCO
Nelle parole di Cristina Parodi ci sono naturalmente anche gli affetti più cari: la gioia di avere accanto a sé i tre figli, anche se con le due ragazze, rientrate dall’Inghilterra e dunque in isolamento sia pure in casa, “non ci siamo ancora abbracciate”; il figlio Alessandro che fa la spesa per gli anziani e la consegna a domicilio; il marito Giorgio Gori che da sindaco “non si è mai fermato un attimo dall’inizio di questa epidemia” e per il quale è comprensibilmente preoccupata, nella consapevolezza che “non potrei mai convincerlo a fermarsi”.
Infine le immagini che resteranno negli occhi e nel cuore di Cristina Parodi di questo periodo: lo strazio dei camion militari che portano via le bare delle vittime; i morti che non si possono seppellire al cimitero; Piazza Vecchia completamente deserta; il volto addolorato del Pontefice a San Pietro.
“Un uomo stanco e solo, eppure fortissimo”. Secondo Parodi, Papa Francesco “ci ha preso per mano e ha detto la cosa più importante: il mondo in cui viviamo non sarà più lo stesso. Passata la tempesta, starà a noi scegliere di cambiarlo in meglio”, è l’appello con cui si chiude la toccante testimonianza di Cristina Parodi.