Aperta un’inchiesta da parte della procura della repubblica di Verona a seguito dei bambini morti a causa del Citrobacter Koseri. Come riferisce l’edizione online de Il Fatto Quotidiano, si allarga il clamore a seguito del decesso dei neonati presso l’Ospedale della Donna e del Bambino di Borgo Trento a Verona, a causa del batterio di cui sopra che ha colpito almeno un’altra dozzina di bimbi, fortunatamente, non deceduti. L’emergenza sarebbe iniziata nel 2018, ma pare che la regione Veneto, come ha fatto sapere il governatore Luca Zaia, sarebbe stata informata solamente da una settimana, quando appunto la direzione generale dell’ospedale scaligero avrebbe deciso di chiudere i reparti di terapia intensiva neonatale e pediatrica, e il punto nascite, per una sanificazione. Obiettivo della procura, capire quanti siano i bambini coinvolti e quale sia il nesso fra il batterio e la malattia/morte, e l’ipotesi di reato è quella di omicidio colposo.
CRITOBACTER, NEONATI MORTI A VERONA: IL PRIMO CASO A NOVEMBRE 2018
Il primo bimbo infettato a Borgo Trento, come si legge su veronasera.it, si sarebbe verificato nel novembre del 2018 (poi deceduto), quindi un’altra neonata morta nell’aprile del 2019, e a giugno dell’anno scorso un terzo neonato con il critobacter, anche se questo case parrebbe a parte in quanto il bimbo era stato trasferito dall’ospedale di San Bonifacio. Ad ottobre, poi, un altro bimbo che morirà a marzo di quest’anno, e poi altri tre casi fra gennaio 2020 e lo scorso mese di maggio, con l’aggiunta di altri sospetti. A spingere la procura ad aprire un’inchiesta, l’ultimo esposto presentato dalla mamma di Nina, bimba morta al Gaslini di Genova, trasferita proprio dal Borgo Trento di Verona. Sulla vicenda è intervenuto anche Zaia, che nella conferenza di ieri ha spiegato: “Ho chiesto che si istituisca una commissione ispettiva per la vicenda del ‘citrobacter’ a Verona. C’è già una commissione nominata dall’Azienda Sanitaria, però io sono convinto fortemente che ci debba essere una Commissione regionale per chiarire fino in fondo la vicenda”.