Pasqua 2021, il crocifisso di San Marcello

A margine della Via Crucis 2021 che ha visto protagonisti i bambini con i loro disegni dedicati alla passione e morte di Gesù, viene da chiedersi quale sia la rappresentazione più ‘adatta’ a quest’anno e a questo tempo di pandemia per introdurci nel mistero della salvezza operata da Dio nella persona del suo Figlio. L’immagine del crocifisso di San Marcello risulta per certi versi ancora attuale: è impresso nella memoria di tutti il momento di preghiera del Papa davanti a quell’icona così muta, statica e al tempo stesso eloquente, che si lascia bagnare dalla pioggia in quell’indimenticabile 27 marzo 2020.



Lo stesso, d’altronde, fece Cristo in Croce, che “oltraggiato non rispondeva con oltraggi, e soffrendo non minacciava vendetta” (1 Pt 2,23a): in quell’occasione, invece, vogliamo pensare che fu il pianto del cielo che si unì al pianto dell’umanità straziata dalla prova della malattia. Il crocifisso ligneo di San Marcello ritrae Gesù già morto, con la ferita del costato da cui fuoriesce sangue e acqua, il pianto ulteriore, il pianto ‘di Cuore’ del Dio-uomo che ancora una volta si fa partecipe delle nostre sofferenze.



Pasqua 2021, il crocifisso di San Damiano

Per quanto il crocifisso di San Marcello rimanga legato nell’immaginario dei fedeli a questo periodo di difficoltà, proponiamo di seguito un’altra immagine su cui potremmo volgere lo sguardo per trovare consolazione. Si tratta del crocifisso di San Damiano, un’icona in stile gotico molto diversa dall’altra, che fotografa Gesù nel momento immediatamente precedente alla sua morte, con gli occhi ben aperti e fissi su chi lo osserva (o meglio: contempla). In questa raffigurazione, il Crocifisso è attorniato dagli altri personaggi (‘testimoni’) minori della passione, dagli angeli adoranti agli apostoli oranti, quasi nell’atto di suggerire che la nostra personale salvezza dipenda dalla nostra buona volontà di accoglierla. Le mani ben aperte sono quelle di un Gesù che si offre, si rassegna, si arrende alla morte. Più sopra lo vediamo già risorto: è un’immagine di speranza, in sintesi, forse più adatta a questa seconda (e si spera ultima) parte della pandemia.

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