Quarto giorno di ricerche a Firenze per individuare l’ultimo operaio disperso sotto le macerie nel cantiere Esselunga di via Mariti. Il bilancio del crollo al momento è di quattro morti accertate e, appunto, un disperso. Nel frattempo, proseguono anche le indagini della procura per chiarire la causa del cedimento. In queste ultime ore sta prendendo piede l’ipotesi di un errore di progettazione dello “scheletro”. La trave crollata a lavori ultimati avrebbe dovuto sopportare il peso di un centro commerciale a pieno regime, invece è andata distrutta con gli operai a lavoro. Gli inquirenti, come riportato da La Nazione, si stanno concentrando sui primi fotogrammi, ripresi da molte telecamere dentro e fuori l’area interessata, e sulle testimonianze di operai e responsabili del cantiere.
Il primo aspetto riguarda la qualità del prefabbricato e del dente che doveva sorreggerla. La trave, di circa 15 metri e del peso di 5mila chili, è stata prodotta dalla Rdb Italprefabbricati. Il “pacchetto” del prefabbricato comprende anche i piloni con i supporti su cui poggiano le travi. Si stanno acquisendo documenti e computer nella sede di Atri dell’impresa per capire, ad esempio, se i piloni con i supporti su cui poggiano le travi erano sufficientemente “armati” e idonei alla struttura che avrebbero dovuto supportare. La procura di Firenze sta anche “congelando” la situazione del cantiere al momento del crollo, fase delicata dell’inchiesta perché avviene in contemporanea alle ricerche dell’ultimo disperso, operazioni per cui vengono rimossi pezzi interessati dal crollo.
CROLLO FIRENZE, ULTIME NOTIZIE INDAGINI: DIMENTICATO UN ULTERIORE FISSAGGIO?
Stando a quanto trapelato dal personale della Rdb di Atri, e riportato da La Nazione, la trave avrebbe avuto bisogno di un altro fissaggio, che non sarebbe avvenuto durante le operazioni di “gettata”. Un altro aspetto su cui gli inquirenti stanno facendo delle verifiche, oltre che sul ruolo di questa ipotetica “dimenticanza” avrebbe avuto nella dinamica del crollo del cantiere di Firenze. Si sta prendendo in considerazione che, in mancanza di un errore nella produzione dei prefabbricati, lo “scheletro” di quello che sarebbe diventato il nuovo supermercato Esselunga potrebbe essere stato edificato portandosi dietro un errore di progettazione.
Il procuratore Filippo Spiezia ha precisato che dopo le prime verifiche è emersa l’irregolarità sul territorio italiano di alcuni lavoratori. Ad esempio, una delle vittime nordafricane avrebbe un permesso di soggiorno rifiutato nel 2020. Sono in corso accertamenti sulla posizione, le mansioni e l’inquadramento contrattuale non solo delle vittime, ma di tutte le persone che erano nel cantiere. Secondo i registri acquisiti dalla procura, sarebbero una ventina, molti di più rispetto a quanto apparirebbe nelle telecamere cittadine.