Ieri Confcommercio ha stimato per ottobre un calo dei consumi dell’8,1% rispetto allo stesso mese del 2019. L’associazione stima per novembre un calo del Oil del 12,1% rispetto allo stesso mese del 2019; il calo del pil nel quarto trimestre sarebbe superiore al 4%. La conclusione è che l’entrata nel 2021 sarebbe ben peggiore agli stessi mesi del 2020 e renderebbe più dubbie le stime di recupero per l’anno prossimo che pure tutte le principali agenzie di rating, oltre che il Governo italiano, assumono.
Questi dati sono l’ovvia conseguenza del lockdown che ha nuovamente azzerato il comparto del turismo e della ristorazione e che ha messo in ginocchio migliaia di attività, di piccoli imprenditori e di partite Iva. Le restrizioni in atto potrebbero continuare a singhiozzo per mesi inseguendo l’illusione che stringere prima e di più possa accorciare il periodo di incertezza di un virus che ormai sembra endemico.
Ciò che emerge, ancora una volta, è la distanza che c’è tra i dati economici che dipingono una situazione da allarme rosso e la percezione che in larghi strati della società continua a sopravvivere. La distruzione di quasi 200 miliardi di euro di Pil e i timori che nel 2021 il rimbalzo possa essere anemico o sotto le attese dovrebbe dominare il dibattito anche solo per il fatto che questi numeri implicano profonde conseguenze sul mercato del lavoro e sul futuro dei servizi che lo Stato oggi garantisce ai cittadini, incluso quello sanitario.
Di tutto questo si fatica a trovare traccia perché una un’ampia fetta della popolazione vive nell’illusione che la crisi che ha distrutto interi settori semplicemente non la riguardi oppure la riguardi come una “una tantum” di entità tutto sommato modesta e accettabile che alla fine non sposterà poi di molto il proprio tenore di vita. Tutto è condito da misure temporanee, “ristori” e blocchi dei licenziamenti, che non potranno perpetuarsi se non al prezzo di stravolgere le nostre economie di mercato facendo esondare “lo Stato”.
I numeri di Confcommercio sono preziosi perché dovrebbero dare il via a una discussione che oggi semplicemente non c’è ma che prima o poi si porrà con forza. Più il lockdown dura, più si producono gli effetti che ha segnalato ieri Confcommercio, più si pone con forza l’altra emergenza. La distanza tra realtà e percezione che in questo momento sembra rassicurare è allarmante. Il rischio è che la realtà si presenti tutta in una volta come se si fosse prodotta e generata su Marte; con la rassicurazione che questo Governo farà fronte a questa nuova emergenza “economica” come a quella sanitaria.