L’inchiesta della procura di Firenze sul crollo nel cantiere del supermercato Esselunga di via Mariti, costato la vita a 5 operai, prosegue su due binari. C’è la necessità di ricostruire le dinamiche interne nel cantiere e le fasi di costruzione della trave crollata, attraverso fogli di calcolo e progettazione, oltre alle deposizioni di tecnici e ingegneri. Gli agenti della polizia giudiziaria, tra cui anche la Asl col Dipartimento di prevenzione degli infortuni sul lavoro, stando a quanto riportato da La Nazione, hanno sentiti alcuni tecnici responsabili dei lavori come persone informate sui fatti. Tra questi ci sarebbe un progettista della ditta Rdb, costruttrice del pilastro in cemento armato “incriminato” e di altri elementi prefabbricati.
Nel frattempo, è stato affidato l’incarico di eseguire le autopsie sui corpi delle vittime ai medici legali Martina Focardi, Beatrice Defraia e Rossella Grifoni. Un primo esame è stato già eseguito sul corpo di Luigi Coclite, mentre gli altri sono in programma nei prossimi giorni. Il fascicolo d’inchiesta per omicidio plurimo colposo e crollo colposo al momento non vede iscritte persone sul registro degli indagati, ma circolano voci secondo le quali i primi avvisi di garanzia sono nell’aria.
CROLLO DI FIRENZE, LE ULTIME NOTIZIE SULLE INDAGINI
I pm Francesco Sottosanti e Alessandra Falcone, dopo aver sequestrato il cantiere per consentire le verifiche, stanno preparando l’affidamento delle consulenze. Nel mirino i progetti delle putrelle e dei pilastri, perché ogni elemento del cantiere ha la sua storia e ogni passaggio è registrato. Intanto, la polizia postale ha quasi terminato l’acquisizione di file, chat, mail e documenti dalle sedi e dai server delle imprese coinvolte nel cantiere. Inoltre, la settimana prossima inizieranno le analisi dei contenuti.
Stando a quanto riportato da La Nazione, gli inquirenti avrebbero concentrato le loro attenzioni sulla mensola su cui poggiava la trave da cui è partita la catena di crolli. Le indagini devono, infatti, chiarire le ragioni del crollo. C’è stato un errore di calcolo nella creazione del cemento armato o uno progettuale di distribuzione dei pesi che ha fatto cedere il dente e innescato il crollo? Al momento nessuna ipotesi è ritenuta più accreditata dell’altra. C’è poi la matassa dei contratti di lavoro nel cantiere.
CROLLO FIRENZE, IL RACCONTO DELL’IMAM IZZEDIN ELZIR
A gettare nuove ombre è l’imam di Firenze, Izzedin Elzir, che ha riportato al confessione di tre operai egiziani assunti nel cantiere del supermercato Esselunga. «Dovevano dare metà del loro stipendio a chi aveva trovato loro il lavoro. Mi hanno chiesto se era lecito in senso religioso non dare più questi soldi. Ho detto loro che dovevano denunciare, perché è caporalato». Questi tre operai facevano parte della squadra che lavorava nella zona del crollo, ma poi «avevano lasciato il posto al nuovo gruppo, arruolato perché i lavori erano in ritardo. Sono vivi per miracolo, ma sono sconvolti per la morte dei colleghi».
All’Ansa l’imam di Firenze ha aggiunto che i tre operai gli hanno rivelato «hanno dovuto accettare le condizioni di un mediatore che li ha presentati e ha chiesto loro che, per aver trovato loro un lavoro stabile, in cambio avrebbero dovuto pagargli 7 euro su 12 euro l’ora di compenso, mentre cinque euro se li potevano tenere. Somma che gli verserebbero tuttora ogni mese, da un anno». Invece, della ditta che li ha assunti regolarmente gli hanno parlato bene. Per quanto riguarda i lavori nel cantiere gli hanno riferito un particolare, cioè che «a fine gennaio sono arrivate altre ditte di rinforzo perché i lavori erano in ritardo e i costruttori volevano velocizzare. Così è stata aumentata la presenza di operai con quelli di altre ditte».