Crollo delle nascite in Italia nel 2022, dove sono stati segnalati in tutto 392.598 nati, un dato inferiore dell’1,9% rispetto ai 400.249 bambini nati l’anno precedente. Sono i dati comunicati dall’Istat e secondo i quali anche la popolazione del Belpaese è ulteriormente calata, scendendo al di sotto dei 59 milioni di abitanti (58.850.717), con una perdita di 179mila unità (-0,3%), malgrado il positivo contributo del saldo migratorio con l’estero.



Il nuovo record minimo di nascite in dodici mesi in Italia e l’elevato numero di decessi (713mila) continuano, quindi, a produrre un forte impatto sociale, tanto che, dal 2008 in avanti, il nostro Stato ha perso la capacità di crescita per effetto del bilancio naturale, non rimpiazzando a sufficienza chi muore con chi nasce. Il deficit del saldo naturale – si legge su “Il Sole 24 Ore” – “è aumentato in modo progressivo, raggiungendo i picchi più elevati nel biennio 2020-2021, quando si è registrata una perdita di oltre di 300mila persone in media annua”.



CROLLA IL NUMERO DELLE NASCITE IN ITALIA: NON È UN UNICUM EUROPEO

L’Istat ha poi voluto rimarcare come, al deficit della componente naturale negli anni di pandemia, nel 2022 si sia aggiunto un ulteriore decremento di 320mila unità, “determinando in soli tre anni la perdita di 957mila persone, all’incirca la popolazione di una città come Napoli.

Tuttavia, se l’andamento delle nascite del 2021 ha lasciato pochi dubbi sul ruolo svolto dall’epidemia nei confronti dei mancati concepimenti, più complesse sono le dinamiche alla base del calendario nel 2022. Come riferito da “Il Sole 24 Ore”, “il contesto della crisi sanitaria ancora presente nel 2021 e le conseguenti incertezze economiche potrebbero avere incoraggiato le coppie a rimandare ancora una volta i loro piani di genitorialità. A livello europeo, la situazione nascite registrata in Italia non è un’eccezione, trovando punti di contatto sia con la Spagna, che è caratterizzata da un profilo simile al nostro, sia con la Francia che, pur facendo rilevare livelli di fecondità storicamente più elevati, nel 2022 registra comunque un calo, soprattutto da luglio”.